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Per la sezione Think Tank di Materia Rinnovabile #57, dedicata alle Human Tech, ci siamo davvero messi in gioco, confrontandoci con tre visioni di futuro che invitano a ripensare l’organizzazione della società e dell’economia, e a riconsiderare i limiti stessi della vita umana.

Siamo partiti da un’analisi dell’economia della longevità condotta da uno dei massimi esperti di ageismo: Nicola Palmarini, direttore del NICA - UK National Innovation Centre for Ageing. Abbiamo poi parlato con James Arrowood, CEO della Alcor Life Extension Foundation, la no profit statunitense che da oltre cinquant’anni accoglie “pazienti” crioconservati, con l’intento di arrestare il processo di decadimento innescato dalla morte, per poterlo, in futuro, invertire.

Infine, abbiamo intervistato Randal A. Koene, neuroingegnere nederlandese, pioniere nella ricerca sull’uploading della mente e l’emulazione del cervello. Qui di seguito, un assaggio dei temi di cui abbiamo parlato. Le interviste complete le potete leggere su Materia Rinnovabile #57.

Nicola Palmarini: Così la longevità sta trasformando la società e l’economia

“È paradossale come tutti siano attratti dall’idea di vivere a lungo, ma nessuno lo sia da quella di invecchiare.” La frase di Andy Rooney, autore televisivo statunitense del secolo scorso, descrive perfettamente la contraddizione in cui si trova la società contemporanea. A una percentuale globale di over 65 sempre più alta, continua a corrispondere una narrazione della vecchiaia come sciagura e problema da gestire. Quando invece si dovrebbero cogliere le enormi opportunità – sociali, culturali, economiche – di quella che, di fatto, è la più grande conquista dell’umanità: la longevità.

Ne è convinto Nicola Palmarini, esperto di intelligenza artificiale e innovazione (ha lavorato fra gli altri per IBM e MIT), studioso di ageismo e autore di Immortali. Economia per nuovi highlander (Egea, 2019). Come direttore del NICA - UK National Innovation Centre for Ageing, l’organizzazione del governo britannico per lo sviluppo della longevity economy, Palmarini si occupa di creare e promuovere soluzioni che colleghino in modo armonioso tutte le dimensioni dell’invecchiamento: personale, sociale, medica, culturale, economica e ambientale. Per sviluppare quella che è, e sarà sempre di più, la nuova forza trasformativa del mondo che ci aspetta. Giorgia Marino lo ha intervistato per questo numero di Materia Rinnovabile.

James Arrowood: La scommessa della crioconservazione

Mettere in pausa la morte. Arrestare l’inesorabile processo di decadimento cellulare che comincia quando il cuore smette di battere, e mantenere l’organismo intatto in ibernazione, come sospeso in un limbo. In attesa che la scienza futura sia in grado di risvegliarlo. È questa, in breve, la scommessa della crioconservazione. Suona fantascientifico. E in effetti l’immaginario sci-fi – da 2001 Odissea nello spazio a Vanilla Sky, da Interstellar a Futurama – ha attinto a piene mani a queste ricerche di frontiera. Ma in realtà la crionica ha basi scientifiche condivise, ed è praticata sin dagli anni Settanta.

Oggi esiste una manciata di centri di crioconservazione in tutto il mondo: negli Stati Uniti, in Russia, in Europa, in Cina. I pionieri sono stati però Fred e Linda Chamberlain, che nel 1972 fondarono in California la Alcor Life Extension Foundation, poi trasferita nel 1994 a Scottsdale in Arizona.
Qui, nel quartier generale della Alcor, ci sono al momento 250 “pazienti”, raffreddati a temperatura di -196°C, “vetrificati” e crioconservati in dewar metallici riempiti di azoto liquido che, senza elettricità, li proteggerà dal decadimento teoricamente per migliaia di anni. O almeno finché la scienza non sarà capace di riportarli in vita. Giorgia Marino si è fatta spiegare tutto dal CEO di Alcor, James Arrowood.

Randal Koene: La frontiera dell’emulazione cerebrale

Quanto siamo vicini a emulare digitalmente il cervello umano? Potremo un giorno ricreare una coscienza completa in un computer? Una mente capace di sentire, ricordare e pensare come la nostra?

Il neuroscienziato e neuroingegnere nederlandese Randal A. Koene, fondatore della Carboncopies Foundation, si confronta con queste domande da oltre un decennio. In questa intervista con Simone Fant traccia un quadro dello stato attuale della ricerca sull’emulazione cerebrale, affrontando le sfide scientifiche ed etiche più urgenti, e riflettendo sul ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale nel tentativo di mappare uno degli oggetti più complessi dell’universo conosciuto: il cervello umano.

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In copertina: Nicola Palmarini, James Arrowood, Randal A. Koene