Lo scorso 1° luglio Haiki+ S.p.A. ha acquisito il 100 % del capitale di Ecobat Resources Italy S.r.l., uno dei principali operatori nel riciclo di batterie al piombo, un’operazione del valore di 22,9 milioni di euro. Nasce così il primo gruppo integrato produttore di piombo da fonte secondaria in Italia, che rafforza integralmente la filiera del riciclo delle batterie al piombo, gestendo in modo diretto tutte le fasi del ciclo: dalla raccolta al recupero, alla raffinazione del piombo e della plastica.
L’acquisizione di Ecobat è solo l’ultima di una serie di M&A (Raee.Man e Ecofactory) del gruppo con sede a Milano per consolidare una filiera integrata e circolare del settore batterie, piombo e litio, chiave per l’automotive italiano. Materia Rinnovabile ha intervistato l’amministratore delegato di Haiki+, Giovanni Rosti, per comprendere meglio il posizionamento del gruppo e la logica dietro queste acquisizioni.
“Con l’aggiunta di Ecobat diventiamo il principale produttore di piombo come materia prima seconda, integrando l’intera filiera, dalla raccolta iniziale alla produzione di piombo riciclato finale”, esordisce Rosti. “Questo ci pone in posizione di aumentare i margini di crescita sul mondo della raccolta delle batterie e di rendere potenzialmente 100% italiana la produzione di piombo.”
Come riuscirete ad aumentare la produzione? Non sarà una sfida facile.
La nostra strategia di accrescimento della produzione si basa sull’intercettazione di una quota parte delle batterie da riciclare che oggi sono destinate all'estero. Su un immesso di 300.000 tonnellate di batterie al piombo da riciclare, circa 150.000 sono esportate fuori dall’Italia.
La chiave, dunque, è consolidare la raccolta e recuperare le batterie esportate?
Haiki Cobat con il suo sistema già oggi intercetta 77.000 tonnellate di batterie all’anno. Avendo una fonderia di piombo secondario nella stessa filiera di proprietà e rafforzando i meccanismi di raccolta, siamo sicuri di raggiungere gli obiettivi preposti.
Perché la filiera del piombo è strategica per l’Italia?
L'Italia è il terzo produttore di batterie europeo dopo Germania e Belgio. Siamo un consumatore di piombo e un importatore netto, poiché di piombo primario non ne produciamo. Oggi ne disperdiamo una parte con l’export di batterie esauste.
La notizia dell’acquisizione ha ricevuto apprezzamenti dalla filiera?
I produttori italiani di batterie al piombo, anche quelli a capo di proprietà estere, hanno celebrato l’acquisizione per la maggiore sicurezza che portiamo sull’approvvigionamento. Qualcuno ha cominciato a manifestare interesse per aumentare la domanda, altri per avviare nuove collaborazioni commerciali.
Oltre al piombo, Haiki+ sta iniziando a intercettare anche la filiera del litio, con l’acquisizione di Raee.man e Ecofactory, un materiale ancora più strategico del piombo nel mondo delle batterie di oggi.
Stiamo lavorando per replicare la filiera integrata del piombo con il litio. Oggi abbiamo due impianti, uno ad Alessandria e uno in Abruzzo, che lavorano sul recupero delle batterie al litio, sia domestiche (ovvero dei dispositivi elettronici) sia per le batterie da autotrazione. Da queste con i nostri sistemi di shredding riusciamo a fare il recupero completo della black mass contenente litio. Allo stesso tempo separiamo i metalli utilizzabili (acciaio, alluminio, rame) e le plastiche impiegate per l'involucro. La black mass è un ammasso che contiene tutti i metalli preziosi che costituiscono gli anodi e i catodi delle batterie: il tipico colore nero scurissimo è dovuto alle alte concentrazioni di grafite contenute negli anodi delle batterie. Oggi la black mass si ricicla in Cina e si sta iniziando a fare qualcosa in Germania. Ma nessuno è operativo in Italia. Noi vogliamo essere i primi, sviluppando una tecnologia idrometallurgica proprietaria per recuperare sali di metallo e grafite, replicando la filiera di raccolta e riciclo completo delle batterie al piombo. Ricordiamoci che oggi le batterie al litio in termini di smaltimento sono ancora un numero molto piccolo – parliamo di meno di 10.000 tonnellate in Italia – e hanno un ciclo di vita abbastanza lungo. Ma i numeri stanno aumentando in maniera significativa: entro il 2028-2030 ci aspettiamo una crescita esponenziale di batterie al litio dismesse. Haiki+ vuole arrivare pronta con la sua filiera per quella data.
Ci sono dati sull’impatto ambientale del recupero del piombo e del litio?
Ha già iniziato la raccolta dati un'azienda nostra partecipata, Circularity. È evidente però come, completando a livello nazionale due filiere di riciclo completo, tagliamo gli impatti e i costi della logistica dell’esportazione oltre che di quelli di estrazione e lavorazione della materia prima. Impatto ambientale e sicurezza della catena del valore vanno di pari passo, come vuole l’economia circolare fatta bene.
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In copertina: Giovanni Rosti