Mentre l’Europa accelera la transizione verso l’agricoltura rigenerativa e i cambiamenti climatici mettono sotto pressione i sistemi produttivi tradizionali, in Italia nasce una scommessa formativa che potrebbe fare scuola. Dalla Toscana arriva Agritech Innovation, il primo percorso biennale dedicato specificatamente alla gestione di startup e all'innovazione nel settore agroalimentare, nato dalla collaborazione tra la Fondazione ITS E.A.T. Academy e *beeco.
Non si tratta solo di un nuovo corso di studi, ma di una vera rivoluzione culturale che punta a formare una generazione di professionisti capaci di trasformare l'agricoltura italiana. Con sede a Grosseto e una rete di imprese partner su tutto il territorio nazionale, l'iniziativa rappresenta un modo per rendere il comparto agricolo protagonista del cambiamento, a partire dai più giovani.
Il timing non è casuale: il Green Deal europeo impone una trasformazione radicale dei metodi produttivi agricoli, mentre i fenomeni climatici estremi rendono sempre più evidenti i limiti dell'agricoltura convenzionale. In questo scenario, formare esperti capaci di coniugare sostenibilità ambientale ed efficienza economica non è più un'opzione, ma una necessità strategica.
Un percorso formativo all'avanguardia
Il biennio post-diploma da 2.000 ore prevede una struttura che bilancia teoria e pratica: 1.000 ore di laboratori e visite aziendali, 1.000 ore di stage direttamente in azienda. Il corso è interamente finanziato dal Programma regionale Toscana FSE+ 2021-2027 ed è inserito nell'ambito di Giovanisì, il progetto della regione Toscana per l'autonomia dei giovani, rivolgendosi a diplomati dai 18 ai 35 anni.
Il dato sull'occupabilità è significativo: l'85% dei diplomati trova lavoro entro un anno dal conseguimento del diploma di specializzazione per le tecnologie applicate. “Le unità formative copriranno tutti i rami di innovazione del settore agroalimentare ma anche la validazione rapida delle soluzioni e la riduzione dei rischi d'impresa”, spiega a Materia Rinnovabile Paola Parmeggiani, direttrice della Fondazione ITS E.A.T. Academy.
Formare i professionisti della transizione
L'esperto agritech che emergerà da questo percorso sarà una figura professionale inedita nel panorama italiano: un tecnico in grado di integrare soluzioni tecnologiche avanzate per l'ottimizzazione dei processi produttivi, con competenze trasversali che spaziano dalla digitalizzazione delle filiere alla valorizzazione delle produzioni, dalla sicurezza alimentare all'economia circolare.
“I diplomati saranno in grado di gestire i processi innovativi e lavorare secondo le metodologie Lean e di open innovation, sviluppando una mentalità imprenditoriale e orientata all'azione”, hanno sottolineato i promotori in una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Non solo ruoli tecnici tradizionali, quindi, ma posizioni emergenti come co-founder di startup, digital strategist per l'agrifood, open innovation specialist o project manager per il trasferimento tecnologico.
Sostegno bipartisan e visione strategica
L'iniziativa ha ricevuto un sostegno trasversale dal mondo politico. “In un mondo che corre sempre più veloce verso il futuro, è fondamentale mettere al centro dell'attenzione il binomio tra tecnologia e agricoltura”, dichiara Alessandro Caramiello, deputato M5S e ingegnere ambientale. “Quando le innovazioni digitali vengono integrate con un progetto consapevole di tutela ambientale, possiamo creare soluzioni che migliorano la qualità della vita, riducono l'impatto sull'ambiente e generano valore economico e sociale.”
L'assessora Alessandra Nardini, con deleghe all'istruzione, formazione e lavoro della regione Toscana, ha sottolineato come “in questa legislatura abbiamo investito tantissimo nel potenziamento del sistema ITS toscano, coprendo con tre ulteriori Fondazioni tutte e dieci le aree tecnologiche previste dalla nuova legge di riforma”.
Il valore aggiunto del progetto risiede nella capacità di creare un vero ecosistema dell'innovazione. “Formare i tecnici e gli imprenditori del settore significa prepararli ad affrontare i problemi pratici con strumenti nuovi e soluzioni scalabili”, spiega Luigi Galimberti, Chief Innovation Officer e co-founder di *beeco. “Oggi non è scontato potersi confrontare direttamente con startup, imprese e ricercatori, e proprio da questo nasce il valore aggiunto di Agritech Innovation.”
Strategia nazionale e competitività internazionale
Per Guido Torielli, presidente dell’Associazione ITS Italy, il percorso rappresenta “un altro fantastico traguardo del sistema ITS, che segue con strategia e precisione le esigenze delle competenze richieste dal mondo produttivo”.
L'ambizione è quella di creare un modello replicabile su scala nazionale. Come sottolinea Paola Parmeggiani, “Agritech Innovation è un progetto che nasce in Toscana, ma guarda all'Italia intera. Aspiriamo a intercettare un’utenza sovraregionale e di alto profilo, attraendo e collaborando con giovani che non vogliano solo imparare, ma fare, testare idee e vedere risultati tangibili, con l'obiettivo di diventare figure chiave per la crescita innovativa e sostenibile delle aziende agricole e del settore food”.
In copertina: immagine Envato