Ogni anno oltre 120.000 tonnellate di oli e grassi vegetali e animali esausti vengono raccolti e avviati a rigenerazione grazie all’azione del CONOE, il Consorzio nazionale per la raccolta e il trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti: si evita così la dispersione nell’ambiente di sostanze altamente inquinanti (un solo litro d’olio può contaminare un milione di litri d’acqua), restituendo al ciclo produttivo una materia prima seconda di grande valore.
Per aumentare la circolarità, però, ci sono ancora importanti passi da compiere: secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), infatti, la raccolta media a livello domestico è soltanto di 0,24 litri per abitante.
“Serve una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, che ancora troppo spesso smaltiscono l’olio da cucina buttandolo nel lavandino o nel WC: per questo stiamo mettendo a punto nuovi progetti di comunicazione e stiamo ampliando la diffusione dei punti di raccolta sul territorio”, ci spiega Francesco Mancini, direttore generale del CONOE, con cui abbiamo fatto il punto della situazione.
La raccolta dell’olio esausto domestico
Per quanto riguarda la raccolta nel 2025, “possiamo già dire che la tendenza è positiva, anche se attendiamo ancora l'aggiornamento ufficiale dei dati”, anticipa Mancini. Si registra un leggero e costante aumento rispetto agli anni precedenti, grazie a una raccolta ormai consolidata del rifiuto di origine professionale, a cui si affiancano le iniziative volte a ottenere una sempre maggiore penetrazione anche nel settore domestico.
“Quando attiviamo progetti territoriali, i miglioramenti si vedono”, aggiunge Mancini. “In molti comuni i quantitativi addirittura raddoppiano o triplicano di anno in anno, semplicemente perché si passa da un sistema di raccolta basato solo sui centri di raccolta comunali alla costruzione di una rete capillare di prossimità diffusa sul territorio. Per onestà intellettuale va anche detto che, partendo da volumi iniziali molto bassi, è relativamente semplice vedere incrementi percentuali molto elevati.”
Nel 2025 il CONOE ha chiuso accordi con diverse amministrazioni comunali e con le rispettive aziende municipalizzate: "Abbiamo ottenuto ottimi risultati in due città importanti come Torino e Genova, che ora ha anche esteso il progetto all’intera area del Genovesato e a una parte del Golfo Paradiso”.
Da poche settimane, poi, è stato firmato il Protocollo d’intesa con Roma Capitale e AMA. In questo caso c’è una differenza rispetto agli altri progetti territoriali: il comune ha autorizzato il posizionamento da parte dei raccoglitori CONOE dei contenitori all’interno di aree private “confinate”, quali quelle dei supermercati e più in generale della GDO: “Useremo la rete della grande distribuzione, che nell’80% dei casi è già nostra associata. Anche nella capitale, quindi, contiamo di fare un buon lavoro. Stiamo avviando il progetto proprio ora”.
Come rendere efficace la raccolta domestica
Ma quali sono i fattori determinanti per rendere efficace la raccolta domestica? La prima chiave, secondo Mancini, è la capillarità dei punti di raccolta: "Avere raccoglitori di prossimità rende più semplice il conferimento dell’olio da parte dei cittadini”. La seconda riguarda il modo in cui avviene il conferimento: nei centri di raccolta comunali si lavora spesso “a sversamento”, cioè si versa l’olio all’interno di un contenitore. Nelle postazioni urbane, invece, il cittadino porta la bottiglia in PET e la inserisce direttamente nel raccoglitore. “In questo caso si utilizzano cesti carrellati, eventualmente inseriti all’interno di box di alluminio opportunamente brandizzati, e si procede poi con la raccolta dei cesti carrellati ‘vuoto per pieno’, garantendo maggiore qualità del servizio e meno problemi di igiene e cattivi odori.”
Il tutto è accompagnato da importanti attività di comunicazione, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del riciclo e sull’organizzazione della raccolta. “Infatti, comunicazione e diffusione dei punti di raccolta devono necessariamente andare di pari passo, altrimenti, anche laddove la sensibilità c’è già e le persone sarebbero disposte a conferire, rischiano di non trovare un punto a loro vicino: questo è ancora oggi uno dei principali limiti del sistema.”
D’altra parte, realizzare una mappa nazionale dei punti di raccolta, non è semplice: “Ci stiamo riflettendo molto, ma ci sono varie criticità”, prosegue Mancini. “La prima è che noi, come Consorzio, non abbiamo una ricostruzione puntuale dell’intera rete di raccolta stradale, che solo i comuni e le municipalizzate possono conoscere. Avevamo ipotizzato di realizzare una mappa interattiva, che i gestori avrebbero potuto popolare e aggiornare su base volontaria, ma con tutti i limiti del caso e con il rischio di fornire indicazioni sbagliate.”
Verso il 2026 e non solo: progetti per il futuro
Guardando al 2026, il CONOE sta avviando diversi nuovi progetti: oltre all’accordo con Roma, è stato firmato un accordo con Livorno, mentre è in corso un'interlocuzione con i comuni della Valsusa. L’obiettivo è consolidare il modello esistente e far crescere le reti territoriali.
“Quest'anno, per esempio, abbiamo lanciato un'iniziativa specifica per i porti turistici e commerciali, fortemente orientata alla tutela del mare”, spiega Mancini “In queste iniziative, al di là dei quantitativi di olio raccolto che chiaramente non sono elevati, hanno un impatto in termini di sensibilizzazione altissimo. Il diportista infatti è anche un cittadino: impara la buona pratica e la applica anche a casa.”
Lo stesso vale per i progetti nelle scuole dove vengono installati punti di raccolta contestualmente all’avvio di specifiche iniziative di sensibilizzazione verso bambini e ragazzi: “Anche in questo caso si tratta di un bacino particolarmente interessante e sensibile, tanto che è un’iniziativa che abbiamo premiato anche in occasione di Comuni Ricicloni [storica manifestazione di Legambiente, ndr]”.
Per il futuro ci sono ulteriori progetti in vista: “Vogliamo dare seguito al nostro slogan Raccogliere tutto l’olio, dal mare alla montagna. Stiamo infatti lavorando a una nuova iniziativa dedicata ai rifugi montani, dove le difficoltà logistiche rendono complessa la raccolta degli oli e grassi alimentari. Ricordiamo che per semplicità terminologica parliamo spesso di oli esausti, ma anche burro e margarina vanno raccolti”.
Infine, il CONOE sta lavorando da tempo per sottoscrivere un accordo con l’ANCI, l’Associazione dei comuni italiani, con l'obiettivo di riunire tutti gli accordi territoriali sotto un unico cappello, non solo dal punto di vista istituzionale, ma anche a livello gestionale e organizzativo. “Potremmo dare omogeneità al lavoro fatto finora, seguendo un filo conduttore e individuando regole condivise, facilitando così l’avvio delle interlocuzioni anche con i comuni che fanno più fatica”, conclude Mancini.
In copertina: immagine Envato
