Particelle minuscole, inferiori ai 5 millimetri: sono le microplastiche, una delle forme di inquinamento ambientale più difficile da contrastare proprio a causa delle loro dimensioni. Oggi si trovano ovunque, non solo nei mari e negli oceani, ma anche nei ghiacciai alpini, nei fiumi e persino nelle parti più intime del corpo umano.

Tra le acque dolci, i bacini idrici italiani non sono esenti da questa grave forma di contaminazione. In particolare nel lago d’Orta, in Piemonte, uno studio ha rilevato la presenza di ben 17 differenti polimeri, in una concentrazione media compresa tra 0,04 e 1,58 particelle per ogni metro cubo. I campionamenti sono stati realizzati tra i mesi di maggio e ottobre del 2022 e giugno e ottobre del 2023 dalla sezione piemontese di ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), in collaborazione con ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

I risultati dello studio, dal titolo Monitoraggio delle microplastiche nel Lago d’Orta, sono purtroppo coerenti con la media di inquinanti plastici presenti negli altri bacini italiani monitorati da Legambiente negli ultimi anni. I dati sono stati presentati il 7 luglio 2025 a Pella, in provincia di Novara, in occasione dell’evento nazionale di Goletta dei laghi, la campagna estiva di Legambiente per monitorare la presenza di microplastiche nei bacini idrici.

I risultati del monitoraggio

Lo studio scatta una fotografia preoccupante della salute del lago prealpino piemontese: la microplastica più abbondante è il polietilene, che varia da un minimo del 46% (giugno 2023) a un massimo del 91% (ottobre 2022). Un dato che sorprende fino a un certo punto, essendo il polietilene uno dei materiali sintetici più usati al mondo, presente in imballaggi alimentari, sacchetti, pellicole e altri oggetti quotidiani che possono disperdersi nell’ambiente e trasformarsi in microplastiche.

Nel lago d’Orta è stato rilevato anche il polipropilene (da un minimo del 7% a ottobre 2022 a un massimo del 47% nel giugno 2023), un materiale molto versatile e leggermente più rigido rispetto al polietilene. Presente anche la poliammide (nota anche come nylon), seppure in misura minore (da meno dell’1% a 6,7%).

Questi contaminanti sono dannosi per la salute dell’ambiente lacustre e delle persone che lo frequentano, non solo i residenti ma anche i visitatori. “Il lago d’Orta è tra le mete piemontesi turistiche più apprezzate. Parliamo di un territorio che conta otto aree protette, otto comuni rivieraschi e 26 centri disseminati nella regione cusiana”, commenta Alice Di Marco, presidente di Legambiente Piemonte. “In ambienti circoscritti come quelli dei laghi è, dunque, importante creare connessioni fra i vari attori e cercare di mettere in campo azioni, norme, regolamenti comuni quanto più condivisi.”

Le microplastiche in Italia e i dati del 2024

I dati presentati, pur essendo specifici per il lago d’Orta, riflettono la tendenza alla diffusione delle microplastiche e altri contaminanti nelle acque italiane. Guardando ai risultati dei monitoraggi di Goletta del 2024, era emerso già dalla scorsa estate che, su un totale di 394 punti (mari e laghi) campionati in 19 regioni, il 36% superava il limite di inquinamento predisposto da Legambiente.

Anche quest’anno si attende un ulteriore campionamento estivo, come è diventata ormai abitudine dalla prima campagna di monitoraggio nazionale nel 2016: queste ricerche costituiscono uno strumento indispensabile per poter portare avanti un approccio preventivo e consapevole nella lotta alle microplastiche.

“Quando realizzammo le prime campagne di monitoraggio sui laghi italiani nel 2016, si sapeva ancora molto poco di questa tipologia di inquinamento degli ecosistemi lacustri del nostro paese”, sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Oggi il problema è sotto gli occhi di tutti, ed è praticamente ubiquitario. La loro presenza è stata rilevata in oceani e mari, acque interne, criosfera, suolo e atmosfera. Per questo, oltre a implementare e rendere uniformi su tutto il territorio le attività di monitoraggio pubblico, è urgente quanto prima introdurre soluzioni condivise e a più livelli. La comunità scientifica, le istituzioni e le imprese sono chiamate a collaborare per sviluppare metodologie di monitoraggio efficaci e per definire politiche normative adeguate. Per questo oggi abbiamo presentato un pacchetto di interventi che vanno proprio in questa direzione”.

Zampetti si riferisce alle dieci proposte indirizzate a decisori politici, istituzioni e aziende che Legambiente ha illustrato in occasione della presentazione dei dati sul lago d’Orta. Tra queste, la necessità di migliorare ed efficientare il sistema di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti, di introdurre un monitoraggio obbligatorio e strutturale delle microplastiche e di colmare al più presto i ritardi normativi accumulati in questi anni, puntando sull’innovazione di prodotti e materiali più sostenibili.

In copertina: foto Legambiente