Continuano a fioccare le pessime notizie in arrivo dagli Stati Uniti. L'Agenzia per la protezione ambientale (EPA) ha messo a punto un piano che potrebbe rappresentare il più grave attacco alla lotta contro il cambiamento climatico degli ultimi decenni. Il progetto prevede l'eliminazione totale dei limiti alle emissioni di gas serra per le centrali elettriche a carbone e gas.
Come anticipato dal New York Times e poi confermato dai diretti interessati, si basa su una premessa che la comunità scientifica considera assurda, cioè che le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra provenienti dalle centrali fossili "non contribuirebbero in modo significativo all'inquinamento pericoloso" né al cambiamento climatico, in quanto rappresentano una quota "piccola e in diminuzione" delle emissioni globali.
Nel proporre di allentare le normative sulle centrali elettriche, l'EPA evidenzia che la quota statunitense delle emissioni del settore energetico rappresentava circa il 3% dei gas serra globali nel 2022, in calo rispetto al 5,5% del 2005. Pertanto − è la tesi − anche se le centrali americane azzerassero le emissioni di CO₂, il rischio per la salute pubblica non sarebbe migliorato in modo "significativo". E quindi, tanto vale cancellare la dichiarazione dell'EPA del 2009 (era Obama) secondo cui i gas serra mettono in pericolo la salute pubblica, che è alla base della maggior parte delle normative federali sul clima. Ma la realtà racconta una storia molto diversa.
Nel 2023, le centrali elettriche americane hanno rilasciato circa 1,5 miliardi di tonnellate di emissioni, più delle emissioni totali della maggior parte delle nazioni. Il settore energetico resta il secondo maggiore responsabile delle emissioni di gas serra negli Stati Uniti, superato solo dai trasporti. A livello globale, le centrali termoelettriche sono responsabili del 30% dell'inquinamento che causa la crisi climatica.
Il nuovo amministratore dell'EPA, negazionista nominato da Trump, Lee Zeldin, sostiene che l'obiettivo è "garantire che l'agenzia segua la legge fornendo a tutti gli americani accesso a energia affidabile ed economica". Secondo Zeldin, la deregolamentazione "darebbe un colpo mortale alla religione del cambiamento climatico".
La proposta, inviata alla Casa Bianca il 2 maggio, potrebbe subire modifiche prima della pubblicazione ufficiale prevista per giugno. La mossa si inserisce in un contesto più ampio di smantellamento delle politiche ambientali. Nelle ultime settimane, Zeldin ha chiuso gli uffici responsabili della regolamentazione del clima e dell'inquinamento atmosferico e ha avviato l'abrogazione di oltre due dozzine di regolamenti.
L'amministrazione Trump sta premendo per finalizzare le sue deregolamentazioni entro dicembre, un tempo straordinariamente breve per processi che tipicamente richiedono più di un anno.
Sotto la presidenza di Donald Trump, il governo statunitense si è mosso rapidamente per eliminare tutte le spese federali legate agli sforzi di contrasto ai cambiamenti climatici e per abrogare qualsiasi regolamentazione volta a ridurre le emissioni di gas serra.
Giovedì 22 maggio, la Camera dei rappresentanti ha approvato la vasta legge fiscale e di spesa proposta da Trump, che potrebbe porre fine a numerose sovvenzioni per l'energia verde che hanno sostenuto il settore delle rinnovabili durante l'amministrazione del presidente Joe Biden, tramite l'Inflation Reduction Act, e abolirebbe i contributi destinati a ridurre l'inquinamento atmosferico, le emissioni di gas serra o all'acquisto di veicoli elettrici pesanti.
Solo un anno fa l'amministrazione Biden aveva introdotto limiti rigorosi sull'inquinamento delle centrali a carbone e gas, stimando che entro il 2035 si sarebbero evitate fino a 1.200 morti premature, 870 ricoveri ospedalieri e migliaia di casi di asma. Oggi quella visione viene completamente ribaltata e, come comprensibile, gli esperti ambientali sono molto allarmati.
Vickie Patton, consulente generale dell'Environmental Defense Fund, ha descritto al New York Times la proposta come "un abuso della responsabilità dell'EPA secondo la legge", che "va contro il buon senso e mette milioni di persone in pericolo".
Michael Oppenheimer, professore di geoscienze e affari internazionali a Princeton, sottolinea come affrontare il cambiamento climatico richieda numerose misure apparentemente piccole ma fondamentali, dal controllo delle emissioni delle automobili ai pozzi di petrolio e gas, fino ai trasporti aerei e agli edifici.
Secondo Jonathan Adler, professore di diritto alla Case Western University, questa strategia potrebbe aprire la strada allo smantellamento di altre regolamentazioni climatiche: "Se riescono con le centrali elettriche, riusciranno con tutto il resto".
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In copertina: Lee Zeldin fotografato da Gage Skidmore, Flickr