In un momento storico in cui la sostenibilità non è più semplicemente un’opzione, ma è ormai una necessità, spinta da fattori come la crisi climatica e la fragilità delle catene di approvvigionamento, per le aziende è fondamentale affrontare la transizione ecologica con sempre maggiore serietà e con una visione sistemica.

Non si tratta solo di rispettare la compliance, ma di ripensare il proprio approccio a 360 gradi, integrando una nuova visione sia nella dimensione esterna che in quella interna dell’impresa: da un lato rielaborando strategie, metodi e processi, dall’altro agendo sul cambiamento della mentalità e della cultura aziendale.

Questo è l’approccio di Terra Institute, società italiana di consulenza con sede a Bressanone che agisce su diversi mercati europei di consulenza, composta da professionisti altamente specializzati e interdisciplinari. A fondarla, oltre 15 anni fa, Günther Reifer ed Evelyn Oberleiter, mossi dall’ispirazione di un viaggio in Egitto: “Abbiamo visitato la comunità di Sekem, guidata dall’imprenditore Ibrahim Abouleish, dove abbiamo scoperto un modo di fare economia in equilibrio con l’ambiente, ma anche attento alla dimensione sociale e culturale. Ne siamo rimasti così colpiti che al nostro ritorno abbiamo deciso di dedicare la nostra vita professionale ad accompagnare imprese e organizzazioni verso modelli più sostenibili”, racconta Evelyn Oberleiter, CEO e consulente, oltre che co-fondatrice. 

L’hub unico della sostenibilità

L’idea è quella di essere un “one stop shop”, ovvero un hub unico della sostenibilità, un interlocutore in grado di rispondere a tutte le esigenze in ambito ESG, dalla misurazione della carbon footprint ai report di sostenibilità, fino all’analisi dei rischi climatici e alla circolarità dei processi. “Oggi ci si concentra molto sulla compliance, limitandosi a rispondere agli obblighi normativi, ma noi ci occupiamo di sostenibilità da quando questi temi erano ancora marginali nel dibattito economico; quindi, abbiamo un background e una conoscenza veramente profonda e anche sentita”, prosegue Oberleiter. “Sono principi in cui crediamo veramente, che portiamo avanti con la testa e anche con il cuore. Per questo non ci limitiamo a fornire servizi tecnici isolati, ma offriamo la definizione e l’implementazione di strategie di lungo periodo.”

Come funziona il percorso di consulenza

Il percorso di consulenza inizia da un articolato dialogo con l’azienda, alla quale vengono proposti assesment di diversi tipi, basati sui pilastri della sostenibilità e dell’economia circolare, dalla supply chain alle materie prime, dall’estensione della vita utile ai servizi, grazie ai quali poi viene elaborato un punteggio sul posizionamento dell’impresa.

A disposizione ci sono gli specifici strumenti di ranking e di analisi messi a punto da Terra Institute, ma anche altre opportunità, come la collaborazione ufficiale con il WWF, che fornisce il Circular Business Assessment Tool.

“Lo score che viene assegnato all’azienda non è un giudizio fine a sé stesso, ma un prezioso metodo di valutazione per capire quali sono i punti di forza e quali gli aspetti su cui, invece, c’è possibilità di migliorare, analizzando i rischi e le opportunità, introducendo nuove tematiche e avviando nuovi progetti, magari insieme a università ed enti di ricerca”, spiega Francesca Ierace, Country Manager Italia di Terra Institute.

Terra Institute, proprio grazie alla tipologia di consulenza offerta, instaura con i clienti rapporti molto strutturati e durevoli nel tempo. “Lavoriamo anche con gli istituti di credito, collaborando su un doppio piano: non solo li affianchiamo nelle specifiche esigenze che li riguardano, ma spesso entriamo in contatto con i loro clienti, a cui offriamo consulenza su varie tematiche, più o meno vicine agli interessi della banca stessa, dalla gestione dei crediti ai processi di revisione e di audit, arrivando poi all’elaborazione di modelli di business più resilienti.”

