Sostenibile, accessibile, digitale, polo culturale. Per l’Unione Europea, Torino è la capitale europea dello Smart Tourism 2025. Punto di riferimento e leader in termini di best practice di turismo intelligente in tutta Europa, alla fine dell’anno scorso Torino è stata eletta European Capital of Smart Tourism del 2025 dalla commissione dell’iniziativa europea Smart Tourism.
L’iniziativa, ormai in atto da anni, prevede due competizioni separate: una per la Smart Capital, rivolta a grandi centri abitati, e una per le Green Pioneer, pensata per le piccole destinazioni che hanno adottato con successo strategie innovative per potenziare il turismo sostenibile. L’obiettivo è promuovere un turismo intelligente e sostenibile su più scale, favorendo il networking tra le destinazioni e facilitando lo scambio delle migliori pratiche all’interno dell’Unione.
Come vi avevamo annunciato l’anno scorso, accanto alla “European Capital” Torino, la Commissione Europea ha eletto anche la sua Green Pioneer in Spagna, a Benidorm. Quest’anno, la redazione di Materia Rinnovabile ha avuto modo di visitare entrambe le destinazioni per conoscerle da vicino.
Cominciamo dalla sorprendente Torino, che ha reso quest’anno l’Italia un punto di riferimento internazionale e che ha fatto scuola in termini di turismo intelligente e, soprattutto, sostenibile.
Torino, eccellenza italiana
Conosciuta principalmente per il suo patrimonio artistico e per l’importante eredità industriale, Torino sta vivendo oggi una trasformazione esemplare, confermandosi una città capace di coniugare sviluppo e rigenerazione urbana, sostenibilità sociale e ambientale e valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico.
Dopo il titolo di Capitale Europea dell’Innovazione 2024-2025, il capoluogo piemontese è stato doppiamente premiato a livello europeo anche per la sua capacità di eccellere in forme di turismo intelligente e rispettoso del territorio. Il tutto promuovendo soluzioni sostenibili per vivere la città e mantenerne alta sia la qualità della vita dei residenti sia l’esperienza turistica dei visitatori in termini di fruibilità e di accessibilità. Il riconoscimento è stato assegnato sulla base di quattro differenti criteri: sostenibilità, accessibilità, digitalizzazione, patrimonio culturale e creatività.
Partendo da una rosa di 21 città candidate provenienti da 10 paesi, Torino ha prevalso in finale su città come Bruxelles, Konya, Lahti, Lviv, Porto e l’altra italiana finalista, Genova. Alla città di Torino è stata riconosciuta la capacità di coniugare tradizione e innovazione, valorizzando, promuovendo e tutelando il patrimonio storico, artistico e naturalistico attraverso nuove tecnologie digitali e progetti creativi. Grazie a questo riconoscimento, la città ha ricevuto nel corso dell’anno un ampio supporto per incrementare la sua visibilità internazionale attraverso campagne di comunicazione e di promozione su scala europea, instaurando collaborazioni con altre città europee ed esportando le proprie buone pratiche nel turismo sostenibile e intelligente.
Un’eredità di trasformazione: la rigenerazione urbana intelligente
Partiamo da uno dei punti cardine che la commissione ha più apprezzato: la capacità di questa città di trasformarsi e affrontare le sfide del suo tempo. La metamorfosi di Torino, da polo industriale a vivace destinazione culturale, rappresenta un modello di rigenerazione urbana intelligente.
Lo possiamo osservare nel tessuto urbano della periferia, in luoghi iconici come il Lingotto, comprensorio di edifici e in passato uno dei principali stabilimenti di produzione della fabbrica automobilistica FIAT, che a partire dal 1982 è stato riconvertito in un grande centro polifunzionale. Oggi è una delle aree più iconiche, polo di incontri e attività culturali e simbolo di riconversione da polo industriale a centro moderno. Ospita un centro commerciale, un centro congressi, fiere tra le più importanti in Italia – come l’evento cardine dell’editoria italiana, il Salone del Libro, e la fiera d’arte più importante del paese, Artissima – un auditorium, la sede del Politecnico di Torino, la Pinacoteca Agnelli e una moltitudine di spazi per eventi e attività culturali.
Altro esempio emblematico è rappresentato dalle OGR - Officine Grandi Riparazioni, un complesso industriale di fine Ottocento. Per un secolo, fino ai primi anni Novanta, le OGR hanno rappresentato un'eccellenza nel campo della manutenzione di locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. Oggi, dopo un grande piano di ristrutturazione e riqualificazione funzionale e strutturale iniziato nel 2013, sono un centro culturale e creativo, che testimonia l’impegno della città e dei privati sul territorio nel fondere storia e innovazione contemporanea. Il centro ospita eventi e attività culturali, tecnologiche e formative, e in maniera stabile durante l’anno uffici e centri di ricerca di grandi aziende, con l’obiettivo di sostenere nella fase iniziale giovani start-up che mettono al centro dei loro obiettivi l’innovazione.
