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In Europa, 60 milioni di persone circa si trovano in una condizione di insicurezza alimentare. Al contempo, ogni europeo spreca 132 kg di cibo in media ogni anno. Un paradosso che costa caro all’Unione, in termini di salute, risorse, biodiversità e soldi, ma che può trovare soluzione nell’economia circolare.
Quando si butta del cibo che avrebbe potuto essere mangiato si stanno sprecando infatti anche l’acqua, il suolo e l’energia che sono serviti a coltivarlo o produrlo. Per questo l’Unione Europea concentra la maggior parte degli sforzi proprio nella prevenzione, ma deve comunque fare i conti con milioni di tonnellate di rifiuti alimentari da gestire ogni anno. E tra leggi, progetti di ricerca, startup e innovazioni, si sta dimostrando all’avanguardia nel mondo.
Secondo i più recenti dati dell’Agenzia europea per l’ambiente (Environmental European Agency – AEA), l’Unione Europea nel 2022 ha prodotto 59 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari e le famiglie ne sono la principale causa (55-56% del totale), seguite da industria e produzione primaria (26%-28%), ristoranti e servizi (9-11%) e commercio al dettaglio (7-8%). Ne abbiamo parlato in questo articolo pubblicato sul sito di Circular Economy for Food, un progetto dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, per cui è stato originariamente scritto.
In copertina: Joshua Hoehne, Unsplash