Tre filiere integrate, una base sociale in crescita e un contributo concreto all’economia circolare: si può riassumere così l’azione dei Consorzi Cobat, che hanno presentato i propri bilanci di sostenibilità 2024 ieri, 7 ottobre, a Roma, presso la Sala della stampa estera di Palazzo Grazioli. Un evento, organizzato insieme a Globe Italia - Associazione nazionale per il clima, che ha visto la partecipazione di Michele Zilla, presidente di Consorzi Cobat, Michele Priori, direttore generale di Consorzi Cobat, Camilla Colucci, CEO di Circularity (sustainability partner che ha supportato la redazione dei report), David Viva, direttore generale di Cobat Ripa, Valentina Negri, direttrice generale di Cobat RAEE e Francesco Massaro, direttore generale di Cobat Tyre.
Sul tema Sostenibilità come volano di sviluppo: il valore dei consorzi sono inoltre intervenuti Fabrizio Penna, capo dipartimento dell’unità di missione per il PNRR del MASE, Laura D’Aprile, capa dipartimento dello sviluppo sostenibile del MASE, e Luca De Carlo, presidente della 9ª Commissione permanente del Senato.
Recupero e riciclo, Italia leader in Europa
Innanzitutto, il contesto: l’Italia è tra i paesi leader in Europa per il recupero e il riciclo dei rifiuti. Secondo i dati Eurostat, il nostro paese registra un tasso di uso circolare dei materiali – cioè la quota di materiali riciclati reinseriti nei cicli produttivi – pari al 20,8%, quasi il doppio della media europea.
Inoltre, guida la classifica UE con l’85,6% di rifiuti riciclati sul totale dei rifiuti trattati, secondo la Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Numeri che testimoniano l’eccellenza del settore, ma che non esauriscono le sfide, com’è emerso durante il dibattito: tra le principali, allinearsi alle direttive europee, stare al passo con l’evoluzione dei mercati, incrementare la raccolta, rafforzare la tracciabilità delle filiere e ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini.
Redigendo i bilanci di sostenibilità, i Consorzi Cobat hanno per la prima volta offerto una lettura integrata delle tre filiere più consolidate: RIPA (pile e accumulatori), RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e Tyre (pneumatici fuori uso). A completare questo universo, ci sono poi Cobat Compositi, primo consorzio volontario per la gestione dei materiali compositi, come fibra di vetro e di carbonio, nato nel 2020, e Cobat Tessile, consorzio volontario per la raccolta, il trattamento e l’avvio a riciclo di prodotti tessili giunti a fine vita, fondato nel 2022, mentre nel 2025 ha preso sempre più forma il progetto per la creazione di Cobat EPS, dedicato al polistirene espanso sinterizzato (polistirolo), come sistema collettivo per l’adempimento dell’EPR.
I Consorzi Cobat in numeri
I risultati raccontano un sistema in crescita. Nel 2024 sono state raccolte e avviate a trattamento oltre 154.000 tonnellate di prodotti giunti a fine vita, mentre i soci dei tre consorzi sono aumentati significativamente negli ultimi tre anni: +22% per RIPA, +21% per RAEE, +33% per Tyre.
L’anno scorso Cobat RIPA ha raccolto 88.627 tonnellate di pile e accumulatori esausti, con una crescita del +35% rispetto al 2023. La raccolta ha riguardato in particolare 51.379 tonnellate di batterie per veicoli e 33.075 tonnellate di batterie industriali, cui si aggiungono 4.174 tonnellate di batterie portatili. Parallelamente, i soci del Consorzio hanno immesso sul mercato 236.853 tonnellate di pile e accumulatori, un dato leggermente inferiore rispetto al 2023, ma superiore al 2022. “Si conferma la centralità della filiera RIPA per il recupero di materie critiche e per la sicurezza ambientale”, ha commentato David Viva.
Cobat RAEE ha raccolto 27.591 tonnellate di rifiuti elettronici, con l’immesso al consumo passato da 149.218 tonnellate nel 2022 a 195.935,55 tonnellate nel 2024. La raccolta dei rifiuti domestici di questa categoria è aumentata di oltre 2.500 tonnellate rispetto al 2023, con i raggruppamenti “freddo e clima” (R1) e “elettronica di consumo” (R4) protagonisti: più di 7.000 tonnellate ciascuno. “La sfida è accompagnare l’innovazione tecnologica riducendo l’impatto ambientale e valorizzando metalli preziosi da reimmettere nei cicli produttivi”, ha osservato Valentina Negri.
