Il 2024 è stato un anno speciale per il CONOU, che ha celebrato i suoi 40 anni di attività consolidandosi come eccellenza europea nel campo dell’economia circolare. Con un modello virtuoso di raccolta, gestione e rigenerazione dell’olio lubrificante usato, il Consorzio nazionale oli usati ha raggiunto nuovi traguardi, rafforzando il suo impegno verso la sostenibilità e la protezione dell’ambiente.
Un sistema di rigenerazione che fa scuola
Nel 2024, il CONOU ha dimostrato come sostenibilità e circolarità possano essere concretamente applicate al settore industriale. Grazie a una rete di 59 aziende distribuite in tutta Italia, il consorzio ha recuperato e rigenerato oltre il 98% dell’olio lubrificante usato raccolto, trasformandolo in una risorsa preziosa. Attraverso un processo virtuoso, l’olio usato viene trattato nei tre impianti specializzati della filiera per ottenere lubrificanti rigenerati con caratteristiche equivalenti a quelli di origine fossile. Questo sistema non solo evita la dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma contribuisce alla riduzione del consumo di petrolio e del fabbisogno di materie prime vergini.
Non da meno, la rigenerazione dell’olio lubrificante usato ha permesso di evitare emissioni significative di CO₂ e di salvaguardare preziose risorse naturali. Con questo approccio, il Consorzio si pone come un alleato chiave nella lotta alla crisi climatica e nella promozione di un’economia sostenibile.
Un anno di dialogo e sensibilizzazione
Ma il 2024 è stato per CONOU anche un anno di dialogo e confronto, che lo ha portato al centro di eventi come Ecomondo 2024, a cui il consorzio ha partecipato con tre appuntamenti che hanno creato dibattito e consapevolezza, offrendo soluzioni concrete e sostenibili. Dalla digitalizzazione ai PFAS, Ecomondo è stato per il CONOU “una grande vetrina, un amplificatore della comunicazione ambientale, prima che una fiera in senso stretto”, come ha spiegato il presidente del consorzio, Riccardo Piunti. “Un luogo di idee, di visioni, di percorsi” in cui il CONOU ha declinato la sostenibilità della propria filiera “su tre assi: quella della Resilienza alle forze esterne, quella del Prodotto, per noi il lubrificante, e quella della Circolarità”.
Un focus sui PFAS
I PFAS in particolare catalizzano l’attenzione del consorzio in questo momento. Si tratta, spiega Piunti, “delle sostanze per fluoro alchiliche, ampiamente ed efficacemente usate in moltissimi prodotti, basate su saldissimi legami fra atomi di carbonio e fluoro, inodori e insapori, ma non possono essere né metabolizzate né distrutte e, pertanto, si diffondono e accumulano nell’ambiente”.
Il CONOU ha trovato tracce importanti di PFAS nell’acqua delle emulsioni acqua-olio, spiega Piunti, che pensa “siano un possibile problema anche per altre filiere circolari di recupero dei rifiuti”. I PFAS sono sostanze pericolose, “danneggiano la salute umana provocando tumori all’apparato riproduttivo, danni al feto e alle donne in gravidanza, aumento della colesterolemia e infertilità, problemi ai reni e al fegato. Iniziando da una panoramica sulla natura di queste sostanze, sui loro utilizzi e sulla loro diffusione, siamo arrivati anche ai processi, al momento sotto esame in tutto il mondo per distruggerli in modo definitivo”.
Il focus del consorzio è l’interferenza dei PFAS con la circolarità. “Dal contributo della Università di Padova, in particolare della professoressa Maria Cristina Lavagnolo, emerge che le analisi dei rifiuti urbani e delle discariche mostrano che i PFAS possono ostacolare le filiere di trattamento dei rifiuti e accumularsi per poi finire nelle acque di falda o industriali”, continua Piunti. “Un esempio classico è quello dell’utilizzo (circolare) dei fanghi di depurazione in agricoltura, dove è evidente che, se i fanghi derivano da acque contenenti PFAS, ne sono ampliamente contaminati, e il loro utilizzo agricolo facilita proprio la circolarità negativa dei PFAS stessi.” Insomma, conclude Piunti, “i PFAS hanno debuttato, con un grande pubblico, a Ecomondo e speriamo che il nostro sia stato solo il primo incontro di una lunga serie”.
Guardando al 2025, il CONOU continua infatti a porsi obiettivi ambiziosi: migliorare ulteriormente l’efficienza della filiera, promuovere l’innovazione tecnologica e intensificare l’impegno nella salvaguardia dell’ambiente. Dopo 40 anni, il consorzio si conferma un pilastro del modello circolare italiano e un esempio di come sia possibile coniugare innovazione, sostenibilità e responsabilità ambientale.
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Immagine: CONOU