Giovedì 28 agosto, Orlen, uno dei più grandi produttori petroliferi dell’Europa orientale, ha annunciato la costruzione dei primi due reattori modulari nucleari della storia della Polonia. L’impianto sorgerà a Włocławek, piccola città nel voivodato della Cuiavia-Pomerania, e fa parte del piano di transizione energetica di Varsavia che prevede, oltre all’installazione di fonti rinnovabili, anche la fissione nucleare.
Considerati tra i più avanzati tecnologicamente, i reattori modulari nucleari BWRX-300 saranno sviluppati dall'azienda americana GE Vernova, avranno una capacità di generazione elettrica pari a 0,6 gigawatt e, secondo le previsione di Orlen, saranno completati entro il 2035.
Nel dare l’annuncio, la compagnia energetica di proprietà statale definisce il progetto pionieristico, “il primo in Europa”, nonostante anche altre compagnie europee, tra cui la svedese Vattenfall, stiano valutando la stessa tecnologia per costruire reattori modulari.
"Stiamo costruendo l'energia del domani", ha dichiarato in una nota stampa Ireneusz Fąfara, CEO di Orlen. L’annuncio fa seguito a un accordo tra Orlen e Synthos Green Energy, società polacca che sviluppa tecnologie energetiche a basse emissioni. Per Orlen costruire l’impianto a Włocławek è una mossa strategica. Qui, infatti, l’azienda produce già fertilizzanti azotati, nonché materie plastiche, incluso il cloruro di polivinile.
Il nucleare nella transizione energetica polacca
Solamente due anni fa la Polonia produceva il 70% di elettricità da carbone, oggi le energie rinnovabili, soprattutto eolico, riescono a pareggiare i conti, se non, in alcuni a periodi, a fornire più energia del combustibile fossile più inquinante.
Tuttavia, secondo Varsavia, le rinnovabili copriranno solo una parte del mix energetico nazionale. Nel 2023 è stata approvata la costruzione di 24 piccoli reattori modulari a basse emissioni in sei località, mentre lo scorso marzo l’allora presidente Andrzej Duda ha firmato una legge che stanzia 60 miliardi di zloty (14,4 miliardi di euro) per finanziare la prima centrale nucleare su larga scala del paese. L’impianto sorgerà a Lubiatowo-Kopalino, nei pressi della costa affacciata sul Mar Baltico, e sarà realizzato dall’azienda statunitense Westinghouse. I lavori, però, non sono ancora iniziati: Varsavia è in attesa del via libera dell’Unione Europea sugli aiuti di stato destinati al progetto.
Leggi anche: Nucleare, nuova era con Russia e Cina al comando. IEA: UE investa di più
Cosa sono i piccoli reattori nucleari
Costi più competitivi, tempi di realizzazione ridotti e maggiore flessibilità: sono alcuni dei motivi per cui sempre più paesi − tra cui anche l’Italia − stanno puntando sui piccoli reattori modulari, invece che sulle tradizionali centrali nucleari di grandi dimensioni.
I cosiddetti Small Modular Reactors (SMR) sono impianti ridotti, sia in termini di potenza, che varia tra 10 e 300 megawatt, sia di dimensioni fisiche. Basati su tecnologie già consolidate, sono progettati per essere costruiti in fabbrica in moduli standard e poi trasportati e assemblati direttamente sul sito di installazione. Il loro principale punto di forza è proprio questa modularità, che li rende adatti anche a zone remote con capacità di rete limitata o in contesti dove grandi centrali nucleari non sarebbero realizzabili. Inoltre, secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia, tra 15 anni il costo degli SMR potrà competere con quello delle turbine a gas o degli impianti eolici offshore.
Attualmente, tuttavia, esistono tre SMR operativi in tutto il mondo, due in Russia e uno in Cina, più un quarto in costruzione in Argentina, e secondo uno studio dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) i costi effettivi superano quelli previsti dal 300% al 700% per tutti e quattro i progetti.
Un’altra tecnologia nucleare, ancora in fase embrionale, è quella degli Advanced Modular Reactors (AMR), progettati per garantire prestazioni superiori e funzionalità innovative grazie all’impiego di nuovi sistemi di raffreddamento e combustibili avanzati. Tra i possibili impieghi figurano la cogenerazione e la produzione di idrogeno. In Italia, alla ricerca e allo sviluppo dell’energia nucleare su piccola scala stanno contribuendo soprattutto Ansaldo Nucleare, ENEL ed ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Leggi anche: Consiglio energia UE: meno ambizione climatica, più nucleare e stop al gas russo
In copertina: foto di repertorio, Orlen