La fondazione del Sierra Club, una delle maggiori organizzazioni ambientaliste degli Stati Uniti, ha annunciato con un comunicato pubblicato a fine giugno di aver abbandonato BlackRock come gestore patrimoniale, per trasferire i propri fondi, pari a 10,5 milioni di dollari, a Nia Impact Capital e Xponance, due società particolarmente attente agli investimenti sostenibili e alla decarbonizzazione.
La ragione dietro questa scelta, spiega la Sierra Club Foundation, è il “tentativo di salvaguardare il proprio patrimonio”, di fronte al “rifiuto” di BlackRock di “affrontare le implicazioni finanziarie sistemiche della crisi climatica nelle sue decisioni di investimento e di gestione”. Infatti, spiega ila Sierra Club Foundation, BlackRock sta continuando a promuovere una strategia energetica che “sta accelerando la crisi climatica”.
Il dietrofront di BlackRock già a gennaio
BlackRock, una delle più grandi aziende di investimento a livello globale, ricopriva fino a pochi mesi fa un ruolo centrale nel mondo ESG (Environmental, Social, Governance). Ma il colosso finanziario, che gestisce 11.600 miliardi di dollari di asset, aveva già avuto in passato alcuni tentennamenti, come l’adesione solo parziale al Climate Action 100+, una coalizione di investitori da tutto il mondo che incentiva le aziende a ridurre le emissioni climalteranti.
Il vero e proprio dietrofront è però avvenuto in seguito alla conferma di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Infatti a gennaio 2025, pochi giorni prima dell’insediamento della nuova amministrazione, BlackRock è uscita dalla Net Zero Asset Managers Initiative (NZAM), un’alleanza globale di attori finanziari sostenuta dalle Nazioni Unite che promuove la neutralità carbonica entro il 2050. Il colosso degli investimenti vi aveva aderito nel 2021.
La decisione era arrivata dopo le crescenti pressioni da parte di politici repubblicani, che avevano accusato la società di seguire un’agenda woke, termine usato per definire il mondo progressista considerato più radicale. Per giustificare questo cambio di rotta, BlackRock aveva dichiarato che, poiché già due terzi dei suoi clienti globali si erano impegnati ad azzerare le emissioni nette di CO₂, l'adesione all'alleanza non era più cruciale.
La fine della disputa con il Texas
Rilevante è anche un fatto accaduto a inizio giugno 2025: dopo tre anni, BlackRock è stata infatti rimossa da una lista nera dello stato del Texas (Stati Uniti), che comprendeva società finanziarie allineate ai principi ESG. Nel 2022, infatti, BlackRock era stata inclusa nell’elenco, portando alcuni enti texani a ritirare miliardi di dollari di asset dalla società.
La lista nera era la conseguenza di una legge che limitava gli affari texani con le aziende che il paese considerava ostili all’industria energetica. Come riporta Bloomberg, BlackRock aveva sostenuto che la scelta della propria inclusione nell’elenco fosse “un giudizio non basato sui fatti”, citando a riprova gli investimenti di oltre 100 miliardi di dollari in società energetiche del Texas.
Le recenti scelte della società, come l’uscita dalla NZAM, hanno portato il Texas a rivedere la lista, rimuovendone BlackRock. Lo State Comptroller of Public Accounts del Texas Glenn Hegar ha detto che quelle decisioni “dimostrano un reale impegno nei confronti dei cambiamenti politici generali e il desiderio di agire come partner fidato nella crescita dell'economia texana”.
La scelta della Sierra Club Foundation
A siglare il definitivo divorzio dalle politiche green è anche una delle più recenti dichiarazioni di BlackRock. Il 13 giugno 2025 l’azienda ha infatti annunciato l’intenzione di liquidare diversi fondi sostenibili basati negli Stati Uniti nell'ambito di una più ampia revisione dei suoi prodotti di investimento e sulla base delle “esigenze in evoluzione dei clienti”. Di fronte a questo progressivo allontanamento dalle politiche ambientali, la scelta della Sierra Club Foundation di spostare i propri investimenti verso istituzioni ritenute più allineate agli obiettivi climatici pone un precedente degno di nota.
A questo proposito, Ben Cushing, direttore della campagna per la finanza sostenibile del Sierra Club, ha sottolineato che “spostando i fondi verso gestori patrimoniali più responsabili che stanno affrontando in modo proattivo i profondi rischi finanziari della crisi climatica, la Sierra Club Foundation sta dando il buon esempio e sta prendendo provvedimenti per garantire che i suoi investimenti siano gestiti in modo responsabile e sostenibile per supportare la missione dell'organizzazione a lungo termine”.
“Il rischio climatico è un rischio finanziario”, ha affermato senza mezzi termini Paul Rissman, membro emerito del consiglio di amministrazione della fondazione. “Un gestore di fondi responsabile deve considerare e affrontare in modo proattivo i rischi finanziari a livello economico posti da minacce sistemiche come il cambiamento climatico. BlackRock si è rifiutata di adempiere al suo dovere fiduciario nei confronti degli investitori a lungo termine e di sostenere la decarbonizzazione del mondo reale attraverso pratiche di gestione più rigorose, ed è per questo che non è più un gestore responsabile per il patrimonio della Sierra Club Foundation”.
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In copertina: la sede di BlackRock, © Anthony Quintano via Flickr