Un nuovo marchio per Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Composto da una mano che porge uno scarto di mela verso un mucchietto di scarti alimentari, il simbolo “Organico Biorepack” ha molteplici funzionalità.

Innanzitutto, è un marchio collettivo volontario, che verrà applicato sui packaging in plastica compostabile (che non è sinonimo di biodegradabile), testimoniandone il legame con il sistema consortile di Biorepack. Inoltre, il logo indica il rispetto del Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi (PPWR) e l’appartenenza del prodotto al sistema EPR, che riguarda la responsabilità estesa del produttore, dedicato al riciclo organico. 

Un aiuto per la corretta raccolta differenziata

Oltre agli scopi tecnici relativi alla filiera, il simbolo fornisce un vantaggio per la collettività: la sua presenza indica infatti che è possibile gettare il prodotto direttamente nell’umido. In questo modo, Biorepack supporta la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei rifiuti organici, spesso minata da errori di conferimento.

Come spiega Marco Versari, il presidente di Biorepack, le persone si trovano infatti “troppo spesso” nella condizione “di non riuscire a identificare con immediatezza e semplicità dove vanno conferiti gli imballaggi che hanno davanti. Questa mancanza di chiarezza si può tradurre in errori che sporcano la raccolta dell’organico, complicandone il trattamento negli impianti e rallentando il miglioramento dei tassi effettivi di riciclo e quindi gli obiettivi fissati dalle norme europee e italiane europee”.

Gli obiettivi del nuovo marchio

Il marchio, registrato dall’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero delle imprese e del Made in Italy a maggio 2025, è frutto di 24 mesi di analisi condotte dalla società di consulenza Deloitte con due principali obiettivi.

Primo: ascoltare le istanze e i punti di vista di chi lavora nella filiera delle bioplastiche, per creare un simbolo univoco che valorizza l’intero settore, testimoniando l’adesione alle normative europee. Secondo: costruire, grazie a un percorso partecipato e condiviso, un logo il più possibile chiaro, intuitivo ed esplicativo per chi utilizzerà gli imballaggi.

“Siamo certi che questo pittogramma non solo rappresenterà un elemento di visibilità per le aziende della filiera italiana delle bioplastiche compostabili ma ben presto diventerà uno strumento fondamentale per accompagnare cittadini, famiglie, imprese e attività commerciali nel momento della raccolta differenziata dei rifiuti”, ha concluso Versari.

In copertina: immagine Envato