Giovedì 8 maggio, il Parlamento europeo ha approvato con ampia maggioranza una modifica legislativa che introduce maggiore flessibilità nei criteri per la riduzione delle emissioni di CO₂ da parte dei costruttori di autovetture e furgoni. Il provvedimento, che ha raccolto 458 voti favorevoli, 101 contrari e 14 astensioni, mira a dare sostegno a un comparto industriale strategico, in un momento segnato da transizione tecnologica e crescente concorrenza globale.

Il nuovo meccanismo, che riguarda il triennio 2025–2027, permette ai costruttori di calcolare la conformità ai limiti di emissione non più su base annuale, ma come media su tre anni. In questo modo, eventuali sforamenti temporanei potranno essere compensati da risultati migliori negli anni successivi. Una misura che, secondo Bruxelles, aiuterà le case automobilistiche europee a gestire meglio la complessa fase di passaggio verso la mobilità a basse emissioni.

Una risposta alla pressione competitiva

La proposta approvata dal Parlamento nasce come parte del piano d’azione industriale per l’automotive annunciato dalla Commissione europea lo scorso 5 marzo. Il documento segue il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica lanciato a gennaio dalla presidente Ursula von der Leyen. Obiettivo: rafforzare la competitività europea in un settore messo sotto pressione dalla rapidità dell’innovazione tecnologica, dall’ascesa della concorrenza cinese e dall’esigenza di rispettare gli impegni climatici.

“Questa flessibilità temporanea non indebolisce gli obiettivi climatici”, si affrettano a precisare da Bruxelles. Gli obiettivi restano infatti invariati: dal 2025 al 2029, le emissioni medie di CO₂ delle nuove auto e dei nuovi furgoni dovranno essere ridotte del 15% rispetto ai livelli del 2021. La novità è solo nella modalità di calcolo, che ora consente margini più gestibili per le imprese.

Procedura d’urgenza e prossime tappe

Per favorire una rapida adozione della misura, il Parlamento ha scelto di attivare la procedura d’urgenza, strumento previsto dai regolamenti UE per leggi considerate prioritarie. Il testo approvato dal Parlmento è lo stesso che il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il 7 maggio, eliminando così la necessità di una nuova tornata negoziale.

La norma entrerà in vigore entro fine maggio, una volta espletate le ultime formalità legislative. La sua applicazione sarà limitata al solo triennio 2025-2027: da gennaio 2028 si tornerà al sistema di controllo annuale.

Una strategia per restare competitivi

Dietro alla scelta di Bruxelles c’è la convinzione che l’industria automobilistica europea sta vivendo una fase di trasformazione epocale, in cui la transizione green deve essere sostenuta anche da misure che tengano conto della realtà produttiva e degli equilibri globali.

Il sistema di media triennale delle emissioni viene quindi visto come una “valvola di compensazione” per evitare che il sistema normativo europeo, “seppur virtuoso”, finisca per diventare un ostacolo competitivo. “Sostenere le imprese significa anche offrire strumenti regolatori più flessibili, purché non compromettano il percorso verso la decarbonizzazione”, è la linea condivisa da Commissione e Parlamento.

L’industria osserva con attenzione

La reazione del settore è prudenzialmente positiva. Diverse associazioni di categoria avevano già chiesto alla Commissione un “quadro normativo più realistico” per accompagnare la transizione. La possibilità di bilanciare le prestazioni su più anni è considerata utile soprattutto per i piccoli e medi costruttori, meno attrezzati a gestire eventuali picchi di produzione ad alto impatto emissivo.

Resta tuttavia l’impegno europeo a non abbassare la guardia sugli obiettivi ambientali, che prevedono lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. La flessibilità appena approvata è quindi una misura ponte, destinata a facilitare un percorso che resta tracciato.

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