Il 2025 si sta rivelando un anno complesso per la Net-Zero Banking Alliance (NZBA), l’alleanza internazionale che riunisce le banche impegnate ad allineare le proprie strategie di mitigazione e i propri portafogli di prestiti e investimenti agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Nei giorni scorsi l’organizzazione ha annunciato la sospensione temporanea delle attività, in attesa dell’esito di un processo di voto avviato a fine agosto tra i membri.
La consultazione riguarda la proposta di superare l’attuale modello di adesione, basato sulla membership, per adottare una nuova configurazione istituzionale, che trasformerebbe la NZBA in un’iniziativa-quadro con regole e modalità operative riformulate. I risultati della votazione saranno resi noti alla fine di settembre.
Le banche per il clima
La Net-Zero Banking Alliance, costituita nel 2021 sotto l’egida dell’UNEP FI, il ramo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente dedicato alla finanza sostenibile, ha conosciuto una rapida crescita, arrivando a superare le 140 banche aderenti a livello globale nel corso del 2024 e consolidando la sua posizione come punto di riferimento nella finanza climatica internazionale.
Questo slancio, tuttavia, ha subìto un rallentamento a partire dalla fine dell’anno passato e l’inizio di quello in corso, quando diversi colossi statunitensi hanno deciso di ritirarsi dall’Alleanza, sotto la pressione delle critiche del Partito repubblicano e in vista dell’insediamento del presidente Trump alla Casa Bianca, evidenziando le tensioni tra impegni ambientali e pressioni politiche interne.
Le prime a lasciare sono state Citigroup, Bank of America, Wells Fargo e Goldman Sachs, seguite poco dopo da Morgan Stanley e JPMorgan e altre banche canadesi. Nel luglio successivo anche HSBC, prima tra i grandi gruppi bancari britannici, ha abbandonato l’iniziativa che mira a coniugare strategie finanziarie e obiettivi climatici.
Questo, nonostante i tentativi della NZBA di limitare le perdite, annunciando nell’aprile 2025 alcune modifiche del proprio framework e delle linee guida rivolte agli istituti membri. Le modifiche, approvate a larga maggioranza, prevedevano tra l’altro la rimozione dell’obbligo per le banche di allineare le attività di prestito e le operazioni sui mercati finanziari all’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C.
Un nuovo modello
A fine agosto, la Net-Zero Banking Alliance ha annunciato l’avvio di una votazione interna, in risposta alle richieste di alcuni membri, per riformulare le linee guida dell’Alleanza e trasformare l’attuale modello basato sull’adesione in una nuova iniziativa quadro. Sul perché di questa scelta, il comitato direttivo della NZBA precisa in un comunicato stampa che “ritiene che questo modello rappresenti la via più efficace per continuare a sostenere le banche di tutto il mondo, rafforzandone la resilienza e accelerando la transizione dell’economia reale in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, oltre a favorire il proseguimento del dialogo con il settore bancario globale per sviluppare linee guida e strumenti sempre più mirati a supportare istituti e clienti.”
Sempre nella stessa nota stampa, quasi a sottolineare quanto sia cruciale allineare finanza e clima per contrastare efficacemente il cambiamento climatico, la NZBA “invita il settore bancario a mantenere un impegno costante nell’attuazione dei propri obiettivi di neutralità carbonica.” Un richiamo all’importanza di garantire continuità e coerenza nelle strategie climatiche, anche in un contesto, come quello attuale, segnato da sfide politiche, mercati caratterizzati dall’incertezza e tensioni geopolitiche. L’esito della votazione da parte dei membri della Net-Zero Banking Alliance è atteso per fine settembre 2025.
In copertina: foto di Sean Pollock, Unsplash