Il settore italiano delle biotecnologie cresce. Ma, per capire come continuare a farlo e competere a livello globale, Assobiotec, l’Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, ha deciso di scattare una fotografia più precisa e sistematica del mercato attuale, con uno sguardo alle principali tendenze internazionali. Il risultato è il nuovo Report Il Biotech in Italia 2025. Numeri, storie e trend, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, presentato ieri, martedì 9 dicembre, a Milano.

Come ha dichiarato in apertura dell’evento Fabrizio Greco, presidente di Federchimica Assobiotec, il report “quantifica l’impatto del settore biotech sull’economia italiana”, fornendo una base di dati solida per diventare competitivi a livello globale. Una strategia rimarcata anche dall’Unione Europea, che ha annunciato il Biotech Act per recuperare terreno nello sviluppo di queste innovazioni.

Il mercato biotech in Italia

Dal report emerge che nel 2024 il settore biotech nel nostro paese conta 5.869 imprese, con una crescita del 5% in un solo anno. Insieme al numero di aziende, crescono anche altri due indicatori: il fatturato complessivo del settore, pari a 53,4 miliardi di euro nel 2024 (+5% rispetto all’anno precedente), e l’occupazione, con 102.565 addetti nel 2024 (+4%). In modo coerente con gli altri comparti italiani, anche il biotech mostra una forte presenza di micro e piccole imprese (89%): la concentrazione più significativa si trova nel Nord Italia (47%), seguito da Sud e Isole (28%) e dal Centro (25%).

Tre le macroaree che caratterizzano il biotech italiano, caratterizzato da una forte disomogeneità: agroalimentare e zootecnico (65% delle imprese, con oltre 27 miliardi di euro di ricavi); industriale e ambientale (oltre 5 miliardi di euro); infine, quello biomedico e sanitario che, pur contando appena il 7% delle imprese, registra ricavi per 20,8 miliardi di euro, pari a poco meno del 40% del fatturato complessivo.

Il ruolo delle startup

Il report identifica anche 559 tra startup e PMI innovative biotech. Pur essendo una parte minoritaria del totale, queste realtà si distinguono per la loro capacità di innovazione. Per godere di incentivi fiscali e di un quadro normativo semplificato, devono rispettare requisiti specifici: volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione; avere una certa quota di dottorandi, dottori di ricerca e laureati magistrali nella forza lavoro; obiettivi di brevetti registrati.

La presentazione del report è stata anche l’occasione per affrontare i casi di startup e PMI innovative italiane: da Checkmab, PMI innovativa specializzata nello sviluppo di anticorpi monoclonali con l’obiettivo di riattivare la risposta immunitaria contro il cancro e minimizzare gli effetti collaterali delle terapie tradizionali, a Smush Materials, startup che utilizza il micelio come alternativa sostenibile ai materiali plastici e sintetici.

Le tendenze del mercato

Il racconto delle realtà innovative ha offerto inoltre lo spunto per analizzare le principali tendenze innovative nel biotech a livello internazionale. Tra i settori con il maggiore impatto sul settore emergono la medicina di precisione, le biosoluzioni, la fermentazione di precisione, le tecniche di evoluzione assistita (TEA) e la bioconversione.

“Alcuni settori biotech dipendono meno dall’approvvigionamento delle materie prime e potrebbero essere anche uno strumento per l’adattamento al cambiamento climatico”, ha sottolineato Claudia Brunori, della Direzione dipartimento sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali di ENEA.

Diverse realtà biotech potrebbero effettivamente svolgere un ruolo importante nell’ambito dell’economia circolare. La bioconversione, ad esempio, permette di trasformare materiali organici, come scarti agricoli e alimentari, in prodotti utili o fonti di energia usando microrganismi o insetti: un approccio che può contribuire notevolmente a ridurre la domanda di risorse non rinnovabili.

Le stesse considerazioni valgono per la fermentazione di precisione, che permette di produrre ingredienti alimentari, proteine e altri composti in modo più efficiente e sostenibile. O, ancora, le TEA, che potrebbero essere sfruttate per sviluppare nuove varietà di piante, animali o microrganismi con caratteristiche genetiche ottimizzate, come una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici.

Le sfide all’orizzonte e l’UE

La crescita del settore biotech si scontra con diversi ostacoli, tra cui spiccano la difficoltà di accesso ai capitali, la pressione competitiva e le incertezze normative. Il nodo degli investimenti è centrale, come ha sottolineato Francesca Parisi, ricercatrice dell’Osservatorio innovazione digitale nelle PMI del Politecnico di Milano: “Molte innovazioni provengono da piccoli centri di ricerca che non hanno i capitali per passare alla produzione su larga scala, rendendo così fondamentale il ruolo di incubatori, acceleratori e venture capital”. Attualmente, infatti, i costi di produzione più alti e talvolta una certa diffidenza da parte dei consumatori rendono le biosoluzioni meno competitive rispetto alle alternative tradizionali.

Nonostante le difficoltà, però, l’UE vede nel biotech un settore strategico: il Biotech Act europeo va proprio nella direzione di creare quadri normativi più favorevoli, supportandoli con incentivi fiscali, regolamentazioni affidabili e meccanismi di supporto finanziario su misura. Si rivolge allo stesso obiettivo anche il Piano d’azione per l’implementazione della strategia italiana per la bioeconomia, che punta a rafforzare il settore della bioeconomia sostenibile anche grazie al lancio di progetti pilota a livello locale e “progetti-faro”, casi esemplari concepiti per essere replicati su scala nazionale, nei settori agroalimentare, forestale, marino ed energetico. I passi in avanti ci sono. Resta da vedere se il biotech italiano saprà trasformare questa fase di espansione in una strategia capace di renderlo competitivo anche su scala globale.

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In copertina: immagine Envato