Punta tutto sulla trasparenza della filiera il nuovo progetto Eataly alla Radice, promosso da Eataly con il coordinamento scientifico di Università degli studi di Palermo e Slow Food Italia, e verificato da RINA, gruppo multinazionale di certificazione attivo in più di settanta paesi.
Dal 15 ottobre arriva sugli scaffali degli store la pasta con marchio Eataly alla Radice, disponibile con i primi quattro formati. La sfida di tracciabilità è raccontata sul packaging: un QR Code rimanda alla pagina contenente l’etichetta narrante realizzata da Slow Food Italia. Qui il consumatore trova informazioni sulle pratiche agronomiche, sull’identità culturale del prodotto e approfondimenti sui percorsi di miglioramento.
Questo progetto, che includerà presto anche altre filiere di prodotti, ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare in modo strutturato e trasparente le caratteristiche di qualità, tracciabilità e identità che contraddistinguono una selezione di formati di pasta di semola di grano duro firmati Eataly.
“I prodotti a marchio sono la concretizzazione dei valori che compongono il DNA del brand, che opera una attenta selezione di produttori e prodotti di eccellenza enogastronomica”, spiega Chiara Murano, Head of Sustainability di Eataly.
Il cuore del progetto è lo sviluppo di un disciplinare tecnico di filiera destinato a valorizzare in modo strutturato e trasparente gli elementi distintivi che caratterizzano i prodotti coinvolti. Il disciplinare adotta un approccio incrementale ed evolutivo, con l’obiettivo di guidare le aziende in un percorso progressivo di miglioramento continuo.
“Sono quattro le aree di questo disciplinare”, spiega Murano all’evento di lancio tenutosi a Eataly Smeraldo, a Milano. “Il primo è ‘terra’, e analizza i princìpi di agroecologia impiegati. Poi c’è ‘clima’, ovvero riduzione dei consumi di energia delle emissioni climalteranti (almeno -5% ogni anno). Segue ‘acqua’, ovvero come ridurne l’utilizzo nella fase di lavorazione, e infine ‘identità’, cioè il rapporto tra filiera, comunità e tradizioni produttive. Il tutto riassunto nell’etichetta parlante di Slow Food.”
Il disciplinare tecnico Eataly alla Radice riassunto per punti sul sito di Eataly è stato validato da RINA che ha anche condotto gli audit in campo presso tutti gli attori della filiera attestando il rispetto dei requisiti e rilasciando parere di conformità.
“RINA ha avuto, in primo luogo, il compito di validare i contenuti del disciplinare, assicurandosi che ciascun pilastro tecnico del progetto Eataly alla Radice fosse supportato da requisiti oggettivi e misurabili, rispettando i principi di coerenza, tracciabilità e trasparenza”, spiega Simona Gullace, Head of Food Product Management di RINA. “Successivamente, la verifica ha valutato che tali requisiti fossero effettivamente applicati in ogni fase della filiera. Questo processo contribuisce a rafforzare la fiducia delle parti interessate e mette in luce l’impegno costante di Eataly nell’offrire prodotti di eccellenza.”
Sull’etichetta parlante di Slow Food si può conoscere la tracciatura, un’esperienza utile per i consumatori e una buona pratica che sarà sempre più replicata, a lato di sistemi più tecnici di tracciatura. Per la pasta Eataly alla Radice si viene edotti che i produttori di grano duro sono la Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus e ATS Agri, realtà agricole delle campagne foggiane impegnate in progetti sociali, nella riduzione dei consumi energetici e delle emissioni e nella valorizzazione delle filiere locali che rafforzano il legame tra agricoltura e territorio.
La molitura è fatta da Molino De Vita, impianto a conduzione familiare sulle colline dei Monti Dauni sovrastanti l'area pianeggiante della provincia di Foggia, iscritto al Registro delle eccellenze italiane come azienda ambasciatrice del Made in Italy perché coniuga tradizione e innovazione nella produzione di semole di grano duro. La produzione è affidata a un fornitore storico del gruppo, il Premiato pastificio Afeltra, attivo a Gragnano dal 1848. Situato ai piedi dei Monti Lattari e della Valle dei Mulini, il pastificio attinge dal territorio un valore inestimabile: un microclima perfetto, sorgenti d’acqua pura e un sapere tramandato nei secoli. La trafilatura al bronzo e la lenta essiccazione a bassa temperatura preservano il sapore ricco e genuino del grano. Un esempio virtuoso, destinato a fare scuola nella comunicazione e nella strategia di sostenibilità agroalimentare.
In copertina: foto Eataly