Cambio al vertice di Confindustria Moda. L’assemblea generale della federazione, riunita il 19 maggio a Milano, ha eletto Luca Sburlati presidente per il quadriennio 2025-2029. Amministratore delegato e socio di minoranza del Gruppo Pattern, Sburlati succede a Sergio Tamborini alla guida dell’organizzazione che rappresenta l’intera filiera tessile-abbigliamento. Presente all’assemblea anche il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“Il nostro paese ha bisogno di una visione industriale ampia, stabile e riconoscibile, che metta il sistema tessile-moda nelle condizioni di essere protagonista del proprio futuro agendo in modo proattivo e non solo reattivo, anche fuori dai confini nazionali”, ha commentato Sburlati.
Verso un piano strategico nazionale
Sburlati assume l’incarico in un momento delicato. Le difficoltà del contesto internazionale, i cambiamenti nei consumi e la crescente pressione normativa mettono alla prova un comparto che in Italia vale circa 100 miliardi di euro e conta mezzo milione di addetti.
“È necessario costruire un piano strategico nazionale di lungo periodo, fatto di azioni concrete e condivise, per rafforzare la filiera, sostenere la crescita delle imprese e la loro aggregazione e tutelare il valore del Made in Italy”, ha aggiunto Sburlati. “Ma soprattutto è il momento di ricompattare le forze del settore: nessuna trasformazione è possibile senza un’azione congiunta e sono certo che in tal senso il governo ci supporterà.”
Nel mirino ci sono le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale della filiera ma che restano spesso escluse dai grandi circuiti finanziari. Come indicato da Confindustria Moda in un comunicato, sarà centrale la creazione di un contesto favorevole alla crescita e alla patrimonializzazione, recuperando strumenti già sperimentati come i Piani individuali di risparmio (PIR) e indirizzando risorse pubbliche verso innovazione e apertura ai mercati esteri.
Anche i segmenti più dinamici, come il tessile tecnico e quello per l’arredamento, riceveranno un’attenzione particolare, per il loro potenziale di sviluppo in ambiti alternativi a quelli tradizionali.
Le altre priorità del mandato
Accanto alla dimensione economica, il nuovo corso punta a ridefinire le regole interne al settore. Proposto un sistema più equo e trasparente che rafforzi i rapporti tra i vari attori della filiera e la competitività italiana nel confronto con i colossi globali.
Centrale sarà anche il rilancio della reputazione del Made in Italy, attraverso una strategia comunicativa “moderna, solida e autorevole”, in grado di difendere la qualità e la legalità della manifattura nazionale. Formazione, innovazione e passaggio generazionale costituiranno infine gli assi trasversali della nuova strategia.
I nuovi vicepresidenti
A supportare il nuovo presidente sarà una squadra di imprenditori selezionati per competenze ed esperienza nei diversi ambiti della filiera. I vicepresidenti nominati sono Silvana Pezzoli (Sitip Spa), vicepresidente vicaria con delega alla crescita associativa e alla comunicazione interna; Stefano Albini (Cotonificio Albini Spa), per Europa e Normativa; Michele Bocchese (Miles Manifattura Spa), per auditing e legalità; Gianluca Brenna (Stamperia di Lipomo Spa), per il welfare; Stefano Canali (Canali Spa), per l’internazionalizzazione; Andrea Crespi (Eurojersey Spa), con delega a ESG, sostenibilità, tecnologie e innovazione; Francesco Ferraris (Finissaggio e Tintoria Ferraris Spa), per intelligenza artificiale, giovani e ricambio generazionale, e Salvatore Toma (G.S.T. Gruppo Sviluppo Tessile Srl), per l’area Centro-Sud.
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In copertina: Luca Sburlati, Confindustria Moda