Nel 2024 gli investimenti complessivi delle utilities italiane hanno raggiunto gli 8,5 miliardi di euro, segnando un aumento del 15% rispetto ai 7,4 miliardi dell’anno precedente, con oltre un terzo delle risorse, pari a circa 3 miliardi di euro e corrispondenti al 37% del totale, destinato a interventi di decarbonizzazione, digitalizzazione ed economia circolare, in significativo progresso rispetto al 2023.
Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto di sostenibilità, Il ruolo delle utilities nella costruzione di un futuro sostenibile, elaborato anche quest’anno da Fondazione Utilitatis per conto di Utilitalia su un campione di oltre cento aziende rappresentative del settore, presentato a Ecomondo 2025.
La combinazione di transizione energetica, innovazione digitale e attenzione ai territori rende le utilities un attore centrale nella costruzione di un’economia sostenibile e resiliente. Con un volume di investimenti in continuo aumento e un crescente allineamento agli obiettivi climatici europei, il settore appare sempre più determinante per sostenere competitività, sicurezza delle infrastrutture e qualità dei servizi pubblici nel prossimo decennio.
Investimenti in accelerazione e focus sulla transizione ecologica
La decarbonizzazione si consolida come asse prioritario, con investimenti pari a 1,3 miliardi di euro contro gli 1,1 miliardi dell’anno precedente. Il 78% dell’energia prodotta dalle utilities proviene da fonti rinnovabili, mentre la flotta a basso impatto ambientale ha raggiunto quasi 12.000 mezzi, pari al 26% del totale e impiegati in larga parte nei servizi di raccolta dei rifiuti. Una rilevazione su un sotto-campione rappresentativo evidenzia inoltre una riduzione delle emissioni dirette Scope 1 del 12% e delle emissioni indirette Scope 2 del 15% rispetto al 2018, confermando un percorso di miglioramento energetico strutturato.
Sul fronte dell’economia circolare, gli investimenti superano il miliardo di euro, quasi il doppio rispetto ai 530 milioni registrati nel 2023. La spinta finanziaria ha contribuito a portare il riciclo dei rifiuti differenziati al 94% e il riutilizzo o recupero dei fanghi di depurazione al 96%, rafforzando un modello di gestione avanzato e sempre più integrato con gli obiettivi europei.
Anche la digitalizzazione mostra una crescita significativa, con 780 milioni di euro investiti, pari a un incremento del 30% annuo. Oggi il 43% della rete idrica risulta distrettualizzata, mentre i contatori intelligenti del gas rappresentano il 69% del totale installato, a testimonianza di un processo di modernizzazione delle infrastrutture rilevante per efficienza operativa e sicurezza.
Il valore aggiunto distribuito agli stakeholder ammonta a 16 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto ai 14,6 miliardi del 2023. A questi si aggiungono 27,8 miliardi di euro di spesa verso i fornitori, di cui il 54% destinato a realtà locali. Questi numeri, osserva il presidente di Utilitalia Luca Dal Fabbro, “testimoniano la centralità del comparto delle utilities per consentire al paese di affrontare le sfide e di cogliere le opportunità della transizione ecologica e di quella digitale. Si tratta di un settore strategico per il nostro paese sul fronte degli investimenti, dei servizi offerti ai cittadini e del valore economico generato. Ora, anche alla luce del contesto geopolitico, la sostenibilità e la sicurezza delle infrastrutture e delle reti saranno temi sempre più interconnessi, che richiederanno alle utilities un ulteriore sforzo in termini di investimenti e di acquisizione del know-how necessario”.
ESG, inclusione e governance: il nuovo volto delle utilities
Il rapporto di sostenibilità evidenzia un’evoluzione dei modelli gestionali orientata all’integrazione dei criteri ESG. Il 61% delle aziende elabora un rapporto di sostenibilità pur non essendo obbligato per legge, il 54% ha creato una struttura organizzativa dedicata e il 46% inserisce obiettivi di sostenibilità nel piano industriale. Sono indicatori che mostrano una maturità crescente nella gestione strategica dei rischi ambientali, sociali e di governance.
La Survey Dinamiche D&I nelle utility italiane, condotta dall’Osservatorio D&I, fotografa un quadro in trasformazione. I valori più elevati del D&I Index si registrano nella vocazione al territorio con il 52%, nella neutralità delle politiche di selezione con il 56% e nei sistemi di valutazione e premialità del personale con il 39%.
Permangono tuttavia criticità: solo il 28% delle aziende possiede la certificazione per la parità di genere, mentre le donne rappresentano appena il 18% della dirigenza e meno dell’11% delle figure di prima linea con budget e responsabilità gestionali. Ancora più ridotta, al 6%, è la presenza femminile nei ruoli di direzione generale.
Sul versante della sicurezza, il settore mostra una crescente attenzione: il 60% delle aziende monitora i near miss e il 72% adotta sistemi di gestione certificati, un dato significativo in un comparto caratterizzato da attività operative complesse.
Secondo il presidente di Fondazione Utilitatis, Mario Rosario Mazzola, le aziende associate condividono un impegno comune orientato alla sostenibilità, all’inclusione e alla valorizzazione delle comunità locali. L’85% degli investimenti totali, pari a oltre 7 miliardi di euro, è destinato ai territori in cui le utilities operano, consolidando una relazione diretta tra innovazione, qualità dei servizi e sviluppo locale.
In copertina: immagine Envato