O ancora, il Parco Dora, spazio verde postindustriale che somiglia a un’enorme installazione artistica a cielo aperto. E che si estende per circa 456.000 metri quadri, dove fino a trent’anni fa sorgevano i grandi stabilimenti di produzione della Fiat e della Michelin.
Si inserisce nell’elenco anche il progetto di riqualificazione del quartiere Barriera di Milano con il Barriera Design District, che sfrutta progetti legati al design, all’artigianato e all’arte per rinnovare e valorizzare l’area. A partire da luoghi come i magazzini Docks Dora, simbolo di riqualificazione urbana, dove i vecchi capannoni industriali sono diventati vivaci spazi culturali e creativi. Qui le ex fabbriche si trasformano in laboratori creativi contemporanei, gallerie d’arte contemporanea, laboratori, birrifici artigianali, loft di design e tanto altro.
Inclusione sociale e accessibilità
A questi esempi se ne accodano altri, che intrecciano la riqualificazione urbana al tema dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Tra le iniziative più interessanti con cui siamo venuti a contatto figura la rete delle Case di Quartiere. Si contano in totale otto “Case” in tutta la città, in strutture e aree a cui è stato cambiato uso e destinazione, convertite in luoghi che oggi coinvolgono attivamente i residenti nella costruzione di comunità più inclusive. Il tutto rendendo anche l’esperienza turistica accessibile e condivisa. Questi spazi di comunità offrono occasioni di incontro come rassegne culturali, sportelli sociali, laboratori, biblioteche, spazi sicuri per imparare o essere ascoltati, e stimolano esperienze di cittadinanza attiva.
Sul tema dell’accessibilità, Torino ha posto un’attenzione particolare sul sistema di trasporto pubblico, oggi totalmente accessibile sia negli autobus sia nella metropolitana, e sulla fruizione culturale. I molti musei della città, dal Museo Egizio al Palazzo Reale, fino alla GAM, co-progettano percorsi sensoriali dedicati alle persone con disabilità, rendendo l’esperienza museale più inclusiva.
Pioniera in questo ambito, nel 2007 Torino ha lanciato Turismabile, una delle prime piattaforme italiane dedicate al miglioramento dell’accessibilità turistica. Il progetto opera su più fronti: formazione e sensibilizzazione su accoglienza e inclusione, rilevazione e valutazione dell’accessibilità delle realtà sul territorio, redazione di piani di miglioramento per strutture e destinazioni, ideazione e promozione di proposte turistiche accessibili in collaborazione con tour operator specializzati. Un lavoro capillare che, insieme alla produzione di informazioni multilingue e al dialogo continuo con associazioni del territorio, contribuisce a garantire un’esperienza di viaggio realmente accessibile a tutti.
Sostenibilità ambientale: dagli spazi verdi al trasporto pubblico
Torino è una delle città più verdi d’Italia. Il 37% del territorio comunale è costituito da aree verdi (parchi, giardini, viali alberati) e, in media, ogni abitante dispone di 20 metri quadrati di verde pubblico. La città conta 320 parchi e spazi verdi, 450 km di viali alberati, 258 km di piste ciclabili collegate tra loro e con l’area metropolitana, oltre a 380.000 metri quadrati destinati a zone pedonali.
Ciò nonostante, Torino è nota per essere una delle città più inquinate d’Italia, situazione dovuta alla sua posizione geografica “sfortunata”: stretta tra Alpi e collina, fatica a garantire un ricircolo d’aria efficace come in altre aree urbane. Nonostante questo handicap naturale, la città sta intervenendo con decisione, soprattutto sul fronte dei trasporti, per contrastare il livello di inquinamento dell’aria. L’alta motorizzazione, insieme al riscaldamento domestico e alle emissioni agricole, resta uno dei principali nodi da sciogliere.
Per questo Torino sta ridefinendo il suo modello di mobilità: potenziamento ed elettrificazione del trasporto pubblico, estensione delle piste ciclabili, ampliamento delle aree pedonali, crescita della mobilità condivisa e introduzione della “Città30” per ridurre la velocità nei centri urbani, tutte misure inserite in un percorso verso la neutralità climatica al 2030.
“Ci siamo candidati nell’aprile del 2022 per diventare una città climaticamente neutra entro il 2030”, spiega Chiara Foglietta, assessora alla transizione ecologica e digitale della città di Torino a Materia Rinnovabile, riferendosi al Climate City Contract presentato tre anni fa alla Commissione europea e quindi all’adesione alla missione 100 climate-neutral and smart cities by 2030, che unisce 100 città in Europa per anticipare di vent’anni l’obiettivo di neutralità climatica. Adesione che ha segnato l'avvio di un percorso di cambiamento importante che coinvolge iniziative su mobilità sostenibile, efficienza energetica e pianificazione urbana.
