Una startup italiana entra nel club ristretto delle aziende selezionate da Frontier, l’Advance Market Commitment fondato da Stripe, Shopify, Google, Meta e McKinsey per guidare lo sviluppo della Carbon Removal. Si chiama Limenet, ed è la prima impresa italiana – nonché la sesta in Europa – a ricevere un contratto di acquisto anticipato per 330 tonnellate di CO₂ rimosse grazie a una tecnologia proprietaria di produzione di calce green a zero emissioni. L’accordo, del valore di 500.000 dollari, punta a rafforzare la filiera del CDR (Carbon Dioxide Removal) con soluzioni scalabili e compatibili con la protezione degli ecosistemi marini.

Limenet utilizza la calce come vettore per la rimozione della CO₂ dall’atmosfera attraverso l’alcalinizzazione degli oceani. La reazione chimica che si attiva nel processo permette di stoccare in modo stabile il carbonio, con un potenziale beneficio per la biodiversità marina. Frontier ha scelto Limenet dopo un lungo processo di due diligence, sottolineando l’innovazione del suo forno di calcinazione elettrico, la capacità di esecuzione dimostrata dal team e l’elevata scalabilità del modello. Secondo Frauke Kracke, Science Lead di Frontier, Limenet potrebbe segnare “una svolta fondamentale per scalare diversi approcci di CDR”.

Per la giovane impresa, fondata da Stefano Cappello, è una conferma del valore della sua tecnologia a livello globale. “Siamo estremamente orgogliosi di vedere il nostro approccio riconosciuto da un attore così rilevante”, ha commentato il CEO, definendo l’accordo “un forte riscontro positivo” sul piano scientifico e industriale.

Rimozione della CO₂ e oceani

Se l’accordo con Frontier sancisce la rilevanza strategica di Limenet nella lotta alla crisi climatica, altrettanto fondamentali sono i risultati scientifici raggiunti. Due studi indipendenti condotti tra il 2024 e il 2025 confermano che la tecnologia sviluppata da Limenet è efficace e sicura per l’ambiente marino.

Il primo test, svolto a La Spezia in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, ha evidenziato che i trattamenti a pH equilibrato possono aumentare la stabilità delle comunità di fitoplancton, contrastando l’acidificazione delle acque portuali. Il secondo studio, condotto presso l’impianto Limenet di Augusta con il supporto dell’IRBIM-CNR di Messina, ha invece verificato l’assenza di effetti tossici sulle principali specie marine esposte alle acque trattate. Nessun impatto negativo è stato rilevato su batteri, crostacei, mitili o microalghe. I risultati completi saranno pubblicati su riviste scientifiche internazionali nei prossimi mesi.

Queste evidenze consolidano la credibilità ambientale della startup, che ora punta a crescere su scala industriale come seconda realtà ocean-based europea mai selezionata da Frontier. La collaborazione con attori globali come Stripe e Google apre la strada a ulteriori investimenti per l’industrializzazione della tecnologia e il rafforzamento della catena del valore del carbon removal in Europa.

Un mercato in crescita per rimuovere il carbonio

L’ingresso di Limenet nel portafoglio di Frontier arriva in un momento cruciale per la Carbon Dioxide Removal. Secondo l’IPCC, la rimozione permanente della CO₂ è una componente imprescindibile per contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C. Frontier, con oltre 1 miliardo di dollari impegnati entro il 2030, rappresenta il principale acceleratore globale per creare un mercato affidabile, scalabile e trasparente in questo settore emergente.

Con questa operazione, Limenet si afferma come protagonista italiano della nuova economia climatica, capace di coniugare innovazione, impatto e rigore scientifico. E se 330 tonnellate di CO₂ possono sembrare un primo passo, valgono quanto 150 voli andata e ritorno tra Roma e New York. Ma soprattutto, rappresentano un segnale forte per l’intera filiera della decarbonizzazione.

 

In copertina: Frauke Kracke, Science Lead di Frontier