Un investimento da 460.000 euro per innovare i processi di produzione, con un’attenzione particolare alla sostenibilità: questo è il programma di Casati Green, progetto ideato da Casati Flock & Fibers e recentemente premiato nell’ambito del bando Ri.Circo.Lo. da Regione Lombardia, che coprirà metà dei costi. Il nuovo piano industriale dell'azienda brianzola, che produce flock da sottoprodotti tessili, punta su impianti innovativi che consentono di risparmiare energia e diminuire il consumo di acqua.
Il flock è già di per sé un esempio di economia circolare: si tratta di una polvere tessile recuperata dagli scarti della lavorazione dei velluti, che viene poi utilizzata per coprire superfici aggiungendo al prodotto un importante valore estetico. Viene impiegato in diversi settori, con richieste da parte di designer, case automobilistiche, brand di moda e industrie cosmetiche. Con il progetto Casati Green, l’azienda si pone l’obiettivo di rendere l’intero processo produttivo del flock ancora più efficiente e circolare.
Il piano industriale
L’azienda a conduzione familiare, che da oltre 70 anni trasforma i sottoprodotti tessili in flock, intende rilanciare la propria produttività con un piano che punta sull’ammodernamento e la tecnologia. “Stiamo varando soluzioni innovative che vanno in un’unica direzione: la sostenibilità ambientale e l’economia circolare”, sottolinea la presidente Lorena Rossi Casati. “Puntiamo a innovare il nostro processo produttivo per il recupero e la valorizzazione degli scarti tessili, in particolare quelli misti e multicolore, attualmente difficili da trattare con tecnologie convenzionali.”
Il piano prevede innanzitutto l’introduzione di valvole di nuova generazione, a controllo digitale, per il riutilizzo dell’acqua nei bagni di tintura, che permetterà di ridurre l’impronta idrica dell’azienda. Per ottimizzare la produzione, si punterà soprattutto sulla digitalizzazione dei processi. Inoltre, verranno installati nuovi impianti di aspirazione e captazione delle polveri, un software gestionale evoluto per la riduzione degli sprechi, dosatori automatici per i prodotti chimici e infine un sistema integrato per la gestione di vasche e centrifughe. Soluzioni che contribuiranno non solo a ridurre l’impatto ambientale, ma anche a migliorare la qualità del prodotto finale.
Il cofinanziamento di Regione Lombardia
Un contributo importante per la realizzazione del progetto è arrivato grazie alla vittoria del bando Ri.Circo.Lo., dedicato da Regione Lombardia al sostegno delle PMI lombarde delle filiere della plastica e del tessile nella prevenzione della produzione dei rifiuti, il riciclo, il riutilizzo e la chiusura del ciclo delle risorse. Aggiudicandosi il bando, infatti, la Casati Flock & Fibers ha ottenuto un finanziamento del 50% delle spese previste.
“Siamo sempre stati un’azienda artigianale, ma questo progetto segna un cambio di passo: abbiamo vinto il bando perché abbiamo presentato innovazioni strutturali, nel segno della sostenibilità, per plasmare un’impresa 5.0”, continua la presidente. “Casati Green rappresenta da una parte il recupero dell'anima stessa di Casati, e dall'altra la chiave di volta per il futuro. Questo progetto diventa essenziale nello sviluppo di qualsiasi nostra dinamica produttiva: flock, ecologia, ambiente.”
I progetti futuri
Alcuni interventi sono già in via di realizzazione e verranno ultimati entro la fine di settembre 2025, mentre altri sono previsti entro il 2027. Un obiettivo chiave di Casati Green è quello relativo alla quantità di acqua usata per colorare le polveri. Infatti, attualmente ogni volta che avviene questo procedimento si usano coloranti e acqua nuova. Il sistema futuro consentirà invece di tingere le polveri con la stessa acqua di recupero, limitando così il consumo idrico.
A questo proposito, Rossi Casati specifica che “stiamo già effettuando – e perfezioneremo – un minor utilizzo idrico per lavaggio, tintura e asciugatura del flock, e il recupero dell’acqua dalle centrifughe. Per il 2026 prevediamo di mettere in campo anche il riutilizzo dell’acqua colorata, questione piuttosto complessa ma fondamentale e che deve diventare funzionale ed effettiva.”
Le innovazioni consentiranno anche di ridurre gli scarti avviati a incenerimento, con l’obiettivo di ampliare del 40% il bacino dei materiali recuperati, che verranno reintrodotti nel processo produttivo. Grazie al ricorso a una minore quantità di energia per ogni unità di scarto trattato, e alla riduzione degli impatti connessi allo smaltimento dei rifiuti, l’azienda diminuirà gradualmente anche le emissioni di CO₂ lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
Leggi anche: Riciclo di rifiuti tessili, un’opportunità da miliardi di dollari per l’Europa