“Stiamo puntando sulla decarbonizzazione dei trasporti, con l'investimento di 170 milioni di euro nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che renderà tutta la flotta green con bus elettrici”, continua Foglietta. “Tutto questo andrà a incidere non solo nel contenimento della CO₂ e dei gas climalteranti, ma inciderà anche sul contenimento delle polveri sottili”.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico, autobus di nuova generazione entreranno in servizio entro il 2026, sostituendo parte della flotta attuale e garantendo una mobilità completamente accessibile e sostenibile. La mobilità di Torino non guarda solo alla sostenibilità, ma anche all’innovazione. È la prima città, infatti, dove, a partire da quest’anno, sono in uso in via sperimentale delle navette a guida autonoma. Navette senza autista chiamate AuToMove, che forniscono un servizio gratuito e accessibile tramite prenotazione, al momento attive intorno all’area del Campus Luigi Einaudi.
Sul tema della gestione dei rifiuti urbani, l’Assessora Foglietta aggiunge: “La raccolta differenziata in questa città è partita vent'anni fa e aveva tralasciato il centro cittadino. Questa amministrazione ha portato la raccolta differenziata anche negli ultimi quartieri in cui mancava, tra cui il centro città. Questo ultimo cambiamento è stato molto impattante, poiché il centro città è fatto non solo di residenziale, ma anche di tanti uffici e di tantissima ristorazione. Si è trattato di un lavoro che ha coinvolto tantissimi attori del territorio”.
E continua: “Impegniamo anche molti fondi, fondi di coesione, fondi europei, anche sulla tematica dell'economia circolare, proprio perché crediamo che molte progettualità che partono dal basso debbano spingere i cittadini a non dire ‘non mi serve più e lo butto’, ma a provare a riutilizzare e a riciclare. Questo perché? Perché la decarbonizzazione, ovviamente, passa anche dalla circolarità, dalla raccolta differenziata. Grazie ai fondi PNRR, per quanto riguarda sempre la tematica dell'ambiente e dell'igiene urbana, stiamo approvando un nuovo ecocentro nella zona nord della città, in un quadrante che era manchevole, in via Massari. La cura dell'ambiente passa sì tantissimo dalle iniziative politiche di una città, ma anche dall'educazione civica delle cittadine e dei cittadini. Cerchiamo di incoraggiare questo sentimento con iniziative locali e culturali. Penso, per esempio, a quanto è stato fatto nel quartiere di Barriera di Milano, con corsi e campagne di sensibilizzazione multilingue alla cittadinanza, per fare formazione intorno a come differenziare correttamente i rifiuti”.
La conversione di ex aree industriali in spazi verdi e il potenziamento del trasporto pubblico illustrano una visione strategica per un turismo sostenibile e una migliore qualità della vita urbana. Ma la sfida, come evidenzia anche l’Assessora Foglietta, resta culturale oltre che infrastrutturale: ridurre il traffico, cambiare abitudini e, progressivamente, limitare l’uso dell’auto privata nei centri urbani sono passaggi necessari ma ancora difficili da attuare pienamente. Il lavoro di informazione, formazione e sensibilizzazione sulla comunità resta imprescindibile.
Valorizzare una storia culturale unica
Infine, come è facile immaginare, Torino si distingue come meta prediletta, in Italia e in Europa, anche e soprattutto per la sua vasta e unica offerta culturale e artistica. Come sappiamo, il capoluogo piemontese custodisce un patrimonio culturale di eccellenza: basti pensare al Museo Egizio, il secondo più importante al mondo nel suo genere, che richiama visitatori da ogni continente e che fa scuola nel mondo in termini di didattica e progetti di accessibilità. O alle Residenze Reali Sabaude, patrimonio UNESCO dal 1997.
Anno dopo anno, Torino si conferma una capitale culturale viva, con un calendario ricchissimo di eventi e festival dedicati a cinema, letteratura, musica e arti visive, molti dei quali attivi da decenni e punti di riferimento in Italia (dal Salone del Libro ad Artissima). Con una forte attenzione alla partecipazione delle comunità locali, le industrie creative e turistiche torinesi continuano a crescere, consolidando la città come meta di turismo smart, mai snaturato né piegato alla logica dell’overtourism, e rispettosa del territorio e delle persone che lo abitano.
2026 European Capital of Smart Tourism: dall’Italia alla Finlandia
Anche nel 2026 la Smart Tourism Initiative dell’UE prosegue il suo percorso individuando e premiando le città più virtuose. Alla conclusione del suo anno da European Capital of Smart Tourism, Torino passa il testimone alla città selezionata dalla Commissione Europea per il 2026: Tampere, in Finlandia, annunciata a fine novembre. Come Torino, anche Tampere fa parte delle cento città della EU Mission Climate-Neutral and Smart Cities per anticipare l’obiettivo di neutralità climatica.
Tampere si è distinta sopra le altre candidate nella shortlist (Braga, Bruges, Brussels, Genova, Leipzig e Regensburg) per un approccio che propone una visione equilibrata di crescita sostenibile che mostra, attraverso esperienze innovative collaudate sul territorio finlandese, come il turismo possa contribuire in maniera decisiva al benessere locale. La destinazione ha convinto per la qualità del suo storytelling e per la capacità di delineare un’eredità chiara a livello europeo, posizionandosi come un modello impegnato nella condivisione di conoscenze e buone pratiche.
In copertina: l’installazione European Capital of Smart Tourism 2025, foto di Annamaria Duello
