
Coltivare speranza per il futuro: è questo il messaggio chiave dell’edizione 2025 degli UN SDG Action Awards, programma di punta della campagna d’azione per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Durante la serata di ieri, 29 ottobre 2025, ben quattro finalisti hanno ricevuto il premio Heroes of Tomorrow, che celebra le persone e le iniziative che con creatività e innovazione cercano di costruire un mondo più sostenibile e giusto, seguendo i princìpi dell’Agenda 2030.
Nonostante le difficoltà nel percorso per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei tempi prestabiliti (cioè entro cinque anni da ora), molte persone continuano ogni giorno a impegnarsi concretamente per rendere il cambiamento realtà. Il premio, suddiviso in tre categorie, vuole quindi mettere in luce il lavoro di questi “eroi del domani”, per dare un messaggio di speranza al mondo intero.
La cerimonia 2025 si è svolta a Roma ed è stata trasmessa su diverse emittenti internazionali (tra cui UN WebTV, Deutsche Welle e RAI). L’ottava edizione ha visto eccezionalmente la premiazione di quattro finalisti anziché tre, con due persone vincitrici della categoria Changemakers Award.
Chi ha vinto gli UN SDG Action Awards 2025
La cerimonia si è aperta con la musica del cantante Diodato: un invito alla pace, che si costruisce gradualmente, creando legami e ponti tra persone diverse. A seguire, l’attrice sudafricana Nomzamo Mbatha ha presentato il Resilience Award, che celebra le iniziative per trasformare le avversità in opportunità e azioni di cambiamento. Il premio è stato conferito a Centrale Única das Favelas (CUFA), un progetto nato in Brasile che supporta lo sviluppo sostenibile nelle comunità che vivono in contesti poveri e svantaggiati. In un paese in cui oltre 16 milioni di persone vivono in favelas con accesso limitato ai servizi di base, CUFA gestisce infatti oltre cinquemila progetti comunitari, creando nuove opportunità attraverso l'istruzione, la cultura, lo sport, l'imprenditorialità e la cittadinanza. Commosso, il presidente di CUFA Marcus Vinicius Athayde ha ritirato il premio ricordando che “CUFA non sono io, non è il Brasile, è qualunque leader che sta lavorando ogni giorno e ogni anno per aiutare le altre persone”.
A ricevere il Creativity Award, consegnato dall’atleta paralimpico Andrea Macrì, è Smartel, un sistema idroponico verticale che rivoluziona il modo di coltivare il cibo, senza sfruttamento di suolo e con acqua arricchita di nutrienti, così da evitare gli sprechi e limitare l’uso di pesticidi chimici. Questo metodo di coltivazione ha già dato i suoi frutti, contribuendo al risparmio del 90% del consumo di acqua e portando l’innovazione in Nigeria, dove 33 milioni di persone soffrono di grave insicurezza alimentare e quasi il 43% del territorio è degradato a causa della desertificazione. Nel suo discorso, Smart Israel, il CEO di Smartel, ha ringraziato la commissione e ha rivolto un invito a chi sogna un domani migliore, sottolineando che è “il momento migliore per agire è adesso”.
L’ultimo premio, dedicato ai changemakers, ovvero coloro che operano per il cambiamento verso un mondo più giusto e pacifico, ha ricevuto, a sorpresa, due vincitrici. Una di loro è Julienne Lusenge, che ha dedicato la propria vita a rompere il silenzio sulla violenza sessuale e a costruire la pace nella Repubblica Democratica del Congo. In qualità di fondatrice di Solidarité Féminine pour la Paix et le Développement Intégral (SOFEPADI) e direttrice esecutiva del Fondo per le donne congolesi (FFC), Lusenge ha infatti fornito assistenza a oltre 7.500 sopravvissute e ha mobilitato 3 milioni di dollari in oltre 700 sovvenzioni, dando potere economico a oltre 250 gruppi di base guidati da donne in 14 province. “Ringrazio la SDG Action Campaign delle Nazioni Unite a nome di tutte le donne, ragazze, uomini e ragazzi congolesi che lottano ogni giorno per la pace, la giustizia e la loro dignità”, ha affermato Sandrine Lusamba, presente al posto di Lusenge.
La seconda vincitrice del Changemakers Award è Jîn Dawod, fondatrice di Peace Therapist, una piattaforma per la salute mentale che fornisce supporto psicologico gratuito a migliaia di persone sfollate, dimostrando che la guarigione può superare ogni confine. L’iniziativa nasce dalla storia personale di Dawod, che da adolescente è fuggita dalla Siria verso la Turchia e ha dovuto affrontare un disturbo da stress post-traumatico senza avere la possibilità di accedere a una terapia nella propria lingua. “Vorrei aver potuto dire alla me stessa più giovane che avrebbe trovato la luce e trasformato quel dolore in uno scopo”, ha spiegato durante il suo discorso. “A tutti coloro che si trovano nel momento più buio e difficile della loro vita, sono il vostro messaggio dal futuro. Questo premio non è la fine, è solo l'inizio.”
Gli altri interventi
Oltre agli UN SDG Action Awards, durante la serata è stata conferita anche la menzione d’onore alla campagna #IBelong dell’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Questa campagna si impegna da decenni a porre fine alla condizione di apolidia, che si verifica quando una persona è priva di qualunque cittadinanza. “Sono stata apolide per trent’anni della mia vita”, ha precisato Maha Mamo, rappresentante della campagna. “L'apolidia è una gabbia invisibile. Hai sogni, potenzialità e tanto da dare, eppure sei privato dei diritti fondamentali: istruzione, assistenza sanitaria, libertà di movimento. La campagna #IBelong dell'UNCHR mi ha dato un'identità, una nazionalità e una casa.”
Durante la cerimonia degli UN SDG Action Award, un programma reso possibile grazie al sostegno finanziario del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) e del Ministero federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo (BMZ), non sono mancati interventi di persone dalla giuria e intermezzi musicali. Tra questi, la canzone in inglese e in ebo, una lingua nigeriana, cantata dalla cantautrice e attivista Cill.
Infine, la serata si è conclusa con le parole di Marina Ponti, direttrice globale della campagna d'azione delle Nazioni Unite per gli SDG. Nel rendere omaggio ai vincitori, Ponti ha sottolineato che “tutti noi possiamo essere gli eroi di domani. Non lasciamoci paralizzare dal peso delle disuguaglianze. Lasciamoci ispirare dal potere delle possibilità. Perché il futuro non è qualcosa che ereditiamo, ma qualcosa che costruiamo insieme”.
In copertina: foto di UN SDG Action Campaign / Edwin Nyaika