Cobat Tyre ha a sua volta raccolto 38.377 tonnellate di pneumatici fuori uso, corrispondente al 111,36% rispetto al target DM182/19. La Lombardia si conferma la regione con il maggior volume (4.266,40 tonnellate), ma ottime performance sono arrivate anche dal Sud, a dimostrazione di una rete logistica solida e capillare. “Abbiamo superato i target ministeriali e dimostrato che la filiera PFU può diventare un motore di innovazione e sostenibilità, anche grazie a nuove applicazioni industriali della gomma riciclata”, ha sottolineato Francesco Massaro.
Guidare la transizione verso un modello sostenibile
“Il nostro primo bilancio di sostenibilità integrato non è solo un esercizio di trasparenza, ma il punto di partenza di un percorso condiviso”, ha spiegato Michele Priori. “Per la prima volta Consorzi Cobat racconta la propria identità e la propria visione all’interno di una narrazione unica e integrata. È il segno di un sistema consortile che cresce, che affronta le sfide come stimolo al cambiamento e che guarda al futuro con l’ambizione di guidare la transizione verso un’economia circolare più giusta, innovativa e inclusiva.”
“I Consorzi Cobat sanno trasformare responsabilità in opportunità, unendo imprese e istituzioni in un progetto comune di futuro circolare per il paese”, ha aggiunto Michele Zilla, sottolineando come la sfida sia quella di “costruire un sistema più avanzato e più giusto, capace di generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Il nostro obiettivo, oggi più che mai, è guidare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo, mettendo al centro l’interesse collettivo e il futuro del paese.”
“La normativa ESG si è fatta sempre più stringente negli ultimi anni, fino all’emanazione della direttiva CSRD, che ha introdotto l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità per determinate categorie di imprese”, ha spiegato Camilla Colucci. “Pur non rientrando in questo gruppo, i Consorzi Cobat hanno volontariamente scelto di rendicontare la propria attività e lo hanno fatto nel rispetto degli standard GRI, ovvero oltre 400 indicatori, previsti per le aziende che hanno l’obbligo di rendicontazione: servono a misurare gli aspetti ambientali, sociali e di governance in modo molto puntuale e standardizzato.”
“Sistemi consortili fondamentali per l’economia circolare”
“Il bilancio di sostenibilità è uno strumento importante, perché ci consente di delineare l’attività dei consorzi come strutture fondamentali per lo sviluppo delle filiere circolari, attraverso numeri e dati”, ha dichiarato Laura D’Aprile. “I sistemi consortili sono la prima forma di partnership tra pubblico e privato nel settore dell’economia circolare, in cui crediamo molto e su cui abbiamo scelto di vigilare sempre più attentamente. Per questo è stato istituito un organismo di vigilanza e controllo dei consorzi e dei sistemi autonomi, che nel tempo monitora le attività e applica misure correttive, ove necessario, per garantire un sistema sano e competitivo. I Consorzi Cobat sono un esempio di sistema virtuoso.”
“Avere dei dati a supporto delle attività di economia circolare è fondamentale, perché questo ci aiuta a stare al tavolo dell’Unione Europea a testa alta, dimostrando il lavoro che abbiamo svolto e che svolgeremo nella fase finale del PNRR: sul territorio nazionale metteremo a terra più di mille progetti, per un totale di 2 miliardi di euro a fine 2026”, ha comunicato Fabrizio Penna.
“In Italia c’è una coscienza del riciclo ormai consolidata tra i cittadini ed è anche grazie a questa consapevolezza che il nostro sistema paese si è distinto in Europa: siamo stati avanguardisti, abbiamo tracciato un solco”, ha fatto notare Luca De Carlo. “Un risultato che abbiamo ottenuto, inoltre, grazie al ruolo dei consorzi, importanti per diversi motivi: sono un esempio di buone pratiche, sanno coinvolgere i diversi attori del processo, forniscono consulenza nell’adempimento degli obblighi normativi e nel percorso di smaltimento e riciclo”, ha concluso il presidente della 9ª Commissione permanente del Senato, ricordando che “tessile e plastica sono i due grandi temi su cui ci si dovrà concentrare nel prossimo futuro”.
In copertina: foto Consorzi Cobat