Il Regolamento (UE) 2023/1115, meglio noto come EUDR (European Union Deforestation Regulation), è lo strumento messo a punto dall’Unione Europea per contrastare il degrado forestale globale e, in particolare, la cosiddetta “deforestazione incorporata”, ossia quella causata soprattutto dall’importazione di beni primari, tra cui cacao, caffè, carne bovina, soia, olio di palma, legno e gomma.

La norma spinge le aziende a mappare digitalmente le proprie catene di approvvigionamento, fino a risalire all’appezzamento in cui sono state coltivate le materie prime importate, verificando che per la loro produzione non siano stati sfruttati terreni deforestati dopo il 2020, o che non siano state modificate delle foreste in modo non sostenibile. Viene quindi vietata l’immissione sul mercato di prodotti che non siano a “deforestazione zero”, con l’obiettivo di salvaguardare il valore ecologico degli ecosistemi forestali nei paesi produttori, collocati in prevalenza nell’area tropicale.

Il percorso dell’EUDR in UE

Il Regolamento EUDR è entrato in vigore il 29 giugno 2023, ma, considerata la complessità del cambiamento introdotto, nel dicembre 2024 i tempi di applicazione della nuova normativa sono stati posticipati di un anno attraverso il Regolamento (UE) 2024/3234: la data ufficiale è attualmente quella del 30 dicembre 2025, con un posticipo di ulteriori sei mesi (30 giugno 2026) per gli operatori che al 31 dicembre 2020 erano costituiti comemicroimprese o piccole imprese, fatta eccezione per i prodotti che figurano nell’allegato del Regolamento (UE) n. 995/2010 - EUTR.

Di recente, però, la Commissione europea ha avanzato proposte di modifica a questa roadmap. Lo scorso 23 settembre è stato ipotizzato un primo rinvio generale di ulteriori 12 mesi, a causa di un sistema informatico “non adeguato” a supportare il nuovo regime, mentre martedì 21 ottobre è arrivata una nuova richiesta, che modifica modalità e tempistiche.

Secondo le ultime indiscrezioni, tra gli stati dell'Unione Europea c’è ampio consenso affinché il Regolamento europeo sulla deforestazione non entri in vigore alla fine dell'anno. A quanto si apprende, molti stati membri hanno inoltre chiesto un ulteriore rinvio e una potenziale semplificazione che vada oltre la proposta della Commissione.

Altri paesi membri hanno sottolineato che possono sostenere solo la proposta della Commissione e non un'ulteriore semplificazione. Da quanto emerso alla riunione degli ambasciatori degli stati membri che si è tenuta oggi, 29 ottobre, in conclusione, la maggioranza delle delegazioni non desidera che l'EUDR, nella sua forma attuale, entri in vigore entro la fine dell'anno. Ora saranno il Parlamento e il Consiglio UE a discuterne: in caso di approvazione, si passerà all’adozione formale; in caso contrario, il regolamento EUDR rimarrà in vigore nella sua forma attuale.

Prima di metà dicembre sarà però difficile sapere l’esito di questo percorso. Una scadenza temporale che mette in difficoltà il mondo delle imprese, come sottolinea FederlegnoArredo: “La successione di annunci, spesso antitetici, prolunga una situazione di incertezza e quindi di complessità per le aziende. Le tempistiche estremamente ristrette per l’approvazione di questa nuova proposta rischiano di compromettere la fattibilità dell’applicazione pratica del Regolamento, ponendo al contempo gli operatori europei in una posizione insostenibile di incertezza giuridica e operativa”.

Rinvio (solo per le PMI) e semplificazione

Secondo la nuova proposta, per le medie e grandi imprese il termine di entrata in applicazione dell’EUDR rimane quello del 30 dicembre 2025 (nessun rinvio di un anno, quindi, come ipotizzato a settembre), ma si introduce un periodo di tolleranza di sei mesi.

La data slitta invece al 30 dicembre 2026 (quindi con un semestre aggiuntivo) per le micro e le piccole imprese. In questo modo si auspica che il sistema informatico possa sostenere il livello di carico previsto, gestendo tutte le dichiarazioni di due diligence che arriveranno.

A tale scopo la Commissione UE prevede una semplificazione degli obblighi per alcuni attori della catena di approvvigionamento. Dettaglianti e grandi aziende manifatturiere europee, che si trovano nella parte a valle della catena del valore non dovranno più presentare dichiarazioni di dovuta diligenza. Gli obblighi si concentreranno sugli operatori a monte, che immettono per primi i prodotti sul mercato. Novità sono previste anche per i micro e piccoli operatori primari, provenienti da paesi a basso rischio, che potranno presentare solo una dichiarazione una tantum nel sistema informatico EUDR.

Il dibattito in corso

L’EUDR è da molti mesi al centro del dibattito in Europa. Da un lato le organizzazioni ambientaliste insistono per una tempestiva attuazione, temendo le pressioni dei partner commerciali, come gli Stati Uniti, che alcuni mesi fa avevano chiesto l’esenzione per i propri prodotti. Dall’altro lato il mondo delle industrie domanda tempo per una corretta attuazione: i diversi comparti agroindustriali dovranno sviluppare nuove procedure e sistemi di tracciabilità, in grado di rispondere agli obiettivi indicati dal Regolamento, ma anche di evitare un aumento degli oneri burocratici.

