I rifiuti di lignocellulosa potranno diventare carburanti rinnovabili: la compagnia finlandese Neste, che si occupa di combustibili a basso impatto ambientale, ha annunciato progressi nel suo progetto pionieristico con Chevron Lummus Global (CLG), specializzata nella fornitura di tecniche avanzate per produrre biocarburanti.

La collaborazione tra le due aziende ha infatti portato allo sviluppo congiunto di una nuova tecnologia, che si tradurrà in combustibili innovativi come per esempio i SAF, i carburanti alternativi sintetici derivati da biomasse, e il diesel rinnovabile.

La notizia, riportata Il Bioeconomista, segna un primo importante traguardo che permetterà di sfruttare la biomassa di lignocellulosa proveniente dai residui dell’industria forestale e della produzione agricola, trasformandola in materia prima.

La tecnologia presto in commercio

I risultati dei primi test, secondo quanto dichiarato da Neste, indicano che la nuova tecnologia potrebbe offrire un significativo miglioramento delle prestazioni rispetto a quelle già esistenti per le materie prime lignocellulosiche. Dati gli esiti positivi, le aziende puntano quindi a mettere presto in commercio il prodotto.

A questo proposito, Rajesh Samarth, amministratore delegato di Chevron Lummus Global, riporta che “il successo della dimostrazione di fattibilità segna un'importante pietra miliare nella collaborazione, facendo avanzare gli sforzi verso la produzione su scala commerciale di carburanti rinnovabili da materie prime lignocellulosiche abbondantemente disponibili ma tecnicamente complesse.”

La circolarità del progetto

Questa nuova tecnologia è un esempio di economia circolare, perché recupera gli scarti generati durante le operazioni di raccolta e lavorazione dell’industria forestale, una preziosa risorsa oggi ampiamente sottoutilizzata.

In questo modo, risponde anche alla domanda di combustibili rinnovabili e a basso impatto, in crescita a causa degli ambiziosi target di decarbonizzazione europei. Infatti, conclude Lars Peter Lindfors, vicepresidente senior per la tecnologia e l'innovazione di Neste, “sfruttare il potenziale di queste promettenti materie prime ci permetterebbe di soddisfare la crescente domanda di carburanti rinnovabili nel lungo periodo e di contribuire agli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.”

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In copertina: immagine Envato