Gruppo CAP, la green utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, si prepara a realizzare il più imponente piano di investimenti della sua storia. Dopo aver chiuso il 2024 con 137,87 milioni di euro di investimenti, l’azienda prevede un picco record di 291 milioni nel biennio 2025-2026, con 167,6 milioni già stanziati per il solo 2025. Un impegno economico che si inserisce all’interno di una strategia decennale da oltre 1 miliardo di euro entro il 2033, approvata lo scorso 12 giugno in assemblea.
Nel mirino di questo maxi piano infrastrutturale ci sono la sicurezza idrica, l’adattamento al cambiamento climatico e l’innovazione sostenibile. Tra gli interventi più rilevanti, la linea fanghi della BioPiattaforma di Sesto San Giovanni, in fase di completamento entro il 2026, rappresenta un punto di svolta nella gestione dei rifiuti organici e dei fanghi da depurazione, con un investimento da 60 milioni di euro. A Cornaredo, invece, un nuovo campo pozzi da 36 milioni alimenterà i comuni a nord di Milano, grazie a una nuova dorsale acquedottistica lunga 15 chilometri.
CAP mira anche alla riduzione delle perdite idriche, oggi al 19%, con l’obiettivo di scendere al 15% entro il 2033, attraverso la sostituzione e il potenziamento delle reti. Sul fronte delle acque reflue, sono previsti 24 milioni per il revamping degli impianti di depurazione di Truccazzano, Parabiago, Pero e Peschiera. A questi si aggiunge il Piano di riassetto delle fognature, un investimento da 197 milioni di euro per la costruzione di vasche volano e vasche di prima pioggia, strumenti fondamentali per affrontare gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti.
Economia circolare e neutralità climatica: la sfida della transizione
Il piano industriale di Gruppo CAP va oltre il potenziamento della rete idrica. Tra il 2025 e il 2026, la green utility lombarda punta a raddoppiare (+108%) l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili, raggiungendo una produzione aggiuntiva di oltre 24.000 MWh rispetto al 2024. L’obiettivo è chiaro: ridurre l’uso di fonti fossili e sostenere la circolarità dei rifiuti liquidi, trattandone la totalità, pari a circa 80.000 tonnellate all’anno.
Grazie agli impianti di digestione anaerobica, il gruppo prevede inoltre di produrre 2,6 milioni di metri cubi di biometano all’anno, rafforzando così il proprio contributo alla transizione energetica. Sul fronte urbano, prosegue l’espansione dei servizi di igiene con 3,4 milioni di euro di investimenti per modelli sempre più integrati e sostenibili.
L’impegno ambientale è certificato: CAP ha aderito alla Science Based Targets initiative, fissando l’obiettivo di ridurre del 42% le emissioni dirette (Scopo 1 e 2) e del 25% le emissioni indirette (Scopo 3) entro il 2030 rispetto al 2021. Solo nel 2024, le emissioni complessive sono già calate del 7,4% (location based) e del 6,3% (market based). Inoltre, il gruppo ha ottenuto la verifica ISO 14064-1 per il proprio inventario delle emissioni, confermando l’affidabilità del proprio sistema di rendicontazione ambientale.
Numeri solidi per un modello pubblico efficiente e sostenibile
La sostenibilità, per Gruppo CAP, è anche economica. Il bilancio consolidato 2024, approvato lo scorso giugno, mostra ricavi per oltre 525 milioni di euro, un utile netto di 83 milioni e un attivo patrimoniale che sfiora 1,5 miliardi di euro. Il tutto mantenendo tariffe tra le più basse d’Italia e un tasso di soddisfazione dei cittadini superiore al 95%.
Per sostenere il piano di investimenti, CAP si affiderà a fonti di finanziamento diversificate: 60 milioni da fondi pubblici, tra cui il PNRR, un nuovo indebitamento da 100 milioni nel 2025 e una strategia tariffaria sostenibile. “Questi numeri sono azioni concrete che ci permettono di realizzare infrastrutture resilienti, sostenibili e intelligenti”, ha dichiarato il presidente Yuri Santagostino. “È questa la nostra idea di utility pubblica: efficiente, trasparente e al servizio delle comunità.” Il decennio che si apre sarà dunque cruciale per la transizione del sistema idrico milanese verso modelli più circolari, digitali e climaticamente responsabili.
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In copertina: Yuri Santagostino