Diversificazione è la parola d’ordine per la sicurezza energetica di un paese, ma la geografia dei minerali critici è sempre più concentrata in una manciata di paesi, soprattutto in un segmento cruciale come la raffinazione. Il campanello d’allarme lo suona il Global Critical Minerals Outlook 2025, un approfondito report pubblicato dall'Agenzia internazionale dell’energia (IEA) che avverte: l’86% della capacità di lavorazione dei più importanti minerali critici è sotto il controllo di soli 3 paesi. Il 75% è in mano alla Cina.

“La concentrazione geografica della capacità di raffinazione in pochi paesi è preoccupante”, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA, presentando il report da Parigi. “Serve maggiore diversificazione della supply chain perché in caso di shock delle forniture non si può fare granché con minerali non lavorati.”

Mentre l'Indonesia domina il mercato del nichel, la Cina si è presa tutto il resto: rame, cobalto, grafite e terre rare. Per quanto riguarda il litio, l’unico paese a competere con Pechino è il Cile.

Analizzando i 22 più importanti minerali critici in tutte le fasi del loro ciclo di vita, la IEA sottolinea la pervasività di queste materie in numerosi settori dell’economia globale, non solo per il comparto energetico. Materiali come silicio e gallio sono essenziali infatti per la produzione di pannelli fotovoltaici, ma anche per chip e tecnologie legate all’intelligenza artificiale.

Le terre rare sono impiegate nella produzione di auto elettriche, ma anche di droni e robot. Birol cita anche l’esempio dello zirconio, metallo utilizzato sia in ambito nucleare che per l'aeronautica spaziale.

Cresce la domanda di tutti i minerali critici

Trainata dal boom produttivo di auto elettriche e delle batterie per lo stoccaggio energetico, nel 2024 è cresciuta fortemente la domanda di alcuni minerali energetici chiave. Spicca il litio, con un aumento di quasi il 30%, seguono cobalto, grafite e terre rare con il 6-8%.

“Abbiamo visto una crescita di gran lunga superiore rispetto alle commodities tradizionali come petrolio, carbone e gas naturale”, ha commentato Tim Gould, chief energy economist, della IEA.

Cina, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo guidano invece l’offerta, che ha causato una flessione dei prezzi, soprattutto per i metalli usati nelle batterie. Produttori emergenti come Argentina e Zimbabwe hanno contribuito in modo sorprendente alla crescita estrattiva di litio, il minerale che ha il mercato più diversificato a livello globale.

Il numero di annunci di progetti di estrazione e raffinazione promette un notevole aumento dei volumi di produzione futuri. Ma per rame e litio le previsioni sono più incerte. Nonostante la forte domanda di rame guidata dall'elettrificazione, l'attuale pipeline di progetti minerari indica un potenziale deficit di approvvigionamento del 30% entro il 2035. Carenza dovuta alla diminuzione della qualità dei minerali, all’aumento dei costi di capitale, alle limitate scoperte di depositi e ai lunghi tempi di implementazione.

Rischio carenza di rame

Il rame è un elemento fondamentale della transizione energetica. Viene utilizzato per realizzare motori per veicoli elettrici, batterie, pannelli solari, cavi per l'accumulo di energia e reti di distribuzione. È anche l'ingrediente chiave per la maggior parte delle nostre tecnologie e dell'elettronica moderne, ed è ampiamente utilizzato anche nel settore edile.

"Il rame rappresenterà un vero grattacapo per il settore energetico negli anni a venire", ha detto Birol. “Alcuni depositi si stanno esaurendo e per implementare dei progetti, dalla fase di esplorazione fino all’estrazione, ci possono volere anche 17 anni.”

Anche gli effetti del cambiamento climatico non facilitano la crescita produttiva. Nel 2024, il 7% dell'approvvigionamento globale di rame ha rischiato molteplici interruzioni a causa di inondazioni o siccità.

La volatilità dei prezzi ostacola la diversificazione

Tre quarti dei 22 minerali critici analizzati hanno mostrato una maggiore volatilità dei prezzi rispetto al petrolio e al gas naturale. Diversificare la supply chain è quindi al momento complesso, specialmente se l’incerto contesto economico e geopolitico ostacola gli investimenti.

Nel dicembre 2024, la Cina ha limitato l'esportazione di gallio, germanio e antimonio, minerali chiave per la produzione di semiconduttori, verso gli Stati Uniti. A questo hanno fatto seguito ulteriori annunci all'inizio del 2025, tra cui restrizioni su tungsteno, tellurio, bismuto, indio e molibdeno e su sette elementi pesanti delle terre rare. Nel febbraio 2025, la Repubblica Democratica del Congo ha annunciato una sospensione di quattro mesi delle esportazioni di cobalto per frenare il calo dei prezzi.

Questa ondata di misure protezionistiche evidenzia l’urgenza di rafforzare la resilienza e la diversità delle forniture minerarie critiche, in un contesto in cui il mondo si muove verso un sistema energetico più elettrificato e dipendente da fonti rinnovabili.

Inoltre, secondo la IEA, il sostegno finanziario pubblico può contribuire alla diversificazione ma non è sufficiente. Servono nuovi meccanismi di mercato basati su regole chiare, che possono contribuire a mitigare la volatilità dei prezzi e a mobilitare gli investimenti privati ​​senza imporre oneri fiscali eccessivi.

 

In copertina: immagine Envato