Circolarità, rischio climatico, D&I

Se l’attenzione all’ambiente è il motore della transizione, un fattore altrettanto importante è costituito dai vantaggi economici. “Per l’azienda è importante individuare soluzioni che siano sì sostenibili, ma che abbiano anche un impatto economico positivo sul bilancio.” Da questo punto di vista, il settore dell’industria si sta muovendo con sempre maggiore decisione nella direzione dell’economia circolare, spesso spinto da necessità concrete, come aumento dei prezzi delle materie prime, interruzioni delle forniture, regolamenti più stringenti.

“Molte realtà sono interessate a valorizzare i propri scarti e ridurre le materie prime in ingresso, magari ridisegnando o modificando i propri prodotti, per facilitarne il riciclo. Per questo cerchiamo anche di metterle in contatto tra loro, in modo che possano fare network e condividere opportunità. È un sistema che deve funzionare tutto insieme.”

Il rischio climatico è un altro settore che sta riscuotendo molta attenzione, come sottolinea ancora Francesca Ierace: “Anche in montagna ne sentiamo gli effetti ogni anno di più: aumento delle temperature, siccità, grandinate, alluvioni. Le conseguenze interessano i più svariati settori, non solo quello dell’agricoltura, e sempre più spesso ci viene chiesto un aiuto su come affrontarle”.

Anche in questo caso Terra Institute dispone di uno specifico tool, grazie al quale, dopo aver inserito le coordinate di latitudine e longitudine dell’azienda, si ottengono i diversi scenari climatici possibili. “In questo modo ci si può preparare a strategie future di diversificazione nella catena di fornitura, muovendosi tra le diverse aree del mondo. Questo software, tra i vari vantaggi che offre, permette anche di essere compliant rispetto alla tassonomia europea e agli obblighi di rendicontazione.”

Un capitolo altrettanto importante sono le politiche di diversità, equità e inclusione: “Una tematica molto sentita, anche da parte dei dipendenti stessi, che non comprende solo la questione di genere, ma la diversità in tutte le sue sfaccettature”. Le aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, si trovano ormai a dover affrontare casistiche sempre più diffuse e differenziate, in relazione a etnia, religione, credenze politiche e altri fattori.

“Come punto di riferimento abbiamo la UNI ISO 30415:2021, insieme alla UNI/PdR 125, fino ad arrivare alla certificazione vera e propria della parità di genere. Oltre agli aspetti normativi, organizziamo percorsi di formazione per accompagnare il personale verso la presa di coscienza dell’individualità dell’altro e del rispetto reciproco.”

“Nell'ottica di favorire un approccio sistemico, proponiamo anche percorsi di consapevolezza e sviluppo manageriale con l’obiettivo di disegnare organizzazioni sostenibili anche a livello di leadership e cultura, a partire dai board fino ai team operativi”, prosegue Francesca Ierace.

La sfida per le piccole e medie imprese

Dalla sostenibilità alle tematiche sociali e di cultura aziendale, Terra Institute si rivolge non solo alle grandi realtà, ma anche alle piccole imprese, a cui offre “percorsi base, che richiedono un investimento limitato in termini di soldi e tempo, ma che possono portare alla scrittura di un primo report di sostenibilità e, soprattutto, a una graduale presa di coscienza su queste tematiche”. Inoltre, spesso le PMI sono inserite nelle catene di fornitura delle grandi aziende: “Per poter rimanere nella lista fornitori devono dimostrare di poter ottenere punteggi elevati sotto tutti questi aspetti. A livello di score il nostro punto di riferimento è EcoVadis, piattaforma per la gestione del rischio e la conformità ESG, con cui abbiamo da tempo una solida collaborazione”.

Soprattutto per le piccole realtà è quindi disponibile un programma di consulenza, che prevede un limitato numero di ore al mese o all’anno, grazie al quale è possibile avere a disposizione un interlocutore, da cui farsi supportare e accompagnare anche nell’aggiornamento rispetto alle più importanti e recenti normative UE, come Green Deal, Clean Industrial Act, Circular Economy Act.

Guardando in generale al mondo dell’industria e dei servizi, quello che emerge, infine, è un desiderio sempre più diffuso di fare efficientamento economico a tutti i livelli. “Un obiettivo essenziale, se si vuole rimanere competitivi in un mercato sempre più evoluto e sempre più interconnesso”, conclude Evelyn Oberleiter. “La sostenibilità non si improvvisa, ma si costruisce con pazienza, competenza, visione e ingegno.”

 

In copertina: immagine Envato