Aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata dei rifiuti organici e compostabili, favorendo un sistema di riciclo più efficiente. Con questo scopo è nato pochi mesi fa “Organico Biorepack”, il nuovo marchio volontario messo a punto da Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi in bioplastica compostabile, per contraddistinguere gli imballaggi della filiera italiana delle bioplastiche compostabili. A oggi ne hanno fatto richiesta di adozione aziende consorziate che rappresentano il 70% circa dell’immesso al consumo. 
 
Per aumentare ulteriormente la sensibilizzazione dell’intera società è stata messa a punto una campagna di comunicazione, che si sviluppa su poche, semplici parole: “Ce l’ha il Biorepack?”. Un’espressione originale, orecchiabile, riconoscibile per dare il via a un nuovo modo di dire, in grado di accompagnare le persone nell’azione quotidiana del conferimento di un imballaggio nell’umido. Ma anche uno strumento per collegare immediatamente il mondo della frazione organica con il consorzio Biorepack e il comparto delle bioplastiche compostabili, aiutando così ad aumentarne la conoscenza complessiva.  

A firmare il progetto di comunicazione è il team creativo di Connexia, che ha curato strategia, creatività e pianificazione media. La campagna apparirà sui media per tutto il mese di dicembre attraverso una pianificazione ampia e capillare: reti tv nazionali, radio, quotidiani e periodici, piattaforme di streaming, social network, sale cinematografiche, mezzi di trasporto e aeroporti. 

Come riconoscere gli imballaggi in bioplastica compostabile 

“Gli imballaggi in bioplastica compostabile sono stati progettati e diffusi proprio come strumento ancillare alla raccolta della frazione umida dei rifiuti solidi urbani, per consolidare e chiudere il cerchio del riciclo organico. Nonostante siano piuttosto giovani rispetto ad altri materiali, hanno già permesso lo sviluppo di un settore industriale con numeri di tutto rispetto e che merita di essere conosciuto e valorizzato a livello nazionale e continentale”, spiega Marco Versari, presidente del Consorzio Biorepack. “Ma per esplicare tutto il loro valore, è necessario che i cittadini sappiano riconoscere gli imballaggi in bioplastica compostabile e li conferiscano correttamente con l’umido domestico una volta giunti a fine vita. Questo duplice obiettivo ci ha spinto a sviluppare il nuovo marchio di filiera e la campagna comunicativa connessa. Il rapido e positivo riscontro ricevuto è una conferma che esso rappresenterà un aiuto concreto sia per le aziende aderenti a Biorepack sia per migliorare qualità e quantità della raccolta differenziata nel nostro Paese”. 

Il nuovo pittogramma è composto da pochi, semplici elementi: una mano rivolta verso un bidoncino dei rifiuti, un torsolo di mela a simboleggiare la compostabilità, e, sotto, le parole “Organico Biorepack”. Il marchio si affianca alle diverse certificazioni di compostabilità dei manufatti compostabili che continuano a rappresentare la precondizione per ottenere il diritto a utilizzarlo. L’applicazione è regolata da un disciplinare e può avvenire solo su autorizzazione di Biorepack.