È ufficialmente online il portale del RENAP, il Registro nazionale dei produttori istituito dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) per digitalizzare e rafforzare il sistema italiano di responsabilità estesa del produttore (EPR). La piattaforma rappresenta uno strumento centrale per rendere più efficiente la raccolta di dati ambientali, favorire l’interconnessione tra registri e migliorare le attività di controllo sui soggetti obbligati.
Previsto dal codice ambientale e attivato in base al Decreto Ministeriale 15 aprile 2024, n. 144, il RENAP rappresenta un salto di qualità nella governance ambientale, poiché accorpa in un’unica infrastruttura digitale i registri esistenti per i diversi settori sottoposti alla responsabilità estesa. Si tratta di una novità rilevante per il sistema produttivo italiano, che coinvolge in modo diretto migliaia di imprese.
Il Registro è articolato in registri di filiera, distinti per settore produttivo, e comprende al momento tre sezioni principali: il “Registro A.E.E.”, relativo ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, il “Registro pile e accumulatori” e il “Registro pneumatici”, le cui iscrizioni inizieranno il 14 maggio 2025. Queste sezioni potranno essere ulteriormente ampliate in futuro in base all’evoluzione normativa e al recepimento di nuove direttive europee in materia ambientale.
Il RENAP si propone come piattaforma unica per le imprese tenute a registrarsi in base agli articoli 221, 221-bis, 223, 233, 234, 236, 178-bis e 178-ter del d.lgs. 152/2006. Ogni soggetto obbligato dovrà comunicare in formato elettronico i dati relativi ai prodotti immessi sul mercato e indicare le modalità con cui intende adempiere ai propri obblighi EPR. Questo nuovo approccio garantisce una maggiore trasparenza e permette di monitorare l’intero ciclo di vita dei prodotti, con particolare attenzione alla fase del fine vita.
L’obiettivo dichiarato dal MASE è duplice: semplificare gli adempimenti per le imprese e rafforzare la capacità dello stato di esercitare una vigilanza efficace sui consorzi e sui sistemi di gestione autonomi. Per questo motivo, il portale RENAP è stato progettato per interconnettersi con altre banche dati istituzionali, come il Registro delle imprese, l’Albo nazionale gestori ambientali e la banca dati del modello unico di dichiarazione ambientale (MUD).
A gestire il sistema, in coordinamento con il MASE, sono le Camere di commercio capoluogo di regione o di provincia autonoma, che mettono a disposizione la piattaforma per le imprese iscritte nel loro territorio. Le stesse Camere hanno anche il compito di trasmettere le informazioni raccolte al MASE e all’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nell’intento del ministero, il RENAP non è solo uno strumento di compliance, ma anche una leva strategica per rafforzare l’economia circolare in Italia. Attraverso la raccolta dei dati comunicati dai produttori, il Registro genera statistiche funzionali alle attività di controllo e promuove una gestione più efficiente e responsabile dei rifiuti.
Inoltre, la pubblicazione dell’elenco dei soggetti iscritti e delle relative informazioni – come previsto dall’articolo 4 del DM 144/2024 – permette una maggiore tracciabilità e un migliore accesso ai dati da parte di operatori e cittadini. In questo modo, il sistema RENAP vuole contribuire a rendere più trasparente e responsabile la filiera produttiva, favorendo una cultura della sostenibilità e della legalità.
“Questo Registro nazionale, a cui produttori e importatori di pneumatici sono obbligati a iscriversi a partire dal 14 maggio, rappresenta uno strumento fondamentale per la tracciabilità e una corretta gestione dei PFU in Italia”, ha commentato Giuseppina Carnimeo, direttrice generale di Ecopneus. “La novità introdotta dal Ministero è un ulteriore passo avanti in questa direzione […] Spronando tutti gli attori coinvolti ad agire con ancora più responsabilità e precisione, comunicando i dati richiesti a livello trimestrale, la novità rappresenta un chiaro segnale di quanto sia sempre più importante un regolare controllo ai fini di una gestione maggiormente trasparente e di una tracciabilità dei flussi più puntuale.”
Il consorzio “esprime il proprio apprezzamento per questa novità, confermando il proprio costante impegno nel rispetto degli standard di trasparenza e responsabilità”. Ecopneus, ha infatti raccolto e avviato al recupero 168.034 tonnellate di PFU nel 2024, raggiungendo il 110% del target di legge.
In copertina: immagine Envato