In dieci giorni il caldo estremo ha ucciso 317 persone a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi. È il preoccupante bilancio di vittime dell’ondata di calore che ha colpito l'Europa tra giugno e luglio 2025, secondo un nuovo studio condotto da scienziati dell'Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine che, analizzando i dati di 12 città europee, hanno attribuito al cambiamento climatico circa due terzi dei decessi registrati in quel periodo.
L’aumento dei morti attribuibile al cambiamento climatico
Secondo i risultati della ricerca, dal titolo Climate change tripled heat-related deaths in early summer European heatwave le temperature estreme intensificate dal cambiamento climatico di origine antropica hanno triplicato in soli cinque giorni il numero di decessi da calore.
Delle circa 2.300 morti registrate nelle città a causa della recente ondata di calore, 1.500 (pari al 65%) sono state attribuite direttamente al cambiamento climatico. Gli scienziati sono giunti a questa stima analizzando i dati meteorologici e confrontando l’andamento delle temperature estreme tra il clima attuale, riscaldato dalle attività umane di circa 1,3°C rispetto ai livelli preindustriali, e quello del passato, più freddo.
"Il cambiamento climatico uccide. Sta intensificando le ondate di calore e sta spingendo le persone vulnerabili al limite”, ha dichiarato Garyfallos Konstantinoudis, ricercatore del Grantham Institute. “Questo studio dimostra che ogni frazione di grado di riscaldamento fa un'enorme differenza, che si tratti di 1,4, 1,5 o 1,6°C. Questi cambiamenti, apparentemente piccoli, porteranno a ondate di calore più calde e a un'impennata delle morti per il caldo.”
Secondo Ben Clarke, climatologo dell'Imperial College di Londra e coautore dello studio, le ondate di calore non lasciano una scia di distruzione come gli incendi o le tempeste: “Il loro impatto è per lo più invisibile, ma silenziosamente devastante. Una variazione di soli 2 o 3°C può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone".
In una sola settimana il bilancio delle vittime da caldo ha superato altri recenti disastri, tra cui le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e le inondazioni nel Nord-Ovest dell'Europa nel 2021 (243 morti). Oltre a Milano, Barcellona e Parigi (le città più colpite) a Londra si sono registrati 171 morti in eccesso, a Roma 164, a Madrid 108, ad Atene 96, a Budapest 47, a Zagabria 31, a Francoforte 21, a Lisbona 21, a Sassari 6. In alcune di queste città le ondate di caldo hanno causato aumenti di temperatura fino a 4 gradi rispetto al clima pre-industriale.
Perché è colpa del cambiamento climatico secondo gli autori dello studio
Per stimare il numero di morti lo studio si è concentrato su dieci giorni di caldo intenso, dal 23 giugno al 2 luglio. Per prima cosa, i ricercatori del World Weather Attribution hanno studiato i dati meteorologici storici per capire quanto sarebbero state intense le temperature in un mondo che non si era riscaldato di 1,3°C. Poi quelli dell’Imperial College di Londra hanno analizzato le ricerche pubblicate sulla relazione tra il caldo e il numero di decessi giornalieri nelle città, indipendentemente dalla causa.
Infine, per ottenere i decessi in eccesso legati al caldo che possono essere attribuiti al cambiamento climatico, hanno calcolato la differenza tra numero di morti stimato con il clima attuale e quello che ci sarebbe stato senza il riscaldamento globale, città per città.
Ma il paper dell’Imperial College non è l’unico ad aver collegato i decessi da calore al riscaldamento globale. Uno studio pubblicato su Nature lo scorso anno aveva stimato che il cambiamento climatico fosse stato responsabile di circa il 56% dei 68.000 decessi correlati al caldo durante l'estate europea del 2022, rilevando che due terzi dei morti in eccesso erano legati al riscaldamento globale.
Gli effetti sugli anziani e le soluzioni di adattamento
Lo studio dell’Imperial College rileva che le persone anziane hanno registrato la mortalità più elevata: l'88% delle vittime da calore sono persone di età superiore ai 65 anni. Gli anziani sono evidentemente i soggetti più vulnerabili alle temperature estreme. Tuttavia, i ricercatori avvertono che il caldo può essere pericoloso per tutte le fasce d'età, con una stima di 183 decessi in dieci giorni tra le persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni.
Permane quindi la necessità di accelerare l'attuazione di ulteriori misure di adattamento, soprattutto alla luce di tendenze come l’urbanizzazione e l’invecchiamento della popolazione. Durante le ondate di calore le grandi metropoli e i centri urbani diventano veri e propri hotspot, delle isole di calore a cui dover adattarsi per sopravvivere. I ricercatori raccomandano l’implementazione di soluzioni già ben note, come l'aumento degli spazi verdi, l’efficientamento termico delle abitazioni e misure di adattamento più emergenziali, come l’installazione di rifugi climatici pubblici e fontane che possono offrire un sollievo immediato alle persone più esposte.
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In copertina: immagine Envato