La Commissione Europea ha pubblicato oggi, lunedì 19 maggio, le previsioni economiche di primavera per il 2025, delineando un quadro di crescita moderata ma stabile per l’Unione Europea e l’area euro. Secondo le stime, il prodotto interno lordo reale (PIL) dovrebbe crescere dell’1,1% nell’UE e dello 0,9% nell’area euro per l’anno in corso, confermando un ritmo simile a quello registrato nel 2024. La ripresa dovrebbe accelerare nel 2026, con un’espansione stimata dell’1,5% nell’UE e dell’1,4% nell’area euro. Per l’Italia si prevede una crescita inferiore (quasi dimezzata) rispetto alle stime pubblicate a febbraio.

Sul fronte dell’inflazione, si attende un rallentamento progressivo. Nell’area euro l’inflazione complessiva dovrebbe diminuire dal 2,4% del 2024 a una media del 2,1% nel 2025, per poi scendere ulteriormente all’1,7% nel 2026. Nell’Unione Europea, la dinamica inflazionistica seguirà un andamento simile, partendo da un livello leggermente superiore nel 2024 e stabilizzandosi poco sotto il 2% entro il 2026.

Economia UE resiliente: giù l’inflazione ma pesano i dazi

“L'economia dell'UE sta dimostrando capacità di recupero in presenza di forti tensioni commerciali e di un aumento dell'incertezza globale”, ha dichiarato il commissario per l’economia Valdis Dombrovskis. “Sostenuta da un mercato del lavoro solido e da salari in aumento, la crescita dovrebbe continuare nel 2025, anche se a un ritmo moderato.”

La crescita economica globale è stata del resto rivista al ribasso a causa del rallentamento del commercio mondiale e dell’aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali. Il rapporto di primavera si basa infatti sull’ipotesi che i dazi USA restino al 10% sulle importazioni da Europa e altri partner, con aumenti al 25% su acciaio, alluminio e auto, e alcune esenzioni su farmaci e microprocessori. Per quanto riguarda i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina, i dazi concordati il 12 maggio sono risultati più bassi del previsto, ma ancora sufficienti a ridurre significativamente gli scambi bilaterali.

“L'inflazione sta diminuendo più rapidamente di quanto previsto in precedenza ed è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo del 2% quest'anno. Ma non possiamo essere compiacenti. I rischi per le prospettive rimangono inclinati verso il basso; quindi, l'UE deve intraprendere un'azione decisiva per rilanciare la nostra competitività”, ha aggiunto il commissario invocando nuove riforme.

Le stime sull’Italia

La Commissione europea, nelle previsioni economiche di primavera, ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia, portando il PIL allo 0,7% nel 2025 e allo 0,9% nel 2026, rispetto all’1% e 1,2% indicati in autunno. Il deficit pubblico è atteso in calo, dal 3,4% del 2024 al 2,9% nel 2026, ma il debito continuerà a salire, toccando il 138,2% del PIL nel 2026, spinto dagli effetti ritardati dei bonus edilizi.

Il confronto con altri paesi europei evidenzia una dinamica meno favorevole per l’Italia. In Francia il debito salirà al 118,4%, mentre la Spagna crescerà del 2,6% nel 2025 e del 2% nel 2026, mostrando una traiettoria decisamente più robusta. Anche Malta e Irlanda guidano la crescita europea, rispettivamente con un +4,1% e +3,4% nel 2025. In controtendenza la Germania, il cui PIL è previsto fermo allo 0% nel 2025, penalizzato da esportazioni in calo, consumi deboli e incertezza globale.

 

In copertina: Valdis Dombrovskis in conferenza stampa fotografato da Nicolas Landemard © European Union, 2025