Cambio alla presidenza del Consiglio europeo. Dopo la Polonia, da oggi, 1° luglio, sarà Copenaghen a garantire la continuità dei lavori dell’Unione Europea per il prossimo semestre. “Un'Europa forte in un mondo che cambia” è il claim scelto dalla Danimarca, attualmente guidata da un governo di coalizione che fa riferimento alla premier socialista Mette Frederiksen. Il primo appuntamento è per giovedì 3 luglio ad Aarhus, cittadina sulla costa orientale della Penisola dello Jutland, dove la Commissione e i vertici UE si riuniranno per dare il via ufficialmente al mandato.
I messaggi da parte delle istituzioni
“Un caloroso benvenuto alla Danimarca che inizia la sua presidenza del Consiglio dell'UE. Non vedo l’ora di lavorare insieme per un’Europa sicura e competitiva. Con il pragmatismo e la leadership danese, l’Europa è in buone mani”, ha dichiarato su X la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Al suo messaggio di benvenuto sono seguiti quello del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e quello della presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola, che ha dichiarato: “Non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con lei [la premier Frederiksen, ndr] e con il governo danese per un’Europa forte in un periodo di transizione. Come vedrete la prossima settimana a Strasburgo, l’Europarlamento sarà un partner affidabile e insieme otterremo risultati per tutti gli europei”.
Le tematiche al centro dell’attenzione
"L'Europa sta attraversando un momento cruciale”, ha detto la premier danese Mette Frederiksen nel suo messaggio di benvenuto. “Il mondo che ci ha garantito la libertà e ci ha fatto prosperare non può più essere dato per scontato.”
Varie le priorità al centro dell’attenzione: la sicurezza, sia militare che economica, la stretta migratoria, la competitività, la semplificazione, il mercato unico, la riforma delle norme farmaceutiche. Per quanto riguarda l’attualità, il focus è sul dossier dazi, sul quale USA e UE potrebbero arrivare a una soluzione proprio nel primo mese di presidenza danese, e sul drastico aumento della spesa per la difesa a seguito dell'invasione russa dell’Ucraina. L’idea complessiva della presidenza danese è comunque quella di promuovere un’Europa forte e risoluta, sottolineando il ruolo fondamentale della transizione verde.
“L’UE non blocchi la transizione verde”
Sarà proprio Copenaghen a guidare i negoziati dell'Unione su un nuovo obiettivo climatico per il 2040, che la Commissione europea vuole proporre: si punta a ridurre le emissioni dell’UE del 90% rispetto ai livelli del 1990, in modo da mantenere gli stati membri in linea con l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. Un percorso che viene però ostacolato dalla resistenza di alcuni paesi, come Polonia e Francia, che lo ritengono troppo ambizioso.
“La risposta è la transizione verso l'utilizzo dell’elettricità per più scopi”, ha dichiarato a Reuters il ministro danese per il clima e l’energia, Lars Aagaard. “Possiamo produrla da soli. Possiamo farlo con le energie rinnovabili. Possiamo farlo con l’energia nucleare. Non è una soluzione per il clima, né per la sfida alla sicurezza fermare la transizione [verde] in Europa.”
Proprio quest’anno, invece, l’Unione Europea ha ridimensionato una serie di politiche verdi, nella speranza di limitare le polemiche da parte delle industrie che si trovano in difficoltà di fronte all’applicazione delle normative ambientali. Per esempio, a fine 2024 il Parlamento europeo ha approvato definitivamente il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della storica legge europea sulla deforestazione, che da dicembre 2025 vieterà l'importazione di carne bovina, soia e altri prodotti legati alla distruzione delle foreste.
Di recente, poi, l’UE ha interrotto i negoziati per la bozza legge sui Green Claims che obbliga le aziende a supportare con prove concrete le proprie affermazioni in materia di sostenibilità climatica, evitando così di sovraccaricare le piccole imprese. Sempre nelle ultime settimane la Commissione europea ha proposto di allentare alcune condizioni ambientali legate ai sussidi agricoli, dopo mesi di proteste da parte degli agricoltori.
La Danimarca non condivide questo approccio, ritenendo che la transizione verde possa andare di pari passo con un’economia competitiva, come il paese stesso ha dimostrato, riuscendo a promuovere la crescita e l’innovazione, riducendo le emissioni di gas serra e utilizzando energie rinnovabili, in particolare i parchi eolici offshore, per sostituire i combustibili fossili importati.
A proposito di energia, danese è Dan Jørgensen, commissario UE per l’energia e l’edilizia abitativa, che a fine giugno si è recato a Parigi per discutere degli sforzi europei per ridurre i prezzi dell’energia, accelerando la transizione alle fonti pulite, e per affrontare la questione della crisi abitativa.
Agricoltura, focus sulla semplificazione
Promuovere la transizione energetica verde e, allo stesso tempo, la competitività delle imprese significa per Copenaghen puntare sulla semplificazione: “Se vogliamo un settore dell’agricoltura e della pesca più competitivo dobbiamo migliorare la regolamentazione in generale”, ha detto il ministro dell'agricoltura della Danimarca, Jacob Jensen al recente Consiglio UE Agrifish.
Poi ha confermato che buona parte del lavoro di semplificazione sarà orientato sulla nuova politica agricola comune (PAC). “Gli agricoltori chiedono maggiore flessibilità e vogliono anche raggiungere gli obiettivi politici, ma questo riguarda anche il quadro regolatorio, che noi diamo loro, quindi anche in questo caso vediamo un potenziale di semplificazione e di migliore regolamentazione.”
L'anno scorso, la Danimarca è diventata il primo paese al mondo a legiferare in materia di tassazione delle emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura, settore che rappresenta quasi il 29% delle emissioni totali di gas serra danesi e circa l'80% delle emissioni di metano e protossido di azoto, provenienti in gran parte dall’allevamento e dall'uso di fertilizzanti. In base al cosiddetto Accordo tripartito verde, a partire dal 2030 le emissioni prodotte dal bestiame saranno tassate e il gettito sarà destinato a iniziative ecologiche e al sostegno degli agricoltori.
Infine, come ricorda Politico.eu, durante la presidenza danese si discuterà del prossimo bilancio a medio termine dell’UE (2028-2034), che comporterà implicazioni per la spesa agricola, e si porteranno avanti dossier scottanti già aperti, come le norme sulle nuove tecniche genomiche e il trasporto degli animali.
In copertina: © Consiglio UE