Il gong è suonato. Tra Europa e Stati Uniti è ufficialmente iniziato un match all’ultimo sussidio per prenotarsi un posto tra i leader mondiali delle tecnologie green. Il primo round sembra averlo vinto la Commissione europea quando lunedì 8 gennaio Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza del mercato europeo, ha annunciato che l’impianto di produzione di batterie per auto elettriche del colosso svedese Northvolt verrà costruito nel nord della Germania a Heide, a un’ora di macchina da Amburgo.

L’aiuto europeo per vincere la concorrenza americana

Si tratta di un massiccio investimento da 902 milioni di euro stanziati dal tanto discusso Temporary Crisis and Transition Framework, schema di aiuti europeo adottato il marzo scorso per un duplice obiettivo: sostenere le economie nazionali dopo la crisi energetica causata dall’invasione dell’Ucraina e promuovere la transizione degli Stati membri verso la neutralità carbonica.

In pratica questi fondi sono serviti a pareggiare l’offerta statunitense, foraggiata dell’Inflation Reduction Act (IRA), un programma di sussidi green da 369 miliardi di dollari che secondo Bruxelles creerebbe una concorrenza sleale distorcendo il mercato interno europeo. Non si è fatta attendere la risposta del Vecchio Continente che, annunciando il Net Zero Industry Act, piano europeo per un’industria a emissioni zero, vuole dare del filo da torcere alle ambizioni USA.

“Questa misura da 902 milioni di euro rappresenta il primo aiuto statale per evitare che un investimento venga soffiato all'Europa – ha detto ai giornalisti Vestager ‒ Si tratta di un passo importante per l’elettrificazione dei trasporti in Europa, preservando al contempo la parità di condizioni nel mercato unico.”

Northvolt aveva precedentemente preso in considerazione l’opzione di costruire il suo sito di produzione nello Stato americano del Nebraska invece che in Germania. Fonti riportate da alcuni media tedeschi parlavano di sussidi del valore di 850 milioni di euro, mentre il Ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck in conferenza ha sostenuto che fossero di più.

Che il Nebraska e in generale gli Stati Uniti continuino a essere una prospettiva commerciale attraente per Northvolt lo si capisce dal tipo di sussidi in gioco. Per esempio, se un consumatore americano desidera acquistare un nuovo veicolo elettrico può beneficiare di un credito d’imposta optando per un modello in cui il 40% dei minerali critici e dei componenti della batteria sono prodotti negli Stati Uniti.

I sussidi di solidarietà ai Paesi ricchi

Secondo l’accordo con il governo tedesco, la società svedese riceverà 700 milioni di euro come sovvenzione diretta e 202 milioni di euro come garanzia per coprire eventuali perdite. Delle sovvenzioni dirette, 564 milioni di euro provengono dal Governo federale e il resto dalla Regione dello Schleswig-Holstein, di cui fa parte la cittadina di Heide.

Solo leggendo le cifre si può comprendere quanto sia strategico ospitare un impianto innovativo come quello di Northvolt. Le batterie per i veicoli sono considerate di importanza strategica, non solo per gli obiettivi climatici. Al momento, infatti, la produzione di batterie è dominata dalla Cina e, sebbene si preveda che la produzione europea crescerà sostanzialmente entro il 2030, le previsioni dell’energia danno un’Europa molto distante dalla capacità produttiva cinese. 

Interrogato sulle preoccupazioni secondo cui l’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato andrebbe a vantaggio soprattutto dei Paesi ricchi come la Germania, il ministro Habeck ha affermato in conferenza stampa che “la solidarietà europea significa anche che coloro che possono investire e che possiedono un’economia forte non debbano essere trattati con diffidenza”.

Per risolvere la questione, la Commissione aveva proposto l’introduzione di un Fondo sovrano europeo per bilanciare i sussidi nazionali in modo equo. Tuttavia la proposta è stata bloccata lo scorso anno dalla stessa Germania, che teme un ingigantimento ulteriore del debito pubblico oppure di pagare contributi nazionali più elevati. A proposito di Paesi ricchi ed epoca di sussidi facili, sempre lunedì 8 gennaio la Commissione ha anche approvato a favore della Francia un regime di sovvenzioni da 2,9 miliardi di euro per crediti d’imposta per la produzione di componenti di energia rinnovabile. Questo schema d’aiuti straordinario si concluderà il 31 dicembre 2025.

 

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Immagine: Northvolt