Deregolamentazione sì, ma non troppo. La proposta dell’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (EPA) di sospendere la rendicontazione delle emissioni dell’industria fossile non è piaciuta nemmeno al principale consorzio delle compagnie petrolifere americane, l’American Petroleum Institute.
Dopo la valanga di riforme che hanno smantellato la governance ambientale degli Stati Uniti, l'amministrazione Trump ne ha pensata un’altra: rimuovere l’obbligo di calcolare le emissioni climalteranti a tutte le infrastrutture Oil & Gas, sia offshore che onshore. Secondo un comunicato pubblicato dall’EPA a settembre, la modifica del Greenhouse Gas Reporting Program, in vigore dal 2008, farebbe risparmiare alle aziende 256 milioni di dollari all’anno.
Un portavoce ha dichiarato che il programma non ha “alcun impatto materiale sul miglioramento della salute umana e dell'ambiente”, e l’esenzione consentirebbe all’industria di investire maggiormente in altre attività con “impatti ambientali reali e tangibili”.
Perché l'industria fossile USA vuole continuare a rendicontare
Nonostante gli sforzi economici e legislativi dell’industria fossile statunitense per proseguire l'esplorazione di nuovi giacimenti di gas e petrolio, diverse aziende e associazioni di categoria si sono battute per il mantenimento del programma, durante un’audizione pubblica di ottobre.
“L'interruzione della rendicontazione delle emissioni introduce una significativa incertezza per i produttori e un'inutile complessità nei programmi che sono fondamentali per implementare le soluzioni necessarie per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici", ha affermato Dustin Meyer, vicepresidente senior dell'American Petroleum Institute.
Le soluzioni di cui parla Meyer si riferiscono alle tecnologie di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, che senza una credibile reportistica sulle emissioni annuali non beneficerebbero dei crediti d’imposta. L’American Petroleum Institute, che conta quasi 600 membri tra cui Chevron ed Exxon Mobil, avverte che la rimozione degli obblighi di rendicontazione potrebbe danneggiare anche l’export di gas naturale liquefatto (GNL) verso l’Asia e l’Europa, mercati in cui fonti energetiche a minor intensità carbonica sono più richieste.
A livello nazionale, dei circa 8.000 impianti industriali e fornitori attualmente tenuti a segnalare le emissioni quasi 2.300 sono operatori del settore petrolifero e del gas. Secondo gli ultimi dati disponibili dell'EPA, nel 2023 l’industria fossile USA ha rendicontato collettivamente 322 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Si tratta della stessa quantità di gas serra prodotta da 75 milioni di veicoli a benzina per un anno.
"Annullare o ritardare di 10 anni la rendicontazione non ridurrebbe l'onere a lungo, ma creerebbe un contraccolpo normativo quando queste regole torneranno in vigore", ha scritto Lindsay Larrick, responsabile amministrativa del produttore di GNL BKV Corporation, in un commento accessibile pubblicamente.
Senza dati, cosa succederebbe al mercato dei crediti di carbonio?
Nel frattempo, le aziende non potrebbero richiedere il credito d'imposta per la cattura del carbonio, noto come 45Q, oppure per la produzione di idrogeno verde (45V). Secondo Jessie Stolark, direttrice esecutiva della Carbon Capture Coalition, una coalizione di aziende e sindacati che includono Shell PLC e Occidental Petroleum Corp, i dati comprovabili sulle emissioni sono fondamentali per accedere ai mercati del carbonio.
Sebbene il numero esatto di aziende che abbiano richiesto il credito d’imposta non sia disponibile al pubblico, la Carbon Capture Coalition stima che gli sviluppatori abbiano già investito 77,5 miliardi di dollari in progetti di cattura del carbonio. Le compagnie Oil & Gas sono partner in molti di questi programmi che per legge danno diritto a una riduzione delle imposte federali.
A Bloomberg, l'ex funzionario dell'EPA Jeff Cohen ha riferito che ci saranno effetti a catena perché si tratta di un programma di rendicontazione fondamentale su cui aziende, banche, comunità locali fanno affidamento da quindici anni.
Non è la prima volta che l'EPA di Trump attacca il Greenhouse Gas Reporting Program. Secondo l’organizzazione ambientalista Environmental Defence Fund (EDF), all'inizio di quest'anno l'amministratore Lee Zeldin ha fatto chiudere il portale del programma per oltre un mese senza fornire spiegazioni e poi ha tentato di ritardare la deadline di presentazione dei dati. Ragioni che hanno spinto L’EDF a intentare una causa contro Zeldin.
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