Il 17 giugno nell’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio era seduta in prima fila. Accanto a lei c’era Gianni Letta. Quel giorno, ARERA, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha presentato la Relazione annuale 2024, l’ultima firmata dall’attuale collegio. Più tardi sui suoi profili social scriveva: “Bene ARERA su energia nucleare. Positive le parole del presidente di ARERA Bassenghini, che riconosce il valore del dibattito, fortemente promosso anche da Matteo Savini e dalla Lega, sull’utilizzo dell’energia nucleare come sistema per garantire al nostro paese autonomia energetica e sostenibilità economica. I troppi no ideologici del passato hanno bloccato lo sviluppo infrastrutturale dell’Italia”.
Lei è Laura Ravetto, nata a Cuneo nel 1971, laureata in giurisprudenza e con una lunga esperienza politica, iniziata nel 2006. Il post in questione è l’unico che negli ultimi mesi ha dedicato all’energia. D’altro canto ha un curriculum di tutto rispetto nel campo giuridico e nell’esperienza parlamentare, che tuttavia non presenta tracce significative di specializzazione nel settore energetico, nella regolazione delle reti o nelle dinamiche dei mercati dell’energia. Però, secondo molti rumor, è in pole position per diventare presidente di ARERA o comunque di entrare, in quota Lega, nel prossimo collegio.
L'Autorità per l’energia, i rifiuti e l’acqua rappresenta uno degli incarichi più prestigiosi del panorama istituzionale italiano. La sua competenza su settori strategici − dall’energia ai servizi idrici, dalla gestione dei rifiuti alle politiche incentivanti per gli operatori − ne fa un crocevia decisionale cruciale per cittadini e imprese.
Non è un caso che la poltrona di presidente dell'ARERA attiri numerose candidature: oltre al peso istituzionale del ruolo, l’incarico garantisce un compenso di 240.000 euro annui, pari a quello del primo presidente della Cassazione, e un’esposizione mediatica di primo piano nel dibattito pubblico sui temi energetici e ambientali. Ma facciamo un passo indietro.
ARERA e l’ipotesi Laura Ravetto presidente
Il Collegio di ARERA, costituito dal presidente e da quattro membri nominati con decreto del presidente della Repubblica, dovrà essere rinnovato tra luglio e agosto. La procedura di nomina prevede il parere vincolante delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti.
I parlamentari saranno chiamati a esprimersi su una rosa di nomi proposti dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica una volta approvata dal Consiglio dei ministri. L’attuale Collegio, composto dal presidente Stefano Besseghini e dai membri Gianni Castelli, Andrea Guerrini, Clara Poletti e Stefano Saglia, è stato nominato nel luglio del 2018.
Per prassi, la maggioranza nomina il presidente e due membri del Collegio, mentre gli altri due sono indicati dalle opposizioni. L’articolo 2 comma 8 della legge istitutiva 481/95 recita: “I componenti di ciascuna autorità sono scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore”. Requisiti che non lasciano spazio all’interpretazione. O non dovrebbero. Non incoraggia quanto accaduto al CNR, il cui CDA è scaduto a marzo ma la procedura di rinnovo è stata avviata solo la scorsa settimana.
Laura Ravetto è tra i nomi più frequenti e bisbigliati nel toto-ARERA. Le sue recenti dichiarazioni si sono concentrate principalmente su aspetti di politica generale, con qualche apertura sul nucleare, proprio come il post pubblicato il 17 giugno, tema che, peraltro, non rientra direttamente nelle competenze primarie di ARERA.
Il gruppo parlamentare Lega Nord non commenta ma la documentazione strategica di ARERA delinea con chiarezza il profilo dei membri necessari per il futuro Collegio: "Persone connotate da indipendenza e da una rilevante conoscenza del contesto internazionale, integrate da un alto livello di competenze tecniche e chiarezza di visione strategica".
