L’Italia si conferma ancora una volta leader europea nel riciclo degli imballaggi in alluminio, superando in anticipo gli obiettivi imposti dall’UE per il 2030. È quanto emerge dai dati 2024 presentati durante l’Assemblea pubblica annuale di CIAL (Consorzio nazionale imballaggi alluminio), tenutasi il 12 maggio, in cui è stato anche rinnovato il consiglio di amministrazione, con la riconferma di Carmine Bruno Rea alla presidenza affiancato dal vicepresidente Francesco Bove.

Il riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia nel 2024

Il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio si è attestato al 68,2%, ben oltre il target UE del 60% previsto per il 2030, con un recupero complessivo del 71,7%. Nonostante un lieve calo rispetto al 2023, legato all’introduzione di nuove norme europee che ampliano il perimetro dell’immesso includendo anche l’alluminio presente nei compositi, la performance italiana rimane tra le più solide d’Europa. I dati evidenziano infatti un sistema in grado di assorbire un aumento dell’8,5% dei volumi immessi, dimostrando resilienza e capacità organizzativa.

La conferma arriva anche dal riciclo delle lattine per bevande, con un tasso che raggiunge l’86,3%. A fronte di un incremento del 16% dell’immesso al consumo e del 7% nel riciclato effettivo, il lieve calo percentuale registrato rispetto all’anno precedente non intacca l’efficienza del sistema italiano, che continua a rivaleggiare con i paesi dotati di sistemi di deposito cauzionale.

Il valore ambientale del riciclo dell’alluminio si misura anche in termini di impatto sul clima e sulle risorse. Nel 2024, grazie al recupero di 62.400 tonnellate di imballaggi in alluminio, è stata evitata l’emissione di circa 442 mila tonnellate di CO₂ equivalenti, e si è ottenuto un risparmio energetico pari a 197.000 tonnellate equivalenti di petrolio. L’alluminio riciclato richiede solo il 5% dell’energia necessaria per produrre alluminio primario, rendendo ogni confezione usata una vera risorsa energetica da riutilizzare.

Il sistema CIAL

Il sistema consortile CIAL si distingue anche per la presenza capillare sul territorio, con 432 convenzioni attive, 434 operatori, 209 piattaforme e 11 fonderie distribuite in tutta Italia. La rete coinvolge il 70% dei comuni italiani e raggiunge il 78% della popolazione, pari a 45,8 milioni di cittadini, coinvolti attivamente nella raccolta differenziata grazie all’Accordo quadro ANCI-CONAI. Questo presidio territoriale è essenziale per garantire continuità ed efficacia nel trattamento e nel riciclo dell’alluminio.

Come sottolineato da Carmine Bruno Rea, presidente di CIAL, “i dati 2024 confermano la solidità e la maturità del modello italiano di gestione degli imballaggi in alluminio, tra i più virtuosi ed efficienti in Europa. Anche a fronte dell’adeguamento ai nuovi criteri europei di calcolo – che ampliano il perimetro dell’immesso includendo l’alluminio presente nei compositi – la filiera continua a garantire performance elevate, con volumi assoluti di materiale riciclato in costante crescita”.

Secondo Rea, “a fronte di un consumo pro capite di circa 1,45 kg di packaging in alluminio, il nostro sistema riesce a recuperarne e valorizzarne oltre 1 kg per cittadino. È un risultato frutto della cooperazione tra cittadini, istituzioni e imprese, che dimostra come sia possibile coniugare sostenibilità ambientale, efficacia economica e inclusione sociale”.

 

In copertina: immagine Envato