L’esportazione di veicoli pesanti usati è un mercato che tra il 2015 e il 2020 ha raggiunto le 2,4 milioni di unità e che, nonostante si parli di riutilizzo, ha un impatto ambientale negativo per i Paesi importatori. Per la prima volta, l ’Agenzia per la protezione ambientale dell’ONU ha dedicato un report a questa tematica, pubblicato il 22 febbraio.

Dall’inizio del nuovo millennio a oggi, le emissioni di CO₂ generate dai veicoli pesanti usati sono aumentate di un terzo, con i camion che da soli rappresentano l’80% dell’incremento. Secondo il report dell’UNEP, questi mezzi sono anche responsabili di oltre il 40% degli ossidi di azoto generati dal settore trasporti e di circa i due terzi delle polveri sottili (PM2,5).

I mezzi pesanti vecchi sono più inquinanti sia per l’atmosfera che per il clima, tuttavia possono trovare facilmente mercato in quei Paesi in via di sviluppo in cui gli standard ambientali sono ancora piuttosto permissivi. Giappone, Unione Europea e Corea del Sud sono i maggiori esportatori di camion usati, soprattutto verso l’Africa occidentale e meridionale. Anche se il volume commerciale è minore di quello dei veicoli leggeri, il loro contributo all’inquinamento atmosferico, agli incidenti stradali, al consumo elevato di carburante e alle emissioni di gas climalteranti è molto significativo.

 

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Immagine: Quintin Gellar, Unsplash

 

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