Promette una dura battaglia Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde: “ARERA è un’autorità strategica per l’energia nel nostro paese, per garantire i cittadini dalle violazioni e dalle speculazioni dei prezzi che poi si scaricano su famiglie e imprese”, tuona. “Per questo è fondamentale che nel CDA di ARERA ci vadano persone competenti e non diventi un parcheggio della politica, e che sia garantita l’autonomia dai grandi gruppi energetici e quindi fatta un’attenta analisi sui potenziali conflitti di interesse. Presento un’interrogazione urgente al ministro dell’ambiente Pichetto Fratin”, ha detto a Materia Rinnovabile.
Le responsabilità del nuovo Collegio di ARERA
Il nuovo Collegio si troverà di fronte a una sfida di straordinaria complessità: bilanciare con sapienza due dimensioni fondamentali e interconnesse del settore energetico contemporaneo, ciascuna portatrice di esigenze specifiche e talvolta contrastanti. La prima riguarda il mantenimento di un elevato livello tecnico-regolatorio, che rappresenta il fondamento stesso dell'architettura del sistema energetico. Questa competenza si articola in diverse funzioni strategiche: il disegno dei mercati, che richiede una profonda comprensione delle dinamiche economiche e tecniche che regolano gli scambi energetici.
Il Collegio deve definire regole che garantiscano efficienza, trasparenza e competitività, considerando al contempo le peculiarità dei diversi segmenti di mercato (elettrico, gas, servizi di rete) e le loro crescenti interconnessioni. La remunerazione delle imprese poi costituisce un equilibrio delicato tra incentivi all'investimento e sostenibilità economica per i consumatori. Qui il Collegio deve elaborare meccanismi tariffari che riconoscano i costi efficienti delle attività regolamentate, promuovano l'innovazione tecnologica e garantiscano la qualità del servizio, senza gravare eccessivamente sulla collettività.
E poi la tutela dei consumatori, che si traduce nella protezione degli utenti finali attraverso meccanismi che assicurino accessibilità economica, qualità del servizio e trasparenza informativa. Questo include la definizione di standard di servizio, la regolazione delle condizioni contrattuali e la gestione delle situazioni di vulnerabilità sociale ed economica.
La seconda dimensione abbraccia i processi trasformativi che stanno ridefinendo il panorama energetico globale, richiedendo al Collegio una visione strategica di lungo termine: l’integrazione dei sistemi rappresenta forse la sfida più complessa, poiché richiede di superare la tradizionale separazione tra settori (elettrico, gas, calore) per creare un ecosistema energetico interconnesso e sinergico.
Questo processo implica il coordinamento tra diverse infrastrutture, la gestione di flussi bidirezionali e la creazione di nuovi modelli di mercato capaci di valorizzare le complementarità tra vettori energetici diversi. Il Collegio deve anticipare e governare l'evoluzione delle reti elettriche, l'integrazione di nuovi carichi (mobilità elettrica, pompe di calore, processi industriali) e lo sviluppo di sistemi di accumulo e gestione intelligente della domanda.
Un ruolo strategico e cruciale
La decarbonizzazione richiede un ripensamento completo del mix energetico, accelerando l’integrazione delle fonti rinnovabili e gestendo al contempo le sfide tecniche connesse alla loro variabilità. Questo processo deve essere accompagnato da meccanismi di mercato che premino la sostenibilità ambientale senza compromettere l'affidabilità del sistema.
La sicurezza energetica assume nuove connotazioni in un contesto di crescente dipendenza dalle tecnologie digitali e di maggiore esposizione a shock geopolitici. Il Collegio deve sviluppare strategie che coniughino resilienza fisica e cyber-sicurezza, diversificazione delle fonti e autonomia strategica.
Il successo del nuovo Collegio dipenderà dalla capacità di far dialogare queste due dimensioni, evitando che l'eccellenza tecnico-regolatoria diventi un ostacolo all'innovazione o che l'urgenza della transizione comprometta la stabilità e l'equità del sistema. Questo richiede lo sviluppo di nuovi strumenti di governance, l’adozione di approcci regolativi flessibili e adattivi, e la costruzione di un dialogo costante con tutti gli stakeholder del sistema energetico.
In copertina: Laura Ravetto © Photogallery Camera