Il pianeta si sta scaldando sempre di più: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, e anche il 2025 non sembra destinato a invertire il trend. Ci sono però aree del pianeta che si scaldano più velocemente: una di queste è l’Europa.
Secondo l’ultimo rapporto di Copernicus sullo stato europeo del clima, redatto in collaborazione con l'Organizzazione meteorologica mondiale, il Vecchio continente è infatti quello che si sta scaldando più rapidamente di tutti.
Nel 2024, quasi metà dell’Europa ha registrato temperature annuali da record, con circa l’85% del continente classificato come molto più caldo della media. Molte aree sono poi state colpite da eventi climatici estremi. Inoltre, la temperatura superficiale del mare è stata la più alta mai registrata, con 0,7°C sopra la media. Ancora peggiore la situazione del Mar Mediterraneo, con una temperatura di 1,2°C sopra la media.
Gli effetti del riscaldamento globale diventano sempre più evidenti, ma sono diversi a seconda delle zone. Questo contrasto è stato particolarmente acceso in Europa lo scorso anno: infatti, a Est il clima è stato secco, con livelli eccezionali di stress termico, a Ovest si sono registrate condizioni abbastanza calde ma soprattutto umide.
Eventi metereologici estremi in Europa
Nel 2024, le piogge sono state spesso violente e le inondazioni diffuse, causando almeno 335 vittime e colpendo circa 413.000 persone. L'Europa occidentale, in particolare, ha registrato uno dei dieci anni più piovosi da quando sono cominciate le registrazioni (nel 1950).
Questi fenomeni estremi sono quelli associati alla tempesta Boris, che ha colpito l’Europa centrale a settembre 2024, e all’alluvione di Valencia, in Spagna, nel mese di ottobre. Inoltre, nel complesso durante l’anno il 30% della rete fluviale europea ha superato la soglia di alluvione “elevata”, mentre il 12% quella di alluvione “grave”. Di contro, i flussi dei corsi d’acqua sono stati sotto la media per l’Est Europa.
La fusione dei ghiacciai europei
Il rapporto mostra anche che nel 2024 i ghiacciai di tutte le regioni europee, e in particolare in Europa centrale, hanno subìto una significativa diminuzione della loro estensione. Inoltre, in Scandinavia e nelle isole Svalbard (Norvegia) i ghiacciai hanno registrato i più alti tassi di perdita di massa mai rilevati e la più grande perdita di massa annuale di tutte le regioni glaciali a livello globale. La perdita media è stata di spessore di 1,8 m in Scandinavia e di 2,7 m alle Svalbard.
Adattamento climatico e rinnovabili
Di fronte alle crescenti variazioni di temperatura in Europa, “l'adattamento è d'obbligo”, ha puntualizzato Celeste Saulo, segretaria generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM). E gli adattamenti cominciano, con gradualità, a essere implementati sempre di più. Il 51% delle città europee ha infatti adottato dei piani dedicati di adattamento al clima, con un incoraggiante progresso rispetto al 26% del 2018.
“L'OMM e i suoi partner stanno quindi intensificando gli sforzi per rafforzare i sistemi di allerta precoce e i servizi climatici, per aiutare i politici e la società in generale a essere più resilienti,” ha aggiunto Saulo. “Stiamo facendo progressi, ma dobbiamo andare oltre e più velocemente, e dobbiamo farlo insieme.”
Una notizia positiva è che il report ha registrato per il 2024 un livello record per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, pari al 45% (contro il 43% del 2023). Il numero di paesi dell'UE in cui le rinnovabili generano più elettricità dei combustibili fossili è quasi raddoppiato dal 2019, passando da 12 a 20. Questi dati riflettono gli sforzi dell'Europa verso un sistema energetico sempre meno dipendente dalle fonti fossili.
In copertina: Vilnius, Lituania, immagine Envato