Per Xi Jinping sono giorni di grande ribalta internazionale. Prima i riflettori sono stati puntati sul vertice della Shanghai Cooperation Organisation (SCO) a Tianjin, dove il leader cinese ha accolto oltre venti capi di stato e di governo. Poi la parata militare per gli 80 anni della vittoria nella Seconda guerra mondiale, in programma per il 3 settembre a Pechino, dove sarà messa in mostra la crescente capacità militare del paese.

Due momenti pensati per consolidare la narrazione di una Cina capace di proporre un ordine mondiale alternativo a quello guidato dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, in cui Pechino si pone come centro di gravità politica ed economica per l’Eurasia. Una strategia di posizionamento anche in vista del Vertice sociale mondiale dell’ONU, in Qatar dal 4 al 6 novembre 2025, che avrà l’obiettivo di definire un Contratto sociale mondiale per intervenire al meglio nelle dinamiche di sviluppo globale, correggendo i gravi squilibri crescenti tra le diverse aree geografiche e nell’ambito dei singoli stati. 

Cos’è la Shanghai Cooperation Organisation (SCO)

Creata nel 2001, l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai include Cina, India, Russia, Pakistan, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Bielorussia e altri 16 paesi affiliati come osservatori o partner di dialogo. Quella dei giorni scorsi è stata la sua più grande riunione dalla fondazione: Xi Jinping, insieme alla moglie, ha accolto i leader ospiti a un banchetto inaugurale, prima di presiedere la riunione plenaria.

Si sono poi susseguite sessioni tematiche e incontri bilaterali, tra cui quello con il leader bielorusso Alexander Lukashenko, fedele alleato di Mosca, e quello con il premier indiano Narendra Modi. Presenti anche il presidente russo Vladimir Putin, l’iraniano Masoud Pezeshkian e il turco Recep Tayyip Erdogan.

I paesi SCO lanciano un modello alternativo all'Occidente

Come si legge nella Dichiarazione di Tianjin, l’obiettivo dei paesi SCO è quello di proporre un’alternativa al modello occidentale a guida USA e UE, sostenendo il “rispetto del diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo politico e socio-economico”.

I firmatari hanno condannato “con fermezza” gli attacchi di Israele e USA contro l’Iran e le azioni militari a Gaza, sottolineando la necessità di evitare logiche di blocchi contrapposti. Complessivamente il vertice ha prodotto 24 documenti in settori come sicurezza, economia, scambi culturali e collaborazione tra istituzioni, oltre a un documento strategico per il 2026-2035 della SCO, una dichiarazione di sostegno al sistema del commercio internazionale e una dichiarazione sugli 80 anni della fine della Seconda guerra mondiale.

La Cina sul palcoscenico mondiale

La centralità di Pechino è stata ribadita dal discorso inaugurale di Xi Jinping, che ha denunciato “l’egemonismo e la politica della forza”, invitando a rifiutare la “mentalità della Guerra fredda, il confronto tra fazioni e il comportamento prepotente” nell’ordine mondiale, rafforzando “equità e giustizia” nelle relazioni internazionali.

Al centro delle novità la Global Governance Initiative, una proposta di riforma dell’ordine mondiale basata su cinque princìpi: uguaglianza sovrana, diritto internazionale, multilateralismo, approccio incentrato sulle persone, azioni concrete. L’obiettivo dichiarato è fare della SCO, che è “una forza di stabilità in questo mondo instabile”, un “catalizzatore per la riforma del sistema di governance globale”.

Xi ha rilanciato poi la Belt and Road Initiative e ha promesso di allineare le strategie di sviluppo dei paesi SCO, mettendo sul piatto 84 miliardi di dollari di investimenti, 2 miliardi di yuan (275 milioni di dollari) in sovvenzioni e 1,3 miliardi di dollari in prestiti a consorzi interbancari, oltre a programmi di formazione per 10.000 studenti. E ancora: il leader cinese ha chiesto la creazione di una nuova banca di sviluppo della SCO, nell’ottica di sviluppare un sistema di pagamento alternativo che aggiri il dollaro statunitense e il potere delle sanzioni a stelle e strisce, e ha annunciato che Pechino costruirà un centro di cooperazione sull'intelligenza artificiale per i paesi della SCO, che sono stati invitati a partecipare alla stazione di ricerca lunare cinese.

I progetti della SCO per la transizione verde

Tra i settori di cooperazione della SCO, centrale è quello della transizione sostenibile, per cui Xi ha annunciato l’introduzione di una piattaforma di cooperazione per le industrie dei settori green ed energia. Come scrive il Global Times, nell’ambito della SCO già da qualche anno grandi progetti di rinnovabili di vario tipo – idroelettrico, eolico, solare e nucleare – stanno trasformando il panorama energetico dell’Asia centrale e del Sud-Est asiatico, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO₂, rafforzando la sicurezza energetica, creando occupazione e migliorando le condizioni di vita locali.

