In un momento decisivo per la transizione ecologica, Rete Clima, ente tecnico che sviluppa progetti ESG per le aziende, ha stretto una partnership tecnica e di mercato con Vetos Europe, attore di rilievo a livello internazionale nel settore zootecnico. La collaborazione ha come principale obiettivo la decarbonizzazione di questo settore e, in seguito, la possibilità di generare crediti di carbonio volontari.
Ridurre le emissioni di metano
Secondo i dati ISPRA del 2020, la fermentazione enterica, ovvero i processi digestivi degli animali ruminanti, genera il 70,2% delle emissioni di metano nel settore agricoltura. Il metano è un gas particolarmente impattante, poiché è fino a 28 volte più inquinante del diossido di carbonio.
La sua responsabilità nell’aumentare il riscaldamento globale e riscaldamento climatico è molto alta, ed è fondamentale limitarne le emissioni per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea di riduzione dei gas serra di almeno il 55% al 2030 e la neutralità emissiva al 2050. Una sua riduzione, spiega Rete Clima, permetterebbe “una concreta e misurabile riduzione dell’impronta carbonica dell’allevamento di tori, vitelli, vacche da latte e pecore”.
Per farlo, Vetos Europe ha progettato un complemento alimentare naturale per ruminanti, denominato Anavrin. Questo prodotto serve a ottimizzare la digestione degli animali e di conseguenza ridurre la produzione di metano.
I crediti di carbonio
La partnership di Rete Clima e Vetos Europe punta a creare la possibilità di generare crediti di carbonio volontari, certificati secondo standard Verra (Verified Carbon Standard), per le aziende e gli allevatori che utilizzano Anavrin. Questi crediti possono poi essere trasferiti alle imprese di altri settori produttivi che hanno intrapreso un percorso di decarbonizzazione, in coerenza con gli obblighi di azione e rendicontazione posti dalla direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e dagli obiettivi ESG (Environmental, Social and Governance).
“Crediamo fortemente nel progetto di riduzione degli impatti climatici del settore zootecnico, così come crediamo che questa riduzione delle emissioni climalteranti possa essere valorizzata anche attraverso la creazione di carbon credits, strumenti che le aziende di ogni settore produttivo potranno poi utilizzare per la neutralizzazione delle proprie emissioni climalteranti,” spiega Paolo Viganò, fondatore di Rete Clima. “Si tratta di un progetto che avrà l’Italia come proprio ambito primario di attività e che sicuramente potrà dare molte soddisfazioni all’intera filiera zootecnica, rendendola soggetto attivo nella decarbonizzazione.”
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