Il prossimo 6 maggio si terrà il primo incontro del trilogo, ovvero il negoziato informale a cui prendono parte i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione europei, sulla proposta di regolamento relativa alle piante ottenute attraverso le nuove tecniche genomiche (NGT), in Italia note come Tecniche di evoluzione assistita (TEA), e agli alimenti e mangimi da esse derivati.

Riparte, quindi, un importante iter legislativo, che si era interrotto per le elezioni europee del 2024: l’obiettivo è garantire un quadro normativo favorevole all’uso di strumenti innovativi, per rendere l’agricoltura, e quindi il sistema alimentare, più sostenibile e resiliente, sviluppando varietà vegetali migliorate.

La differenza tra NGT e OGM

Le NGT, attualmente soggette alle stesse regole degli OGM (organismi geneticamente modificati), risalenti al 2001, sono tecnologie di ultima generazione che permettono di modificare il dna di un organismo intervenendo su specifiche parti del genoma in modo rapido e preciso.

La differenza principale rispetto agli OGM tradizionali è che questi ultimi spesso contengono geni provenienti da specie diverse, mentre una pianta sviluppata con le NGT può risultare geneticamente indistinguibile da una ottenuta per mutazione naturale o tramite incroci tradizionali.

NGT, l’iter legislativo europeo

Il percorso di regolamentazione delle NGT è cominciato il 5 luglio 2023, quando la Commissione Europea ha presentato la sua proposta, su cui il Parlamento si è espresso nell’aprile 2024.

Il 14 marzo 2025, al termine della riunione del COREPER, ovvero il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli stati membri dell’UE, il Consiglio ha deciso di avviare la fase di trilogo, suggerendo a sua volta una serie di modifiche nell’ambito del suo mandato negoziale.

Lo scorso 8 aprile, poi, la Commissione ambiente dell’Eurocamera (ENVI) ha dato il suo via libera all’apertura delle trattative, che vedranno posizioni negoziali differenti su alcune questioni, dalle norme di tracciabilità ed etichettatura al rilascio dei brevetti.

La proposta: due categorie di piante NGT

La proposta della Commissione europea prevede due percorsi diversi per l'immissione in commercio delle piante NGT, che vengono distinte in due categorie. 

Le piante NGT di categoria 1 sarebbero considerate equivalenti a quelle presenti in natura o prodotte mediante tecniche di selezione convenzionali: sarebbero così esentate dalle norme attuali sugli OGM e non sarebbero etichettate, tranne le sementi prodotte mediante tali tecniche, che sarebbero invece soggette a etichettatura.

Nella categoria 2 rientrerebbero tutte le altre piante NGT, che sarebbero etichettate come tali e a cui si applicherebbero le norme previste dalla legislazione sugli Ogm, compresa la valutazione del rischio e l'autorizzazione prima dell’immissione in commercio. Si esclude poi l’utilizzo di NGT nell’ambito della produzione biologica.

Pur sostenendo l’impianto principale della proposta della Commissione europea, Consiglio e Parlamento chiedono alcune modifiche.

Per esempio, il Consiglio sostiene che, al momento della registrazione di una pianta o prodotto NGT di categoria 1, si debbano presentare informazioni relative a tutti i brevetti esistenti o pendenti, da inserire in una banca dati accessibile al pubblico, istituita dalla Commissione UE e regolarmente aggiornata.

L’Europarlamento punta invece al divieto di brevettare le piante NGT di entrambe le categorie, per evitare incertezze giuridiche, aumento dei costi e nuove dipendenze per agricoltori e allevatori. I deputati vogliono anche emendare l'entità e il numero di modifiche genetiche necessarie affinché una pianta NGT sia considerata equivalente a una pianta ottenuta con tecniche convenzionali. Per garantire trasparenza, concordano sulla necessità di un elenco pubblico online di tutte le piante NGT 1.

Per quanto riguarda le piante NGT di categoria 2, il Consiglio suggerisce la possibilità per gli stati membri di proibirne la coltivazione sul loro territorio e di adottare misure per evitarne la presenza involontaria in altri prodotti nonché la contaminazione transfrontaliera.

Le piante NGT di categoria 2 dovrebbero contenere un'etichetta che le identifichi come tali, in linea con la proposta della Commissione, che contenga informazioni su tutti i tratti modificati, per garantire che i consumatori abbiano accesso a informazioni accurate e complete. Per incentivarne la diffusione, i deputati dell’Europarlamento propongono di accelerare la procedura di valutazione del rischio per quelle piante NGT 2 che dovrebbero contribuire a un sistema agroalimentare più sostenibile, ma sottolineano che il cosiddetto principio di precauzione va comunque rispettato.

Il dibattito sulle Nuove tecniche genomiche

Le nuove biotecnologie agricole possono offrire numerosi vantaggi: permettono modifiche puntuali, riducendo il rischio di alterazioni indesiderate nel genoma, accelerano lo sviluppo di nuove varietà vegetali rispetto ai metodi convenzionali, riducono la necessità di pesticidi e fertilizzanti, possono generare colture più resistenti alla siccità, alle malattie e agli insetti, in grado di dare rese più elevate.

D’altra parte, però, permangono timori legati alla sicurezza alimentare, all’impatto ambientale e all’etica, oltre al rischio, per esempio, di favorire la concentrazione del sapere nelle mani delle grandi aziende a discapito dei piccoli produttori. 

Per questo le parti concordano sulla necessità di trasparenza e dialogo tra scienza, politica e società, per arrivare a definire regole chiare e responsabili: resta da vedere quale sarà la versione finale del testo, che dovrà essere formalmente adottato dal Consiglio e dal Parlamento prima di poter entrare in vigore. 

 

In copertina: la relatrice Jessica Polfjärd fotografata da Philippe Stirnweiss © European Union 2024 - Source : EP