Una scarpa sostenibile, che coinvolge l’utente nell’identità del marchio, fondendo tecnologia e cultura urbana. È il nuovo progetto di ID.EIGHT, brand toscano di respiro internazionale, che ha elaborato una piattaforma digitale in collaborazione con lo studio di design e consulenza WRÅD. Per accedervi, basta un semplice gesto: scansionare il QR code nascosto nella linguetta delle sneaker.

Da qui, è possibile avere accesso non solo a informazioni sulla storia e i principi del marchio e  sui materiali usati per costruire le scarpe, ma anche a guide digitali che propongono itinerari alternativi in alcune città del mondo. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale, che costituisce il cuore del brand, dalla genesi al fine vita delle sneaker.

Sneaker di design e attente alla sostenibilità

Il marchio, fondato a Firenze nel 2019 dallo stilista sudcoreano Dong Seon Lee e dalla product manager italiana Giuliana Borzillo, si distingue per l’utilizzo di materiali derivati da scarti dell’industria alimentare, come bucce di mela, foglie di ananas, raspi e bucce d’uva. Il processo produttivo è trasparente e cruelty-free, e oltre il 70% della scarpa è realizzata con materiali riciclati o provenienti da fonti rinnovabili.

L’idea di una sneaker di design e sostenibile è arrivata ai creatori da una loro necessità reale. “Abbiamo cominciato proprio perché io cercavo delle sneaker con un basso impatto ambientale, ma non trovavo niente che rispettasse le mie aspettative,” spiega Borzillo a Materia Rinnovabile. “A volte c’erano materiali vegani, ma comunque le scarpe erano fatte con derivati del petrolio. Tutte i modelli sostenibili che avevo trovato erano molto basici, senza attenzione al design né cura del dettaglio. Non avevo individuato niente che avesse entrambe le caratteristiche, sia la parte estetica sia quella di sostenibilità.”

“Quindi Dong Seon Lee, che, oltre a essere un collega, è anche mio marito, ha disegnato una scarpa fatta apposta per me. L’ho trovata talmente bella che abbiamo deciso di fare un piccolo campionario e provare a venderle online. Era partita come una microcollezione, lui faceva il designer e io la parte di prodotto, e abbiamo avuto una reazione di grande entusiasmo da parte inizialmente dei nostri amici, e poi di un pubblico sempre più ampio. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal successo del brand”, conclude Borzillo.

Leggi anche: La circolarità delle scarpe da corsa parte dall'ecodesign

La nuova piattaforma: un’esperienza per l’utente

Una novità accessibile a partire dalla nuova collezione 2025 è la piattaforma Experience ID.EIGHT, nata per fornire ai clienti contenuti esclusivi che svelano l’identità più profonda del brand, come la tracciabilità completa della filiera valoriale, che permette agli utenti di conoscere nel dettaglio i materiali fisici con cui sono fatte le scarpe e la loro provenienza.

“Oltre agli ingredienti fisici, c’è una seconda parte in cui sono presenti anche gli ingredienti che chiamiamo metafisici,” specifica Borzillo a Materia Rinnovabile. “Abbiamo voluto aggiungere una serie di componenti personali, dal robot coreano alla figura di Pulcinella, che sono state per noi fonte di ispirazione per la creazione delle nostre scarpe. Questi elementi rappresentano la nostra personalità, le nostre passioni, e riflettono i colori e lo stile del marchio.”

Inoltre, il QR code permette di accedere anche uno spazio virtuale dedicato alla cultura urbana: le city guides. Uno spazio che estende la visione di ID.EIGHT al modo di vivere le città, percorse ogni giorno con le proprie sneaker. Le guide alternative, disponibili per Milano, Berlino, Londra, Napoli e Seul, suggeriscono luoghi autentici da esplorare camminando per queste città.

“Avevo già visto piattaforme fatte da altri brand, ma contenevano solo informazioni come il materiale e il ciclo produttivo,” aggiunge la co-fondatrice. “Noi abbiamo voluto offrire qualcosa che restasse anche dopo l’acquisto, che fosse interessante. La parte degli ingredienti metafisici nasce come una forma curiosa di intrattenimento, mentre quella sulle city guides fa tornare il cliente a inquadrare il QR code magari dopo anni dall’acquisto, perché deve andare in quella città e vuole saperne di più.”

Il riciclo delle scarpe

Una volta consumate, inoltre, le sneaker possono essere restituite gratuitamente grazie a un servizio di ritiro dedicato, che ne garantisce il riciclo. “A noi piacerebbe molto recuperare le scarpe dai nostri clienti, smontarle e poi riutilizzare le suole e le tomaie per lo stesso scopo, facendone sneaker nuove”, sottolinea Borzillo. “Il problema è per la normativa dei rifiuti tessili dell’Unione Europea questa cosa oggi non si può fare, perché non è possibile garantire un livello di sanificazione adeguato dell’usato.”

Il settore del riciclo del tessile europeo, che comprende anche le calzature, sta infatti andando incontro a una serie di modifiche strutturali per incentivare la circolarità, anche se non mancano alcune critiche. “Quindi, ci siamo rivolti a un’altra azienda, che ne garantisce il riciclo attraverso un processo di downcycing, ovvero le suole vengono ridotte in granuli che vengono poi utilizzati per i tappeti antitrauma dei parchi giochi e delle piste di atletica,” continua la co-fondatrice di ID.EIGHT. “Le tomaie invece le frullano e creano l’imbottitura per i pannelli fotoassorbenti usati nell’edilizia. Ci piacerebbe però in futuro riuscire a realizzare questo sogno della circolarità per cui la scarpa usata torna a essere una scarpa nuova.”

In copertina: Dong Seon Lee e Giuliana Borzillo, fondatori di ID.EIGHT