Dal 28 aprile a Ginevra è in corso la Conferenza delle Parti delle Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma, i tre principali accordi multilaterali che affrontano le criticità ambientali e di salute pubblica collegate all’uso di sostanze chimiche e alla gestione di rifiuti pericolosi.

L’importanza e i progressi della COP BRS

I negoziati della tripla “COP BRS”, come la chiamano gli addetti ai lavori, sono fondamentali per eliminare le sostanze pericolose che secondo delle stime riportate dall’Agenzia ambientale europea sono causa dell’8% dei decessi globali.

Durante la giornata di apertura dei negoziati, che dureranno fino al 9 maggio, Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), ha sottolineato il ruolo della COP come momento cruciale per fermare l'intensificarsi dell'inquinamento ambientale globale.

Secondo l'UNEP, la produzione globale di rifiuti solidi urbani aumenterà da 2,1 miliardi di tonnellate nel 2023 a 3,8 miliardi di tonnellate entro il 2050, e se questi rifiuti contengono chemicals tossici, anche pratiche virtuose come il riciclo non sono sicure per gli esseri umani

Rolph Payet, segretario esecutivo delle tre Convenzioni, prima si è congratulato con i paesi per l’aumento dei report di monitoraggio  presentati, poi ha celebrato l’approvazione di un innovativo programma globale da 43 milioni di dollari dedicato all'eliminazione di una classe di sostanze chimiche nocive chiamate policlorobifenili (PCB), presenti principalmente nei trasformatori elettrici.

Nella Convenzione di Stoccolma i policlorobifenili rientrano nella lista di inquinanti organici persistenti (POPs), sostanze da eliminare o il cui utilizzo deve essere fortemente limitato.

Il pesticida clorpirifos sulla lista nera della Convenzione di Stoccolma?

Gli stati membri della Convenzione di Stoccolma lavoreranno principalmente sulla proibizione o restrizione all’uso di tre sostanze pericolose: il pesticida clorpirifos, prodotto in diversi paesi in quantità pari a circa 50.000 tonnellate all’anno; gli acidi perfluorocarbossilici a catena lunga (LC-PFCA) appartenenti alla famiglia dei PFAS e le paraffine clorurate.

“Di solito le discussioni più agguerrite avvengono non nella decisione sul proibire o meno la produzione e l'uso di queste sostanze, ma sulle eccezioni per continuare a usarle”, spiega a Materia Rinnovabile Giulia Carlini, responsabile della salute ambientale e giurista senior del Center for International Environmental Law (CIEL).

Nonostante esistano già delle alternative per tutti e tre gli inquinanti organici persistenti, i negoziatori passeranno le nottate a ragionare sulle possibili deroghe. Intanto la società civile spinge per un divieto totale.

Secondo il bollettino giornaliero dell’organizzazione Earth Negotiations Bulletin, sin dal primo giorno si è discusso sul divieto di produzione del pesticida clorpirifos. Dopo un apparente sostegno al ban, diversi paesi poi hanno sottolineato la necessità di utilizzare il pesticida per gestire i parassiti e proteggere la sicurezza alimentare.

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Regole più chiare sul movimento transfrontaliero dei rifiuti

Entrata in vigore nel 1992, la Convenzione di Basilea è nata per monitorare i movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e il loro smaltimento.

“Tra i temi da affrontare nelle prossime due settimane ci sono delle modifiche degli allegati della Convenzione che riguardano il tipo di operazioni che servono a determinare se una sostanza o un oggetto può essere considerato rifiuto ed è soggetto alle disposizioni di controllo”, spiega Carlini.  Insomma, si cercherà un consenso su come rendere più chiari a livello giuridico le regole sui controlli ambientali e sul movimento dei rifiuti pericolosi, con una particolare attenzione alla plastica.

Due anni fa, alla sedicesima COP BRS, erano state introdotte inoltre ad interim delle linee guida per regolare il movimento transnazionale dei rifiuti elettronici e di plastica.

Lo stallo della Convenzione di Rotterdam

L’accordo di Rotterdam richiede ai firmatari di garantire che gli esportatori di qualsiasi prodotto chimico e pesticida considerato pericoloso ottengano il previo consenso informato (PIC) dal paese importatore. 

L’idea del PIC è quella di condividere informazioni su varie sostanze come l’amianto e pesticidi pericolosi, così da rendere le esportazioni più trasparenti e sicure.

Tuttavia, secondo le regole della Convenzione di Rotterdam, è necessario il consenso di tutte le parti affinché una sostanza venga aggiunta alla lista. "Purtroppo in questa Convenzione non è possibile decidere con la maggioranza. Quindi basta il no di uno o due paesi per bloccare tutto il processo”, commenta Carlini.

Visto il reiterato veto di alcuni stati, durante la scorsa COP arrivò sui tavoli negoziali la proposta di aggiungere un allegato (Annex VIII) che proponeva il libero scambio di informazioni solo tra quei paesi che volessero farlo. L’emendamento alla fine non riuscì a raggiungere la soglia del 75% dei voti, quorum necessario per modificare la Convenzione.

Tra i corridoi di Ginevra i negoziatori si confrontano anche sul trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Dopo il mancato accordo dello scorso dicembre, i lavori riprenderanno ad agosto, sempre a Ginevra.

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In copertina: l’assemblea plenaria di COP BRS, foto di Mike Muzurakis © IISDENB