Si chiude oggi 10 ottobre, all’Università Bocconi di Milano, la tredicesima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, appuntamento di riferimento per il mondo della sostenibilità in Italia. “Creare futuri di valore”, il titolo scelto per quest’anno, ha guidato tre giornate dense di incontri, confronti e riflessioni che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone, oltre 530 relatori e più di 120 panel.
Un risultato che conferma la centralità del Salone come spazio culturale e civile, in cui imprese, università, istituzioni e organizzazioni del terzo settore si incontrano per condividere esperienze, criticità e visioni. Nelle cinque “piazze” tematiche e nelle tre aule seminari, i partecipanti hanno discusso di formazione e lavoro, cultura e territorio, economia e finanza, ambiente e rigenerazione, governance e leadership, innovazione e impatto.
"Centinaia di persone hanno capito quest’anno l’importanza della loro voce, e Il Salone ha fatto loro da cassa di risonanza", conferma Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone. "Ci ha fatto molto piacere, perché un’edizione dopo l’altra abbiamo sempre continuato a credere nel cambiamento: è la stessa testardaggine, intesa come valore positivo, che oggi deve aiutarci a non cambiare idea, sia come persone che come organizzazioni, per costruire un futuro più sostenibile. Le aziende che hanno portato avanti le loro strategie con coerenza, nonostante tutto, sono state quelle che hanno avuto i risultati migliori.”
Creare futuri di valore
Il filo conduttore di questa edizione è stato il passaggio dall’analisi alla costruzione. Non più quindi solo raccontare la sostenibilità, ma metterla in pratica, creando valore condiviso e duraturo. Dopo aver “abitato il cambiamento” nel 2023 e “sfidato le contraddizioni” nel 2024, il Salone ha invitato quest’anno a fare un passo ulteriore, cioè immaginare e costruire futuri che tengano insieme competitività economica, benessere sociale e tutela ambientale.
Un obiettivo che si fa sempre più complesso in un contesto globale segnato da instabilità geopolitica, trasformazioni tecnologiche e diffusa sfiducia verso le parole d’ordine della sostenibilità, spesso indebolite da fenomeni come il greenwashing. Eppure, proprio in questa fase di incertezza, il Salone ha dimostrato che la spinta verso il cambiamento resta viva e concreta, dalla gestione delle acque al packaging, passando per filantropia e finanza fino alla space economy. Sempre più imprese scelgono infatti di misurare i propri impatti, le amministrazioni sperimentano nuovi modelli di governance, le comunità locali guardano alla rigenerazione di territori e relazioni.
Parola chiave responsabilità
Promosso da Koinètica insieme a Università Bocconi, Sustainability Makers, Fondazione Global Compact Network Italia, ASviS, Fondazione Sodalitas e Unioncamere, il Salone della CSR conferma la propria identità di piattaforma aperta, inclusiva e permanente. La chiusura dell’edizione 2025 non rappresenta dunque un punto d’arrivo ma l’avvio di un nuovo ciclo di riflessione e azione per riconoscere la responsabilità, individuale e collettiva, di orientare il cambiamento. In fondo, se il Salone della CSR ha insegnato qualcosa in questi tredici anni, è che la sostenibilità non si costruisce da soli, ma insieme e un passo alla volta.
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