
Dopo mesi di rinvii e in un clima di forte incertezza, la Commissione europea si prepara a presentare il 16 dicembre la proposta di revisione degli standard CO₂ per auto e furgoni. L’intervento potrebbe modificare in modo sostanziale la scadenza del 2035, che vieta la vendita di nuovi veicoli a combustione imponendo che le nuove immatricolazioni abbiano zero emissioni. Una norma che può essere soddisfatta non solo dai veicoli elettrici a batteria ma anche da auto a idrogeno in condizioni specifiche e da carburanti sintetici prodotti con elettricità rinnovabile.
Le pressioni dell’industria, guidata dalla lobby automobilistica tedesca, puntano a ridurre l’obbligo dal 100% al 90% entro il 2035, un allentamento che, secondo le associazioni ambientaliste, favorirebbe un aumento delle vendite di plug-in e ibride. Tra le ipotesi in esame figura anche lo slittamento dell’intero divieto al 2040, una posizione sostenuta pubblicamente da esponenti di primo piano del Partito popolare europeo.
Il 12 dicembre, secondo quanto riportato da Bild, un accordo tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il leader del PPE Manfred Weber avrebbe segnato un cambio di rotta: “Il divieto ai motori a combustione interna è fuori discussione”, ha dichiarato Weber.
Le richieste dei sette stati membri e il tema della neutralità tecnologica
Parallelamente, almeno sette stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Slovacchia) hanno chiesto alla Commissione di eliminare il divieto alla vendita di nuove auto diesel e benzina dal 2035, secondo due lettere visionate da Euronews. Gli stati sostengono che l’industria automobilistica europea rischierebbe di non reggere alla transizione, rendendo “imperative” soluzioni più flessibili. Nelle lettere, i governi chiedono esplicitamente che la revisione normativa consenta anche dopo il 2035 la commercializzazione di veicoli ibridi, richiamando il principio di neutralità tecnologica.
Oltre ai veicoli ibridi, i firmatari indicano idrogeno e biocarburanti come tecnologie alternative in grado di sostenere la competitività industriale e allo stesso tempo ridurre le emissioni. L’appello pone inoltre l’accento sulle infrastrutture: i sette paesi ritengono necessario accelerare l’installazione di punti di ricarica e stazioni per il rifornimento di idrogeno in tutta l’UE, invitando Bruxelles a migliorarne disponibilità e distribuzione.
Un confronto che ridefinisce la strategia europea
Il dibattito sulla revisione del target 2035 apre una nuova fase nella politica climatica europea, segnata da un difficile equilibrio tra obiettivi ambientali, tenuta industriale e consenso politico. La decisione che emergerà nelle prossime settimane sarà determinante per definire la traiettoria della decarbonizzazione dei trasporti, settore responsabile di circa un quarto delle emissioni europee. Con la Commissione ora impegnata a trovare un compromesso tra flessibilità tecnologica e integrità climatica, la revisione della normativa rappresenta un banco di prova decisivo per la credibilità del Green Deal e per la competitività dell’automotive continentale.
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In copertina: Manfred Weber e Ursula von der Leyen © European Union, 2024
