Oggi, 26 luglio, è la giornata internazionale per la conservazione dell'ecosistema delle mangrovie, alberi tipici dei climi tropicali che affondano le radici nelle acque dei litorali, delle lagune e degli estuari dei fiumi. Queste piante sostengono una ricca biodiversità favorendo un ecosistema che tutela numerose specie vegetali e animali e sono in grado di assimilare grandi quantità di carbonio. Inoltre, agiscono come forma di difesa costiera naturale contro tempeste, tsunami, innalzamento del livello del mare ed erosione, motivo per cui sono considerate un ottimo esempio di Nature-based Solution.

Lo scopo della giornata mondiale delle mangrovie, stabilita dall’UNESCO nel 2015, è promuovere soluzioni per la loro gestione, conservazione e uso sostenibile: queste piante stanno infatti scomparendo da tre a cinque volte più velocemente rispetto alle perdite forestali globali complessive, con gravi impatti ecologici e socioeconomici. Secondo i dati UNESCO, infatti, la copertura delle mangrovie si è dimezzata negli ultimi quarant’anni e tra il 1980 e il 2005 alcuni paesi ne hanno perse più del 40% a causa dello sviluppo costiero.

I cambiamenti climatici stanno peggiorando ulteriormente questa situazione, per l’innalzamento del livello del mare e l’intensificazione di fenomeni estremi. La scomparsa delle mangrovie, però, avrebbe conseguenze non solo sull’ambiente ma anche su milioni di persone la cui economia, principalmente legata alla pesca, dipende da queste foreste. È proprio per contrastare la scomparsa di questi preziosi ecosistemi che è nato il progetto Ethaka, coordinato dall’organizzazione non governativa (ONG) Mani Tese, che interviene per riforestare le mangrovie coinvolgendo cittadini e cittadine locali.

Il progetto Ethaka

Da oltre dieci anni, Mani Tese lavora in Africa Orientale, in particolare in Mozambico e Kenya, per riforestare alcune zone in cui la presenza delle mangrovie è a rischio. Oltre ai cambiamenti climatici, queste foreste sono infatti minacciate da sviluppo urbano, inquinamento e costruzione di dighe.

In particolare il progetto Ethaka, cofinanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Mozambico, coinvolge gli abitanti delle cittadine di Inhangome, Morropue e Icidua nella riforestazione di questi ecosistemi, tramite la coltivazione di piantine di mangrovie in un vivaio e il loro successivo spostamento nei luoghi dove cresceranno.

“Dal momento che le foreste di mangrovie offrono un prezioso aiuto in termini di protezione dagli shock climatici e nella preservazione dei terreni costieri e della biodiversità”, afferma Samuele Tini, Regional Manager per l’Africa Orientale di Mani Tese, “ci siamo impegnati in un’attività di riforestazione e conservazione dei mangrovieti, che si affianca a un’analisi da parte di università locali specializzate che permetterà di caratterizzare gli habitat forestali costieri. Si tratta di attività che rientrano nel nostro più ampio impegno per promuovere la giustizia climatica e ambientale.”

Inoltre, il progetto affianca a questa attività alcuni momenti di sensibilizzazione sul ruolo che gli ecosistemi di mangrovie hanno per l’ambiente e per le persone e sui danni della deforestazione. Il prossimo step è coinvolgere le comunità nella manutenzione delle aree riforestate.

 

In copertina: immagine Envato