“La sostenibilità è per la nostra filiera una priorità irrinunciabile, la cui messa a terra non può prescindere da una regolamentazione chiara e realisticamente attuabile”, avevano spiegato FederlegnoArredo e Confagricoltura in un incontro congiunto all’Europarlamento lo scorso settembre. Tra le idee suggerite in quell’occasione, la riduzione degli oneri per le PMI, la concentrazione degli obblighi di due diligence sui primi operatori, il potenziamento del sistema informativo e la garanzia di una classificazione del rischio più aderente alla realtà.

“Le modifiche proposte martedì 21 ottobre dalla Commissione europea sono sostanziali e meritano che le parti interessate, i responsabili politici e gli stati membri abbiano il tempo necessario per analizzarle e discuterne”, prosegue FederlegnoArredo. “Ciò è estremamente difficile considerando la scadenza del 30 dicembre 2025 attualmente in vigore. È oggettivamente irrealistico aspettarsi che le aziende siano pronte a conformarsi immediatamente a un regolamento che è stato rinegoziato frettolosamente solo due mesi prima della sua entrata in vigore.”

Un appello per “fermare l'orologio”

La federazione che riunisce gli imprenditori italiani del settore legno e arredo concorda con la posizione espressa dalle federazioni europee di settore in una lettera aperta indirizzata all’UE, in cui vengono evidenziate numerose difficoltà. Come si legge nel documento, la proposta non riflette la “realtà operativa del mercato”, in cui le medie e grandi imprese interagiscono regolarmente con le piccole e microimprese all'interno di catene di approvvigionamento integrate. “Di conseguenza, la fissazione di date di applicazione diverse − con le grandi e medie imprese tenute a conformarsi a partire dal 30 dicembre 2025 e le piccole e microimprese che beneficiano di dodici mesi supplementari − costringerà in pratica tutti gli operatori a conformarsi a partire dalla stessa data. L'interdipendenza delle imprese all'interno della catena del valore rende illusorio il rinvio proposto, poiché gli operatori più piccoli saranno tenuti ad allinearsi immediatamente per mantenere le relazioni commerciali.”

La Commissione europea viene quindi “esortata a introdurre un meccanismo di stop-the-clock, che consenta ai responsabili politici di effettuare una valutazione adeguata e completa dell’impatto e dell’attuazione del regolamento. Tale rivalutazione dovrebbe mirare a identificare misure di semplificazione autentiche e a rendere gli obblighi dell'EUDR realmente praticabili, preservando al contempo il legittimo obiettivo ambientale del regolamento di combattere la deforestazione, un obiettivo fortemente sostenuto dai firmatari della presente dichiarazione”.

I costi per le PMI

Per quanto riguarda il legno e i suoi derivati, l’EUDR sostituirà il Regolamento EUTR, il cosiddetto Regolamento legno (995/2010), che già da anni vieta l'immissione sul mercato UE di legno e prodotti derivati illegali. “Non possiamo perdere competitività, soprattutto rispetto ai mercati extra UE, che agiscono in assenza totale di regole. Tra le conseguenze si rischia una delocalizzazione delle attività produttive proprio verso questi paesi, snaturando così una filiera che vanta una produzione realmente Made in Italy”, spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.

Le PMI rappresentano la maggioranza delle attività agroforestali italiane ed europee: l’obiettivo da raggiungere è la riduzione del 35% degli oneri amministrativi per queste imprese, come indicato anche nella Bussola per la competitività europea.

Secondo le stime, diffuse in precedenza dalla Commissione europea, i costi annuali di conformità all'EUDR per gli operatori andrebbero dai 175 milioni di euro ai 2,6 miliardi. In base alle proiezioni realizzate dalle cooperative forestali su piccola scala, i costi una tantum per la conformità al nuovo Regolamento ammonterebbero a circa il 20% del loro fatturato, mentre i costi operativi annuali supererebbero il 5%. Percentuali che rischiano di estromettere dal mercato la maggior parte delle piccole realtà.

Il confronto a Ecomondo

Considerata la complessità dello scenario, è fondamentale prevedere spazi di dialogo in cui si possano mettere in rete le informazioni e condividere gli aspetti più critici relativi all’implementazione delle nuove procedure, per garantire l’equilibrio tra i giusti obiettivi di salvaguardia ambientale e mitigazione climatica e quelli di approvvigionamento di beni primari di filiere strategiche per il Made in Italy.

Di questo si parlerà a Ecomondo, la kermesse dedicata all’economia circolare in programma dal 4 al 7 novembre a Rimini, in occasione dell’incontro Transizione ecologica, foreste e filiere agroindustriali: l’attuazione del regolamento deforestazione (EUDR), organizzato dal Comitato tecnico scientifico Ecomondo & Confagricoltura, in collaborazione con Fondazione AlberItalia e Cluster Italia foresta legno (RiminiFiera, Agorà Augusto - Bioeconomy Area Hall D1, dalle 10:00 alle 11:00). Tra gli interventi previsti, quello di Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, nell’ambito della tavola rotonda dedicata a Come traguardare i nuovi adempimenti? Le filiere a confronto.

 

In copertina: immagine Envato