Siamo arrivati a Manaus, nel cuore verde del Brasile. Qui la vita − dentro e fuori la città − è intrecciata con “o Rio”: tutto scorre con lui, nel bene e nel male. È un luogo dove città, natura e persone convivono in un equilibrio fragile ma ancora possibile. L’Amazzonia non è solo foresta: è un ecosistema vivo che respira insieme alla città, inglobandola.
HOPE è un documentario indipendente e autoprodotto realizzato da Change For Planet, un’associazione italiana nata per dare voce ai giovani nelle politiche climatiche. Con questo progetto vogliamo portare un nuovo punto di vista: non siamo qui per raccontare l’Amazzonia dall’esterno, ma per ascoltarla. Troppe parole le sono già state messe in bocca − immagini, stereotipi, simboli. Noi arriviamo con un foglio quasi bianco, pronti a scrivere la storia insieme a chi la vive ogni giorno.
Per tre settimane viaggeremo tra comunità indigene, realtà locali e giovani attivisti, ascoltando il loro rapporto con il territorio e il valore delle tradizioni che resistono e si trasformano. Il nostro percorso seguirà il fiume fino a Belém, dove si tiene la COP30. Lì porteremo le voci e le storie delle popolazioni indigene, per ricordare che la transizione ecologica non può essere giusta se non è anche condivisa.
Quando siamo partiti avevamo un’idea di come la crisi climatica colpisse il Brasile. Ma ogni incontro ci mostra qualcosa di diverso: c’è chi parla di siccità, chi di biodiversità, chi di diritti territoriali, chi di educazione. Non esiste una sola storia della crisi climatica, e forse il primo passo è smettere di volerla semplificare.
HOPE è più di un documentario: è un percorso umano, un modo per spostare lo sguardo, creare connessioni e raccontare la crisi climatica dal basso, partendo da chi troppo spesso resta inascoltato.
Il progetto è sostenuto da una campagna di crowdfunding che ci permette di mantenere indipendenza e autenticità. A supportarlo ci sono NATIVA come main partner, i media partner Greencome e Materia Rinnovabile, e i community partner Smily, Ecoframes e Terralab.
Non sappiamo ancora dove ci porterà questo viaggio, ma una cosa è chiara: l’Amazzonia non ha bisogno che qualcuno la racconti per lei. Ha bisogno che qualcuno la ascolti. E noi siamo qui per questo.
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In copertina: la ministra brasiliana degli affari indigeni, Sonia Guajajara a COP30. Foto di Ueslei Marcelino/COP30
