Oggi, 1° ottobre, è la giornata internazionale del caffè, un’iniziativa lanciata per la prima volta nel 2015 in occasione di Expo Milano per celebrare l’importanza di questa bevanda nella cultura italiana. Infatti, il caffè è per molte persone un rito quotidiano: secondo AstraRicerche, il 91% degli italiani inizia la giornata con una tazzina.

Come variano le modalità di consumo (moka, cialde, capsule…) cambiano però anche le tipologie di confezionamento. Il materiale più usato è l’alluminio, che riesce a garantire freschezza, igiene e consente di conservare l’aroma a lungo. Pur essendo altamente riciclabile, però, la presenza del caffè nelle capsule rende difficile un corretto riciclo di questo materiale. Un progetto innovativo diffuso in Lombardia e Valle d’Aosta prova a rispondere a questa sfida per rendere il riciclo dell’alluminio sempre più semplice e accessibile.

Il progetto di riciclo delle capsule monodose

In Italia e in Unione europea, le capsule monodose non sono considerate imballaggi riciclabili a causa della presenza del caffè esausto al loro interno. Per questo motivo, vengono assimilate ai rifiuti urbani indifferenziati. Per valorizzare al meglio questo materiale e favorirne il riciclo, il Consorzio nazionale imballaggi alluminio (CIAL) è già dal 2011 partner dell’iniziativa Da Chicco a Chicco, promossa da Nespresso nell’ambito del programma Nespresso per l’Italia insieme a Utilitalia e CIC, il Consorzio italiano compostatori.

Grazie a questa collaborazione, i consumatori e le consumatrici possono riconsegnare le capsule esauste negli oltre 220 punti di raccolta presenti nelle Boutique Nespresso e nelle isole ecologiche distribuite in diverse località del territorio nazionale. Nel 2025, inoltre, il progetto si è ulteriormente ampliato: è stata avviata infatti la prima sperimentazione in Italia di raccolta domiciliare delle capsule esauste in alluminio, attivabile al momento dell’ordine e senza costi aggiuntivi per la cittadinanza.

Inoltre, quest’anno la rete dei punti di raccolta si è estesa anche in Valle d’Aosta e in altre zone della Lombardia, con l’apertura di nuove isole ecologiche nelle province di Mantova e Bergamo. Una volta conferite, le capsule vengono trattate presso impianti nazionali, dove l’alluminio viene separato dal caffè: il primo avviato al riciclo nelle fonderie italiane, il secondo trasformato in compost e utilizzato per coltivare riso, poi donato al Banco alimentare.

I risultati dell’iniziativa

Grazie alla collaborazione con CIAL, in oltre 13 anni il progetto Da Chicco a Chicco ha permesso di recuperare più di 12.000 tonnellate di capsule di alluminio esauste. In questo modo, più di 700 tonnellate di alluminio sono state correttamente destinate al riciclo e oltre 7.000 tonnellate di caffè esausto sono state reimpiegate.  Inoltre, la collaborazione con il Banco alimentare ha permesso di contribuire a circa 7 milioni di piatti distribuiti.

Questo modello virtuoso ha anche effetti positivi sul ridottoconsumo di energia e sul minor rilascio di anidride carbonica. Solo nel 2024, secondo i dati del consorzio, sono state conferite circa 1.910 tonnellate di capsule (+3% rispetto al 2023), con un risparmio energetico pari a 315 tonnellate equivalenti di petrolio e 710 mila kg di CO₂ evitati.

“L’alluminio è una risorsa preziosa che accompagna ogni giorno le abitudini degli italiani, anche nella pausa caffè” sottolinea Stefano Stellini, direttore generale del CIAL. “Grazie a progetti come ‘Da Chicco a Chicco’, lavoriamo per trasformare un gesto quotidiano in un’azione concreta di sostenibilità, dando una seconda vita alle capsule e agli altri imballaggi in alluminio. È importante ricordare che, anche se piccoli, questi oggetti hanno un grande valore nella filiera del riciclo, e ognuno di noi può contribuire con semplici attenzioni e seguendo le regole della raccolta differenziata. L’economia circolare parte proprio dai piccoli gesti di ognuno di noi, e CIAL è impegnata ogni giorno a informare, sensibilizzare e facilitare scelte responsabili e consapevoli.”