Questo articolo è disponibile anche in inglese / This article is also available in English

Per il numero 56 di Materia Rinnovabile, dedicato al Global South, abbiamo portato al tavolo del Think Tank tre personalità che lavorano per l’innovazione dei sistemi e per la transizione sostenibile di importanti economie emergenti.

Con Lerato Mataboge, commissaria per il Dipartimento Infrastrutture ed Energia dell’African Union, abbiamo fatto il punto sulla transizione energetica del continente africano e, più in generale, sul percorso intrapreso verso un futuro più equo e resiliente, in cui la finanza climatica e l’innovazione svolgeranno un ruolo fondamentale.

Con Shalini Bhalla, fondatrice dell’International Council for Circular Economy (ICCE), abbiamo parlato di economia circolare in India e delle sfide per uno sviluppo sostenibile della più grande democrazia del mondo.

Infine, Jane Mariara, presidente della African Society for Ecological Economics, ci ha spiegato come il modello Earth4All potrebbe essere applicato al Kenya, consentendo al Paese di fare passi da gigante su questioni come il contrasto alle disuguaglianze, l’eradicazione della povertà, l’empowerment femminile, la trasformazione dei sistemi alimentari e la transizione energetica.

Qui di seguito, un assaggio dei temi di cui abbiamo parlato. Le interviste complete le potete leggere su Materia Rinnovabile #56.

Lerato Mataboge: un nuovo capitolo per l’Africa

Nel complesso percorso dell'Africa verso un futuro low-carbon e resiliente, l'Agenda 2063 dell'African Union delinea un quadro ambizioso per un continente integrato, prospero e sostenibile, guidato dall'innovazione, dall'equità e dall'indipendenza energetica.

Tuttavia, per trasformare questa visione in realtà i sogni non bastano. I finanziamenti per il clima, indipendentemente dalla loro provenienza – che si tratti di investimenti pubblici, del settore privato o di venture capital specializzati in startup green – saranno una parte fondamentale della soluzione per spingere la transizione verde dell'Africa. Parte della soluzione prevede la costruzione di infrastrutture resistenti al clima, l'attuazione di politiche efficienti dal punto di vista climatico e la promozione dell'innovazione nelle tecnologie pulite.

Rim Ben Khalifa ne ha parlato con Lerato Mataboge, neocommissaria per il Dipartimento Infrastrutture ed Energia dell'African Union, una delle voci più autorevoli in materia di commercio, integrazione, sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale.

In questa conversazione esclusiva, Lerato Mataboge analizza il potenziale dell'Africa come leader globale nelle energie rinnovabili, l'importanza di un finanziamento inclusivo per il clima e i provvedimenti necessari per concretizzare la volontà politica in un cambiamento reale e tangibile.

Shalini Bhalla: in India la circolarità è una storia antica che si proietta nel futuro

Che l’economia circolare sia nel dna dell’India è una constatazione evidente per chiunque ci sia stato. Nella nazione del Mahatma Gandhi, il vuoto a rendere non è una pratica d’avanguardia e il riuso, spesso molto ingegnoso e creativo, di materiali di scarto, componenti meccaniche e oggetti di seconda mano è parte della vita quotidiana.

Oggi, tuttavia, il Paese è impegnato in un salto di scala. L’ambizioso piano lanciato da Narendra Modi e battezzato Viksit Bharat (letteralmente “India sviluppata”) ne immagina la trasformazione in una nazione prospera e moderna entro il 2047, in tempo per il centenario dell’Indipendenza. Uno sviluppo accelerato che dovrà incorporare anche i principi della sostenibilità e circolarità, riuscendo a integrare un enorme settore informale con le più innovative tecnologie nel campo del riciclo e le più collaudate pratiche e normative.

Giorgia Marino ne ha discusso con Shalini Bhalla, fondatrice dell’International Council for Circular Economy (ICCE), autrice del primo libro edito in India sull’economia circolare (Circular Economy. (Re)emerging Movement) e direttrice della prima rivista indiana sul tema, il Journal on Circular Economy.

Jane Mariara: un balzo da gigante per il Kenya

Lanciato nel 2020, Earth4All rappresenta oggi uno dei modelli più influenti e riconosciuti per trasformare gli attuali sistemi economici e politici al fine di raggiungere il benessere per tutti entro i limiti planetari. Promossa da un gruppo di prestigiose istituzioni – il Club di Roma, la BI Norwegian Business School, il Potsdam Institute for Climate Impact e lo Stockholm Resilience Centre – l'iniziativa E4A ha riunito scienziati, economisti e divulgatori che operano in continuità con l'eredità tracciata dal rapporto I limiti dello sviluppo e dal modello dei “Planetary Boundaries”. 

Come nel 1972 con gli scenari delineati ne I limiti dello sviluppo, il cuore del progetto è un modello di simulazione dinamica dei sistemi che si basa su due ipotesi di scenario per i prossimi decenni: “Too Little Too Late” (troppo poco, troppo tardi) e “Giant Leap” (balzo da gigante). Sulla base delle politiche che verranno adottate, i risultati saranno misurati in cinque aree fondamentali di trasformazione: contrasto alle disuguaglianze, eradicazione della povertà, empowerment femminile, trasformazione dei sistemi alimentari e transizione energetica. Per ciascuna di queste aree viene delineata una “extraordinary turnaround” (inversione di tendenza).

Sulla base del modello globale presentato per la prima volta nel libro Una Terra per tutti (Ed. Ambiente, 2022), sono stati pubblicati vari articoli e report su aspetti specifici, e alcune declinazioni del modello a livello nazionale. Dopo Germania e Austria, anche il Kenya è stato scelto come caso di studio per contestualizzare il modello.

Di Earth4All Kenya, Marco Moro ha parlato con una degli autori, Jane Mariara, direttrice esecutiva di PEP-Partnership for Economic Policy e presidente della African Society for Ecological Economics.

SCARICA E LEGGI IL NUMERO 56 DI MATERIA RINNOVABILE: GLOBAL SOUTH

In copertina: Lerato Mataboge, Shalini Bhalla, Jane Mariara