Secondo il Rapporto sulla cooperazione tra Cina e SCO in materia di energie rinnovabili 2024, pubblicato durante la riunione dei ministri dell'energia della SCO lo scorso 26 giugno, i paesi membri dell’organizzazione contribuiscono per metà alla capacità installata globale di energie rinnovabili (2,31 miliardi di kilowatt alla fine del 2024, pari a circa il 50% del totale globale).
Oltre ai grandi progetti infrastrutturali, anche i veicoli a energia nuova (NEV) di marca cinese stanno guadagnando slancio in molte città dell’Asia centrale, inaugurando una nuova tendenza nel trasporto a basse emissioni di carbonio.

A proposito di transizione energetica, è per esempio di oggi, 2 settembre, la notizia diffusa da Bloomberg che Russia e Cina hanno firmato un importante accordo per l’atteso gasdotto Power of Siberia 2 verso la Cina attraverso la Mongolia, come dichiarato da Gazprom PJSC. L’amministratore delegato Alexey Miller ha dichiarato che il produttore di gas potrebbe spedire fino a 50 miliardi di metri cubi all'anno per 30 anni, aggiungendo che il prezzo del combustibile sarà inferiore a quello attualmente praticato da Gazprom ai clienti in Europa. Pechino non ha ancora confermato, mentre l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua, senza menzionare specificamente il gasdotto, ha riferito che i due paesi hanno firmato più di 20 accordi di cooperazione, anche nel campo dell’energia.

L’Europa, da parte sua, cerca invece di promuovere le proprie filiere, a partire da quelle fotovoltaiche: a questo proposito l’aggiornamento al decreto FerX (che incentiva le fonti rinnovabili), varato nei giorni scorsi dal governo italiano, contiene un “contributo di resilienza” per gli impianti solari privi di pannelli e di componentistica cinesi. Come si legge nel decreto stesso, “nel corso del 2023 per la tecnologia fotovoltaica la quota dell’approvvigionamento dell’Unione da paesi terzi, e in particolare dalla Cina, è risultata di molto superiore al 50%”. Il decreto italiano è in linea con gli obiettivi UE introdotti dal Net-Zero Industry Act, che ha stabilito che entro il 2030 la capacità manifatturiera comunitaria di “tecnologie pulite” dovrà soddisfare almeno il 40% della domanda annua. 

Le relazioni internazionali cinesi con India e Russia 

A livello di relazioni internazionali, il vertice della SCO ha offerto anche l’occasione a Narendra Modi, in un momento di attrito con gli Stati Uniti, di tornare in Cina per la prima volta dal 2018. Nonostante i conflitti del 2020 lungo il confine himalayano e le ultime tensioni legate al conflitto con il Pakistan (a cui Pechino ha fornito attrezzature di fabbricazione cinese, tra cui aerei da combattimento e sistemi radar), il premier indiano ha sottolineato la necessità di rendere l’Elefante e il Dragone “partner di cooperazione, non rivali”. Con Xi ha concordato di riprendere i voli diretti tra i due paesi e di semplificare il rilascio dei visti, piccoli passi verso una normalizzazione dei rapporti. Resta però irrisolta la delicata questione dei confini, con decine di migliaia di soldati ancora schierati nelle aree contese.

Per Vladimir Putin il vertice di Tianjin è stato invece l’occasione per riaffermare le ragioni della guerra in Ucraina. Il presidente russo ha accusato l’Occidente di aver provocato il conflitto con il sostegno a quello che lui definisce “un colpo di stato” nel 2014 e con i tentativi di includere Kiev nella NATO. Il leader del Cremlino ha apprezzato gli sforzi di Cina e India per favorire una soluzione diplomatica, sottolineando la necessità di ristabilire un equilibrio di sicurezza che non penalizzi la Russia. Oltre al caloroso incontro con Modi, Putin ha incontrato anche il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, riconoscendo il ruolo della Turchia nei negoziati di Istanbul.

La parata militare a Piazza Tienanmen

Il vertice della SCO sarà ora seguito dalla parata del 3 settembre a Pechino. Sullo sfondo del ritratto di Mao e delle bandiere rosse che incorniciano la Porta della Pace Celeste, Xi Jinping accoglierà oltre venti leader stranieri, tra cui Putin e Kim Jong-un, la cui presenza rappresenta una vittoria diplomatica per Xi. È la prima volta dal 1959, infatti, che un leader nordcoreano partecipa a una parata militare in Cina. Gli unici leader occidentali presenti nella lista degli invitati sono invece quelli di Serbia e Slovacchia.

Le formazioni delle truppe, i mezzi blindati, i droni subacquei senza pilota e le nuove armi ipersoniche saranno esibiti davanti a 50.000 invitati e a milioni di telespettatori. La celebrazione degli 80 anni dalla vittoria contro il Giappone si trasformerà così in un messaggio di forza militare e diplomatica: oltre a rafforzare all’interno la narrazione patriottica di una nazione in ascesa, Xi mostrerà al mondo la capacità della Cina di competere con gli Stati Uniti sul piano strategico.

 

In copertina: Narendra Modi e Xi Jinping il 31 agosto a Tianjin © Sito ufficiale del governo indiano