La sezione Think Tank di Materia Rinnovabile #58, dedicato agli Animali, riflette tutte le difficili contraddizioni che oggi caratterizzano il rapporto degli esseri umani con le altre specie. Se lo sfruttamento degli animali non umani è alla base del nostro sistema alimentare e di molti altri settori dell’economia e della società, si fa tuttavia strada una nuova coscienza che ne riconosce la soggettività e i diritti.

Abbiamo dunque cercato di dar voce alle diverse istanze, parlando innanzitutto di resilienza alimentare globale e zootecnia con Aimable Uwizeye, Livestock Policy Officer presso la FAO a Roma, e poi di sostenibilità ed etica degli allevamenti con il CEO globale di Compassion in World Farming International, Philip Lymbery. Infine, ci siamo spostati sul discorso filosofico, considerando gli animali non umani come soggetti politici e immaginando una futura società multispecie insieme alla scrittrice e filosofa Eva Meijer.

Qui di seguito, un’anteprima dei temi di cui abbiamo parlato. Le interviste complete le potete leggere su Materia Rinnovabile #58.

Philip Lymbery: il paradosso degli allevamenti intensivi

Se mettessimo sulla bilancia tutti i mammiferi della Terra, scopriremmo che il peso degli animali allevati supera di gran lunga quello di tutte le specie selvatiche messe insieme. Oggi la biomassa complessiva di bovini, maiali, polli e altri animali da allevamento raggiunge circa 630 milioni di tonnellate: trenta volte quella di tutti i mammiferi terrestri selvatici e quindici volte quella dei mammiferi marini.

A differenza del passato, non sono le campagne né i pascoli a ospitare questi animali, ma allevamenti intensivi su scala industriale, sempre più diffusi in tutto il mondo e pensati per rispondere a una domanda globale di carne e derivati in costante crescita. È in questo contesto che sorgono i mega-allevamenti, come quello nella provincia cinese dell’Hubei, dove è stato costruito un edificio di 26 piani capace di ospitare e macellare fino a 1,2 milioni di maiali ogni anno.

Di allevamento intensivo, carne a basso costo, crisi climatica, perdita di biodiversità e benessere animale Lucrezia Lenardon ha parlato con il CEO globale di Compassion in World Farming International, Philip Lymbery. Presidente dell’EuroGroup for Animals, membro dell’UN Food Systems Advisory Board, e già Food Systems Champion delle Nazioni Unite, Lymbery ha pubblicato pluripremiati libri di denuncia come Farmageddon (2014) e Dead Zone (2017), fino al recente Restano solo sessanta raccolti (Nutrimenti, 2023). In questa intervista ci racconta le criticità del sistema alimentare globale e le azioni urgenti necessarie per costruire un futuro migliore.

Philip Lymbery

Aimable Uwizeye: la fattoria mondiale degli animali

Il consumo mondiale di carne e latticini sta crescendo come mai prima d’ora, spinto dall’aumento dei redditi, dall’urbanizzazione, dalla crescita demografica e dal cambiamento delle abitudini alimentari, in particolare nei paesi a medio reddito. La rivoluzione vegana incide ancora poco, persino nelle economie più avanzate. Questa domanda crescente va di pari passo con l’innovazione e con gli investimenti nei sistemi zootecnici, l’espansione delle catene del freddo e l’incremento del commercio internazionale di input per gli allevamenti e prodotti animali.

Secondo l’ultimo rapporto OCSE–FAO Agricultural Outlook 2025-2034, la produzione agricola e ittica globale è destinata a crescere del 14% nei prossimi dieci anni, soprattutto grazie ai miglioramenti nella produttività. La quota di calorie provenienti da alimenti di origine animale nelle diete mondiali dovrebbe aumentare del 6% entro il 2034. Nei paesi a basso reddito, tuttavia, l’apporto medio giornaliero di prodotti animali ricchi di nutrienti raggiungerà appena 143 kcal a persona entro il 2034, ben al di sotto della soglia di 300 kcal fissata dall’Healthy Diet Basket della FAO. Per quanto riguarda la produzione e i mercati, l’Outlook evidenzia che i cambiamenti strutturali nel settore zootecnico, come l’aumento del numero di capi e l’estensione delle superfici coltivate a foraggio, continueranno. Emanuele Bompan ha incontrato Aimable Uwizeye, Livestock Policy Officer presso la FAO a Roma, per approfondire il futuro dei sistemi alimentari basati sugli animali.

Aimable Uwizeye fotografato da Giulio Napolitano

Eva Meijer: verso una società multispecie

Secondo Aristotele gli esseri umani sarebbero l’unica specie politica. Ma Aristotele visse ventitrè secoli fa. E, malgrado l’ipoteca posta dal suo pensiero su tutta la cultura occidentale, il primato morale, razionale e quindi politico dell’umano su tutti gli altri esseri viventi è oggi finalmente messo in discussione.

Sebbene ci sia ancora molta strada da fare, gli animali non umani cominciano a essere considerati in vari ambiti come attori politici, portatori di istanze individuali e collettive, titolari di diritti fondamentali come quello di non essere uccisi, sfruttati, imprigionati o maltrattati. Ma anche della facoltà di far valere i propri bisogni e desideri, e di essere ascoltati. Perché non è vero che non sanno parlare, che non hanno voce: “Si fanno sentire eccome, e continuamente”, dice la filosofa nederlandese Eva Meijer, intervistata da Giorgia Marino. “Basta prestare attenzione.”

Scrittrice, artista e ricercatrice dell’Università di Amsterdam, Meijer è tra le voci più originali nell’ambito dei nuovi studi critici e di filosofia politica sugli animali, su cui ha scritto diversi libri, tra cui Linguaggi animali (Nottetempo, 2021) e l’illuminante Il soldato era un delfino. Animali e politica (Nottetempo, 2025). “Al momento viviamo in una società costruita dalla nostra specie, in cui gli animali pagano lo scotto di decisioni esclusivamente umane”, scrive. Ma nuove forme di convivenza sono possibili, anzi necessarie. Perché una società giusta, oggi, può avere solo la forma di una democrazia multispecie.

Eva Meijer fotografata da Sebastian Steveniers

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In copertina: immagine di apertura tratta dal progetto fotografico Animal Lover di Diana Bagnoli (Contrasto). A partire dal 2015, la fotogiornalista torinese ha raccontato il legame speciale che a volte gli esseri umani riescono a instaurare con “insoliti" animali domestici. Alcune foto del progetto sono pubblicate sul numero 58 di Materia Rinnovabile.